Monte Urano. Moira Canigola risponde alle opposizioni su videosorveglianza e lavoro
Nella giornata di ieri la giunta comunale di Monte Urano ha presentato il nuovo impianto di
videosorveglianza cittadino: dieci varchi di ingresso alla città sono ora coperti da una telecamera
Ocr (quella per la lettura delle targhe) capace di inquadrare entrambi i lati e da un dispositivo di
posizione. Un risultato importante per la sicurezza della popolazione, di cui la lista Cambiamo
Musica, che sfiderà l’amministrazione uscente alle prossime elezioni, ha provato ad intestarsi i
meriti sottolineando come l’iter sarebbe partito con una mozione presentata e firmata unitariamente
dalle forze di minoranza.
Se è vero che la giunta Canigola approvò quell’atto nella seduta del consiglio comunale del 30
novembre 2015, la sindaca tiene comunque a precisare come la sua giunta si fosse già mossa in più
direzioni per fronteggiare l’escalation di furti verificatisi quell’anno a Monte Urano: “Avevamo già
programmato un incontro pubblico con l’allora Capitano dei Carabinieri di Fermo Roland Peluso
per sensibilizzare la cittadinanza – ricorda la Canigola – e soprattutto avevo avuto una serie di
colloqui privati con le forze dell’ordine e con le istituzioni, in particolare con il Prefetto Pagliuca,
che mi aveva invitata anche ad una seduta del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, per
rappresentare l’esigenza di una maggiore attenzione e sorveglianza sul nostro territorio”.
Azioni che la Canigola illustrò anche in quella seduta del Consiglio e che testimoniano come la sua
amministrazione non abbia di certo aspettato le sollecitazioni delle opposizioni per rispondere a
quella che era diventata un’esigenza particolarmente sentita dall’intera cittadinanza.
Quanto ai tempi necessari per completare l’iter e alle accuse delle minoranze di usare questo
intervento come spot elettorale, la Canigola è altrettanto chiara: “L’approvazione di una mozione sta
a significare semplicemente la volontà di portare avanti una progettualità – chiarisce – ma poi c’è
bisogno innanzitutto di trovare le risorse e successivamente di tutta una serie di step formali che
richiedono del tempo. Nel nostro caso l’iter si è allungato anche a causa del terremoto del 2016”.
Nel corso del 2017 e del 2018 sono stati necessari vari passaggi in consiglio e in giunta per
l’approvazione del regolamento per la disciplina della videosorveglianza, per la realizzazione della
rete per la trasmissione dei dati dell’impianto e per la presentazione del progetto vero e proprio. La
giunta ha poi deciso di sottoscrivere il Patto per la Sicurezza con la Prefettura, condizione
necessaria per partecipare a un bando del Ministero dell’Interno che metteva a disposizione risorse
per gli impianti di videosorveglianza: “Il nostro progetto non è stato tra quelli selezionati perché gli
indici di criminalità del nostro Comune non erano sufficientemente alti – spiega la Canigola – il che
penso sia più importante che vincere un qualsiasi bando. Sfumata la possibilità di attingere ai
finanziamenti statali, abbiamo completato l’iter attingendo interamente alle risorse comunali”.
La sindaca ha poi voluto rispondere anche ad un altro attacco arrivatole dalle opposizioni nelle
ultime ore, quello di Germano Craia e Luigi Anibaldi di Libertà Monturanese, che le hanno
imputato non tanto la responsabilità della crisi economica che interessa il tessuto industriale
cittadino, in particolare il comparto del calzaturiero, quanto l’atteggiamento di apparente
indifferenza con cui l’amministrazione uscente starebbe affrontando la questione.
“Il tema del lavoro e la situazione della nostra zona industriale sono ovviamente argomenti che ci
stanno particolarmente a cuore – sottolinea la prima cittadina – e per dare risposte ai cittadini di
Monte Urano mi sto impegnando a fondo sia a livello provinciale che a livello comunale”.
Da Presidente della Provincia, infatti, la Canigola, alla guida del Tavolo per la Competitività e lo
Sviluppo, è stata tra i protagonisti del riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa per il
distretto calzaturiero fermano-maceratese. In attesa che il Ministro dello Sviluppo Economico Luigi
Di Maio firmi il decreto necessario per la costituzione del comitato che deciderà le azioni da
proporre sul territorio, la Canigola non rimane certo con le mani in mano: “Continuiamo a lavorare
– spiega la Presidente – per redigere i progetti e arrivare quindi a questi incontri con delle proposte
concrete in mano”.
Se l’ambito sovracomunale è quindi l’unico dove è possibile cercare di dare risposte strutturali alla
crisi economica, questo non significa che i Comuni non possano comunque cercare di mettere in
campo delle azioni per migliorare i servizi a disposizione delle aziende del territorio e la Canigola
rivendica con decisione i risultati conseguiti dalla sua amministrazione sotto questo profilo: “Dopo i
furti del 2015, la zona industriale è stata la prima parte della città nella quale siamo intervenuti con
la sostituzione dei corpi illuminanti per migliorare la sicurezza degli imprenditori e dei lavoratori –
ricorda -. Inoltre a suo tempo ci siamo mossi con celerità e tempismo e questo ci permette adesso di
essere uno dei pochi Comuni il cui territorio è interamente coperto dalla banda larga installata dalla
Tim. L’impianto di videosorveglianza, infine, è un ulteriore tassello che abbiamo aggiunto in questi
giorni”.
“Non vendo fumo, nessuna amministrazione comunale può riportare da sola il calzaturiero ai fasti
degli anni ’70 e ’80 – chiosa la Canigola -. Si può però lavorare per migliorare i servizi a
disposizione delle imprese e da questo punto di vista crediamo di esserci mossi bene”.