Visto umanitario possibile soluzione contro le morti in mare
L’immigrazione rimane uno dei temi centrali del tema politico europeo, in questo contesto si
inserisce la proposta del deputato spagnolo Juan Fernando Lopez Aguilar di istituire il “visto
umanitario europeo”. La proposta tende a fare sì che sia possibile richiedere un visto per entrare
in Europa presso le ambasciate o consolati del paese di residenza. Lo scopo del provvedimento è di
combattere il fenomeno dell’immigrazione clandestina ufficializzando e rendendo trasparente la
pratica di ingresso in uno stato membro della UE.
Indubbiamente si andrebbe anche a combattere tutto quel sottosistema che lucra e ingrassa sulla
pelle dei disperati che cercano di arrivare con ogni mezzo da questa parte del Mediterraneo,
andando a salvare numerose vite umane (oltre 2.000 morti in mare stimati nel 2018).
Il voto italiano all’Europarlamento ha visto, tanto per cambiare, gli allora alleati e oggi nemici
giurati di governo, divisi. Il Movimento 5 Stelle votò a favore appellandosi al contratto di governo
come dichiarato dall’Eurodeputata Laura Ferrara: “Consentire a chi ha bisogno di protezione
internazionale di richiedere un visto all’estero, presso le ambasciate o i consolati dell’Ue, significa
aumentare la sicurezza dei Paesi europei di destinazione, ridurre movimenti secondari attraverso
l’Ue, scardinare business di reti criminali e migliorare il controllo dei flussi migratori. Oggi il
Parlamento europeo ha sposato la linea del Movimento 5 stelle sull’immigrazione, i visti umanitari
europei rispettano quanto scritto dal contratto di governo e garantirebbero uno sforzo condiviso da tutti i
Paesi Ue sull’accoglienza di chi fugge da guerre e persecuzioni attraverso canali sicuri.“. Di segno opposto
le dichiarazioni della capo-gruppo leghista Mara Bizzotto appellandosi alle norme varate con i
decreti sicurezza: “Con i visti umanitari europei meno sbarchi in Italia. Noi siamo contro questo
tipo di visti umanitari, l’Europa affronta ancora una volta in modo sbagliato il problema
dell’immigrazione. Sta semplificando la politica dei visti, vorrebbe far entrare tutti all’interno
dell’Unione europea. Qualsiasi persona lo chieda può entrare per motivi umanitari generici.“.
In realtà la concessione del visto non è per nulla automatica, la risoluzione chiarisce che i
beneficiari del visto dovranno dimostrare una chiara esposizione o un rischio di essere perseguitati
e di non far parte di un processo di reinsediamento. La valutazione della domanda non dovrebbe
comportare un processo completo di determinazione dello status, ma prima del rilascio del visto,
ogni richiedente dovrà essere sottoposto a un’indagine di sicurezza, attraverso le pertinenti
banche dati nazionali ed europee, “per garantire che non costituisca un rischio per la sicurezza”. La
risoluzione chiedeva una soluzione entro il 31 marzo scorso, ma ovviamente è per ora caduta nel
vuoto dovuto alle recenti elezioni che hanno monopolizzato il dibattito politico europeo assieme al
problema della brexit.
MAURIZIO DONINI