Il barometro politico di maggio – tra governo neutrale ed elezioni
“Tanto tuonò che piovve”
Socrate
Come già evidenziato in passato la situazione politica italiana rimane incentrata su due partiti simili, quello di Silvio e di Little Silvio, Forza Italia ed il PD, entrambi schiavi dello sconfinato ego del proprio leader.
Organizzazioni gestite con fare dispotico ed aziendalista, gonfie di grigi e servili apparatcik con l’unico obbligo di dedizione ed obbedienza al capo. Entrambi hanno evitato testardamente di fare quanto serviva a far nascere un governo, il Caimano conscio che il destino delle sue aziende cariche di debiti è legato a
doppio filo al gioco della politica, il polituncolo di Firenze circondato da lupi che sentono l’odore del suo sangue e covano validi motivi di vendetta, sapendo che uscire dall’impasse ne avrebbe decretato la morte politica.
Ora rimangono con il cerino acceso in mano e la tagliola delle elezioni che si è improvvisamente realizzata, con un crollo totale e verticale di PD e Fi, cali di punti percentuali tali che renderebbero la Lega autonoma, se non dai crediti verso Arcore, almeno dai suoi voti.
Riuscirà la ciambella di salvataggio che Mattarella, eletto con i voti renziani a suo tempo, butterà ai partiti storici con questo ‘governo neutrale’? Contrariamente ai precedenti governi ‘tecnici’, in questo caso le opposizioni che vogliono andare alle elezioni subito hanno tutti i voti necessari a bocciare fiducia e provvedimenti dell’eventuale neo-governo. Un eventuale incarico ad una donna sarebbe un colpo politico geniale del Presidente che potrebbe puntare sul superamento del gender gap per coalizzare attorno a questa figura il consenso necessario.
MAURIZIO DONINI