Dove sono finiti i 200mln del superenalotto?
Proprio l’altro ieri un quotidiano con tono di grande meraviglia e sorpresa titolava a proposito del mancato ritiro del premio relativo all’ultima forte vincita al superenalotto, 200mln di euro. Ebbene a parte il fatto di avere ancora alcune settimane a disposizione, il vincitore potrebbe aver già messo al sicuro il tagliando nelle mani di un notaio o di un legale, piuttosto di aver perso la giocata, di non aver verificato la vincita o altre ipotesi messe in campo dal giornale. Leggendo l’articolo non trovavo la notizia così degna di nota,certo un che si sorpresa c’era, ma in fondo in questi casi la riservatezza e la suspence è la regola. Poi commentando con un amico assai scafato questa notizia in tono leggero, il tizio mi avanza una ipotesi, certo fantasiosa, ma……….. Ebbene, cosa asserisce il mio amico in grado di dissimulare una certa dose di inventiva, furbizia e non ultima una forte componente di sfiducia verso i giochi e le loro dinamiche, da subito spara la sentenza “quella giocata non è mai stata fatta da un giocatore fisico!” Che vuol dire? In sintesi il mio amico, più furbo di una volpe, più miscredente di un fedele in chiesa, afferma testualmente: “dopo un anno nel quale tutti i sistemisti si sono prodigati in ogni modo e maniera per fissare un sei sulla schedina, chi ti vince? Un giocatore anonimo, che gioca una combinazione da due, causale, con il sistema stesso della società del superenalotto! Quanto meno, dice il mio amico e un grande spottone pubblicitario, nella peggiore delle ipotesi, qualcuno a conoscenza delle giocate, con un abile algoritmo potrebbe aver inserito al momento opportuno la combinazione vincente, facendo rientrare la vincita in un certo ambito, ma il mio amico va ancora aventi e afferma: “se la vincita non viene ritirata per quale motivo il monte premi non viene rimesso in gioco? E poi, chi controlla l’estrazione e l’assenza di programmi con la possibilità di inserire condizioni o esclusioni dall’applicativo dell’estrazione? Fantascienza, fantascommesse, in un Paese come il nostro forse dubitare è legittimo e un briciolo di trasparenza non guasterebbe!
ARES