Marche e precarietà, la Cgil: “Le imprese facciano la loro parte”. Meno di un’assunzione su 10 è a tempo indeterminato
Nelle Marche continua a crescere prepotentemente il ricorso a contratti di lavoro precari mentre
calano in modo drastico le assunzioni a tempo indeterminato: una situazione legata alla fine degli
sgravi contributivi. E’ quanto emerge dai dati dell’INPS elaborati dall’IRES CGIL Marche e relativi
ai primi sette mesi dell’anno.
Nel periodo gennaio-luglio del 2017, le assunzioni a tempo indeterminato sono 12.533 e cioè
quasi la metà rispetto a quelle registrate nel 2015, anno in cui sono stati pieni gli incentivi collegati
al Jobs Act per le assunzioni stabili (-9.748, pari a -43,8%); ma calano anche rispetto a quelle del
2016 (-9,3%).
I contratti a tempo indeterminato rappresentano il 9,8% degli avviamenti al lavoro complessivi:
dunque, meno di un’assunzione su dieci avviene con contratti stabili. Si tratta di un dato
notevolmente peggiore sia rispetto alla media nazionale (17,5%) che a quella delle regioni del
Centro (16,0%).
Le cessazioni dei contratti di lavoro stabili sono 20.308 e così il saldo tra assunzioni e cessazioni
da rapporti di lavoro a tempo indeterminato è piuttosto pesante e pari a -7.775 unità.
Continua invece la forte crescita del lavoro precario con 91.24 avviamenti a tempo determinato,
praticamente raddoppiati rispetto al 2015 (+51,6%) e che rappresentano il 71,6% delle assunzioni
complessive, cosi come cresce anche il lavoro stagionale con 17.380 avviamenti (+31,9%) e
anche l’apprendistato, con 6.238 assunzioni (+31,5%).
Le assunzioni complessive sono state quindi 127.400 e hanno registrato una crescita significativa
(+35,9% rispetto al 2016 e +26,9% rispetto al 2015) dovuta esclusivamente al lavoro precario: c’è
da chiedersi quanti dei nuovi avviamenti sono destinati a nuovi posti di lavoro e quanti invece
finiscono per sostituire rapporti stabili.
“Se si osservano questi dati con quello forniti recentemente dall’ISTAT, nelle Marche emergono
contemporaneamente due preoccupanti tendenze: il calo dell’occupazione e l’aumento della
precarietà – dichiara Daniela Barbaresi, Segretaria Generale della CGIL Marche –. Fenomeni in
controtendenza rispetto all’andamento nazionale dove l’occupazione torna a crescere, come
l’incidenza della precarietà che, però, nelle Marche è quasi il doppio rispetto alla media nazionale.
C’è poi da chiedersi quanti di quei lavoratori precari abbiano progressivamente sostituito lavoratori
stabili”
Osserva ancora Barbaresi: “In questi giorni in cui si stanno discutendo le misure della prossima
manovra, è determinante rimettere al centro l’occupazione, il lavoro e la sua qualità; occorre far
ripartire il lavoro ma, per questo, servono investimenti pubblici e soprattutto privati. Servono
politiche economiche e del lavoro capaci di ridare qualità, stabilità e dignità al lavoro e prospettive
al sistema sociale ed economico della nostra regione. Ma è necessario che tutti, a partire dal
sistema delle imprese, facciano la propria parte dimostrandosi capaci di quello scatto d’orgoglio
necessario per far ripartire le Marche”.
Ancona, 25 settembre 2017
CONFEDERAZIONE
GENERALE ITALIANA
DEL LAVORO
Assunzioni nelle Marche (gennaio-luglio)
2015 2016 2017 diff. 17-16 diff. 17-15 % 17/16