Cresce l’incertezza!
I primi frutti, negativi, dell’azione di governo, o meglio delle improvvide esternazioni dei vice premier si sono avuti ieri con i risultati dell’asta del BTP Italia. Nonostante il tasso di interesse all’1,45% assai interessante il primo step di collocazione ha visto incassare solo 481 mln, contro i 2 mld e passa delle aste precedenti. Nel frattempo lo spread sale stabilmente sopra quota 300 e si attesta intorno ai 324 punti base. Se la tendenza alla mancata sottoscrizione dei titoli del debito pubblico dovesse consolidarsi o il Tesoro dovesse ricorrere alla maggiore valorizzazione degli interessi il costo per il sistema Paese sarebbe altissimo e le ricadute sull’economia assai gravi. Tutto prevedibile, purtroppo! E’ evidente come l’approccio alla manovra finanziaria del governo, le stime di crescita universalmente riconosciute come irreali, oltre alla prosopopea e alla soverchieria con la quale si vogliono gestire i rapporti all’interno dell’Unione Europea, hanno prodotto un clima di sfiducia particolarmente pesante con ricadute fino ad oggi solo immaginabili. Appare del tutto plausibile l’accenno del vice premier Salvini all’aiuto degli italiani, la tanto vituperata patrimoniale, inevitabile se anche la prossima asta non dovesse coprire il nominale posto in vendita e sarebbe a rischio il pagamento degli interessi sul debito pubblico. Così come sarà a rischio il credito per i privati e per le aziende con un effetto credit crunch se lo spread dovesse restare a lungo sopra i 300 punti, cosa che pare non interessare i due monelli al governo e dove né il premier né il ministro Tria sembrano in grado di far riflettere i duellanti sui rischi di bruciare mld per interessi sul debito pubblico schizzato oltre 2.230 mld, una montagna difficile da scalare, perché neppure le privatizzazioni promesse, mai realizzate e difficili da realizzare nell’alienazione del patrimonio immobiliare pubblico potranno dare quel margine di manovra che illusoriamente si aspettano.
ARES