Attualità a cura di Maurizio DoniniUltimissime Notizie

Barometro politico di ottobre – tra lo smog del M5s e le banche de Pd

rj43h1495317147-678x381Il disastro causato dall’incompetenza, unita spesso alla disonestà e corruzione, dei partiti tradizionali è nota
e risaputa ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il Movimento 5 Stelle si riprometteva di unire gli alti
ideali che porta avanti ad una nuova forma di competenza volta a migliorare la vita dei cittadini, i risultati
sono all’altezza delle promesse? I dubbi sono leciti e la necessità di rivedere i sistemi altrettanto evidenti, la
formazione di una classe dirigente tramite pochi voti raccolti su una piattaforma traballante come
Rousseau non appaiono confortanti.
Il problema dello smog affligge da anni il nostro paese, i rimedi non sono mai stati efficaci e si sono sempre
risolti prendendo di mira gli automobilisti con blocchi che non hanno mai portato a risultati e che hanno
rappresentato solo una comoda foglia di fico per amministratori incompetenti. Non era forse giusto
aspettarsi nuove forme di lotta da un movimento innovativo? Attese per ora ampiamente deluse, dallo
standard Euro 5 le emissioni non vengono più divise tra diesel e benzina, esistono limiti unici per le
automobili, sarebbe sufficiente la spesa di pochi euro nell’acquisto di Quattroruote per esserne edotti,
eppure…. A Torino la giunta Appendino blocca i diesel euro 5, solo i diesel, ma se le emissioni sono pari ai
modelli a benzina quale è il senso del provvedimento? Se è sconsolante l’insipienza degli amministratori
torinesi, a Roma la giunta Raggi riesce perfino a scendere ulteriormente nel grado di ignoranza, vietando i
diesel euro 6, ma non i benzina che producono lo stesso smog. Emissioni che nel disciplinare euro 5 e 6
sono già estremamente ridotte e non serviranno a nulla, ma tant’è.
Il PD ha sfiduciato il governatore Visco, persona cui il premier Gentiloni aveva già rinnovato piena fiducia,
evidente l’attacco di Renzi, prossimo candidato premier, ad un ex-fedelissimo di cui inizia a temere l’ascesa.
Ma non può non suscitare ilarità un partito che è rimasto invischiato a piene mani nello scandalo delle
banche gestendo in maniera più o meno indiretta Montepaschi e Banca Etruria, ed in modo maldestro il
mancato salvataggio delle altre banche in crisi. Che ci sia stato un serio problema di vigilanza da parte di
Bankitalia è evidente, che il partito di maggioranza relativa al governo ponga un atto di questo tipo
pubblicamente invece di discuterne nelle sedi appropriate con il riserbo cui le istituzioni avrebbero diritto
un altro. Che poi proprio il PD di Renzi e Boschi accusi il governatore di non avere vigilato su Montepaschi
ed affini, è un poco come se Al Capone accusasse l’FBI di non averlo catturato per tempo….
Rimane la destra, il PDL o Forza Italia volendo, con un Berlusconi che sta soffrendo della sindrome del
salmone, che cerca di risalire faticosamente la corrente dalla foce in cui è finito negli ultimi anni, e si riduce
a cavalcare l’inutile e pacchiano referendum leghista sull’autonomia lombarda. Un ventennio in cui si è ben
guardato dal toccare l’argomento e concedere questa benedetta autonomia, e adesso cavalca l’onda
ergendosi ad alto sostenitore di questo passaggio e pretendendo che quello che non fece lui al governo,
venga fatto da un esecutivo di sinistra (o pseudo-sinistra meglio dicendo). Forse dopo il contratto con gli
italiani sta proponendo un contratto con i lombardi….
MAURIZIO DONINI