ELENA MAZZI artista vincitrice della XVII edizione del Premio Ermanno Casoli
Il Premio Ermanno Casoli, uno dei più importanti riconoscimenti nel campo dell’arte contemporanea in Italia, è stato assegnato all’artista Elena Mazzi che realizzerà il progetto Mass age, message, mess age (Elica 2018), parte di un work in progress, iniziato dall’artista nel 2015, per mettere in luce le dinamiche sottese alle strategie di comunicazione. Giunto alla sua XVII edizione, il Premio permette a un artista di realizzare un’opera d’arte destinata a un’azienda, con la partecipazione attiva delle persone che vi lavorano.
Elena Mazzi, come spiega il curatore del Premio, Marcello Smarrelli, è stata scelta per “l’interesse da lei dimostrato verso le pratiche dell’arte partecipativa o “context specific”, dando prova di una particolare abilità nell’attivare percorsi virtuosi di collaborazione con gruppi e istituzioni che, a vario titolo, promuovono forme di partecipazione civica, progetti di ricerca collaborativa, esperimenti di educazione alternativa e campagne di sensibilizzazione su questioni socio-politiche, tutti temi molto cari alla Fondazione Ermanno Casoli”.
Il progetto prevede un workshop che si terrà a Fabriano, in Elica – azienda leader mondiale nella produzione di cappe ad uso domestico –, il 28 e il 29 giugno 2018, nell’ambito di E-STRAORDINARIO, il programma ideato dalla Fondazione Ermanno Casoli (FEC) che da anni porta l’arte contemporanea nel mondo dell’impresa quale strumento didattico e metodologico rivolto alla formazione aziendale e che ha ottenuto il patrocinio del Ministero dei beni e le attività culturali e del turismo.
Il Presidente di Elica, Francesco Casoli, a questo proposito ha infatti dichiarato: “Sono convinto che l’arte intesa come forma di creatività produca innovazione e, nella nostra azienda, grazie ai progetti realizzati dalla Fondazione che hanno coinvolto centinaia di nostri dipendenti, ne abbiamo potuto toccare con mano i risultati. Per questo sono convinto che l’arte, ed in modo particolare quella contemporanea, fa bene alle imprese”.
Il percorso di ricerca che Elena Mazzi ha avviato con Mass age, message, mess age parte dallo studio della parola rivoluzione nel suo significato più ampio di cambiamento radicale nelle strutture sociali, declinabile in diverse epoche storiche e in numerosi ambiti del sapere, che non può prescindere dall’analisi della comunicazione tra gli individui di una stessa comunità. Comunicare un’esperienza vissuta o una serie di informazioni acquisite è un processo che implica un ampio margine di errore, in quanto il soggetto comunicante tende ad enfatizzare o sminuire alcuni aspetti dell’informazione, attuando un’interpretazione personale dei dati trasmessi.
Cosa succede quando vogliamo trasmettere un’informazione, anche solo una parola?
Riusciamo a fare in modo che il nostro interlocutore capisca esattamente quello che noi stiamo dicendo o esattamente ciò che intendiamo?
La risposta a queste domande risulta essere nella maggioranza dei casi negativa, in quanto possono esistere ostacoli durante la trasmissione del messaggio, che cambia nella forma e nel significato.
L’obiettivo è di analizzare le modalità attraverso cui la comunicazione tra individui di una stessa comunità cambia quando interrotta da possibili distorsioni e/o problematiche. In questo senso, la scelta del gioco del telefono senza fili risulta emblematica, poiché perfettamente capace di rendere visibile tale processo e analizzarlo.
Coerentemente con gli obiettivi della propria ricerca Elena Mazzi, coadiuvata da Diego Agostini, della società di consulenza Commitment, trainer specializzato in formazione aziendale, venerdì 29 giugno inviterà 20 dipendenti di Elica a lavorare sull’individuazione di parole tratte dal linguaggio manageriale di uso quotidiano, al fine di creare un glossario da utilizzare per il gioco del telefono senza fili.
I partecipanti potranno avere un’esperienza diretta delle condizioni di interruzione e distrazione in cui il messaggio può incorrere quando deve passare dal mittente al destinatario. I giocatori/partecipanti saranno chiamati a creare elementi che facilitino o intralcino la comunicazione verbale attraverso l’assemblaggio, creativo ma funzionale, di oggetti costruiti con materiali scelti tra quelli che caratterizzano la produzione industriale di Elica.
Oggetti realizzati e parole utilizzate durante l’attività di formazione confluiranno in una grande installazione dal titolo Mass age, message, mess age (Elica 2018), che sarà inaugurata in autunno nella sede aziendale di Fabriano.
Il workshop, riservato ai dipendenti di Elica, sarà preceduto da un talk, aperto al pubblico, che si terrà giovedì 28 giugno dalle ore 17.00 alle ore 18.30 a Fabriano, presso la sede di Elica in via Ermanno Casoli, 2, sala Auditorium.
Elena Mazzi nasce nel 1984 a Reggio Emilia, si forma a Siena e Venezia, trascorrendo un periodo di studi all’estero presso la Royal Academy of Fine Art di Stoccolma. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive, tra cui la Fondazione Golinelli a Bologna, Art Sonje Center a Seoul, Palazzo Fortuny a Venezia, 16° Quadriennale di Roma, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, 14° Biennale di Istanbul, 17° BJCEM Biennale del Mediterraneo, Fittja Pavilion durante la 14° Biennale d’Architettura di Venezia. Partecipa a diversi programmi di residenza ed è vincitrice di molti premi, l’ultimo dei quali è il premio On Board 2017. La sua poetica indaga il rapporto tra l’uomo e l’ambiente ad esso circostante, nel quale vive e con il quale si confronta ogni giorno: una tipologia di analisi che spesso si lega ad uno sguardo e ad un approccio di tipo antropologico, che va ad analizzare un’identità al contempo personale e collettiva.
Fabriano, giugno 2018
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