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Marche, aumentano i contratti attivati, ma il lavoro stabile è oramai una chimera

L’analisi dei dati diffusi dall’Osservatorio sul precariato dell’INPS ed elaborati dall’IRES
CGIL Marche, relativi all’anno 2017, mettono in risalto le distorsioni evidenti del mercato
del lavoro regionale, in presenza di una ripresa consistente delle assunzioni.
Le assunzioni a tempo indeterminato sono state, nel 2017, 20.888, 3.500 in meno
(-14,4%) rispetto al 2016 e -21.724 (-51%) rispetto al 2015.
I contratti stabili rappresentano solo il 10,2% dei contratti attivati mentre, nel 2015, erano il
26,4% del totale dei contratti.
Aumentano significativamente le cessazioni dei contratti a termine (+30,5%) rispetto
al 2016: segno evidente di un utilizzo indiscriminato di contratti a termine di
brevissimo periodo.
Il saldo tra assunzioni e cessazioni da rapporti di lavoro a tempo indeterminato è
negativo per 16.247 contratti cioè i licenziamenti di tempi indeterminati sono maggiori
delle assunzioni.
Picco vertiginoso del lavoro precario con 153mila avviamenti a tempo determinato
(+44,2% rispetto al 2016) e 21mila contratti stagionali: insieme, le due tipologie
rappresentano ormai l’85% delle assunzioni complessive.
Si evidenzia, inoltre, la crescita dei contratti di apprendistato con 10.325 assunzioni
(+1.993 rispetto al 2016, pari a +23,9%).
Nelle Marche, il crollo dei contratti a tempo indeterminato registra percentuali di quasi il
doppio più alte rispetto al dato nazionale e molto al di sotto delle regioni del centro
Italia.
La nostra regione risulta essere la terza peggiore tra tutte le regioni d’Italia.
<Il dato dei contratti di lavoro attivati evidenzia una positiva crescita ma, ormai sono
evidenti i caratteri strutturali di un lavoro sempre più precario – dichiara Giuseppe
Santarelli, segretario regionale Cgil Marche -. Questo è un chiaro segnale che descrive
il tipo di sviluppo che, nella nostra regione, si sta affermando: un’impresa che compete sul
costo del lavoro non ha speranza di sopravvivere a lungo. Il sistema delle imprese ha
scelto la strada sbagliata. Chi si candida a governare il paese deve capire che vanno
reintrodotte le causali nel contratto a termine e ridotte le forme di lavoro non stabili. In
sostanza, occorre tornare ad investire nel lavoro di qualità>.
Ancona, li 26.02.2018