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ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO: PER CGIL, CISL E UIL MARCHE, MOLTO GRAVE ATTEGGIAMENTO UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE DELLE MARCHE

Abbiamo appreso ieri dalla stampa che Confindustria sarà l’unico attore regionale
nella formazione dei docenti per l’alternanza scuola lavoro.
E’ molto grave l’atteggiamento dell’Ufficio Scolastico Regionale e del Direttore Dott.
Filisetti che, pur aderendo, come la Confindustria stessa, al Tavolo regionale previsto
con delibera di Giunta n.1099 del 2018, si è prestato ad una vera e propria operazione
di rottura rispetto ad un’azione condivisa con tutti i soggetti associativi del lavoro e
della scuola.
La formazione dei docenti e la definizione del profilo dello studente che deve essere
trasversale e non specifico, in uscita dall’esperienza scolastica, non può essere definito
da Confindustria, peraltro sostenuta dall’USR, perché cosi si snatura il ruolo
dell’alternanza. Ribadiamo che l’alternanza è una metodologia didattica che
contribuisce alla formazione integrale del cittadino nella quale la dimensione
orientativa dell’esperienza in contesti reali come quelli lavorativi è importante, ma non
è strumento di addestramento al lavoro.
Le risorse pubbliche dovrebbero essere finalizzate a costruire percorsi formativi che
restituiscano tale dimensione educativa a cui concorrono sul tema del lavoro vari
soggetti sociali peraltro presenti nel tavolo regionale e il ruolo istituzionale è proprio
quello di alimentare e sostenere tale rete non sostenere un rapporto privilegiato con
Confindustria e le proprie aziende associate.
Continuare a considerare l’alternanza scuola-lavoro come uno strumento del
“mercato del lavoro”, ricorda paradigmi vecchi di decenni che pensavamo
superati.
Noi crediamo ad un modello alternativo nel quale la centralità sia data ai ragazzi in
formazione, con i loro bisogni, i loro diritti, le loro ansie e aspirazioni nonché con la
necessaria sicurezza. L’alternanza, in questo contesto, può essere uno strumento
straordinario per sviluppare nei ragazzi le capacità critiche, di comprensione, di
interpretazione e di cambiamento della realtà, a partire anche dai contesti lavorativi.
Tutto ciò potrebbe contribuire a migliorare la qualità del lavoro, le modalità
organizzative e i modelli didattici delle scuole secondarie di secondo grado.
Escludendo tutti gli altri soggetti, sindacali in primis, rischiano di essere
ignorati aspetti centrali del lavoro connessi ai diritti e al valore del lavoro
dignitoso che solo una pluralità di sguardi e visioni può restituire, con il
rischio concreto di perdere un'occasione importante per il futuro dei giovani
della nostra regione.
Ancona li, 28 febbraio 2019