La Corte dei conti europea certifica i conti delle agenzie UE, ma esorta all’azione per migliorare la gestione finanziaria
La Corte dei conti europea (“la Corte”) ha certificato l’affidabilità dei conti 2018 di tutte le 41 agenzie dell’UE e ha confermato le risultanze positive esposte negli anni passati. Nella relazione annuale di quest’anno, pubblicata oggi, la Corte ha anche formulato un giudizio positivo sulle entrate e sulle spese di tutte le agenzie ad eccezione dell’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO), a causa dei problemi che ancora interessano i pagamenti da esso effettuati. Tuttavia, le agenzie dovrebbero migliorare ulteriormente la gestione finanziaria sotto diversi aspetti, soprattutto nel modo di condurre gli appalti pubblici, per assicurare il pieno rispetto delle norme e un rapporto ottimale tra costi e benefici.
Le agenzie dell’UE svolgono specifici compiti tecnici, scientifici o gestionali che aiutano le istituzioni dell’UE a elaborare e attuare le politiche in ambiti quali salute, sicurezza, protezione, libertà e giustizia. Hanno sede in diversi Stati membri e occupano circa 11 400 persone, ossia un quinto di tutto il personale dell’UE. La loro dotazione di bilancio complessiva per il 2018 ammontava a 4,2 miliardi di euro (in aumento del 20 % rispetto al 2017), che corrisponde a circa il 2,9 % del bilancio generale totale dell’UE.
“Le agenzie dell’UE sono un elemento cruciale dell’architettura dell’Unione e l’audit espletato dalla Corte costituisce il controllo annuale dello stato di salute della loro gestione finanziaria”, ha dichiarato Rimantas Šadžius, il Membro della Corte responsabile della relazione. “Per il 2018, la Corte certifica che godono tutte di buona salute, eccetto una. Nella maggior parte delle agenzie, però, occorrono ancora miglioramenti e la Corte esorta all’azione per ovviare alle debolezze constatate nella gestione finanziaria, specie per quanto concerne gli appalti pubblici”.
La Corte ha formulato un giudizio positivo sui conti 2018 di tutte le 41 agenzie controllate, in quanto presentano un’immagine fedele della situazione finanziaria, delle operazioni e dei flussi di cassa di ciascuna di esse, in linea con le norme contabili. Inoltre, la Corte ha formulato un giudizio positivo sulla legittimità e regolarità delle entrate riscosse e dei pagamenti eseguiti dalle agenzie, eccetto nel caso dell’EASO, che ha ricevuto un giudizio con rilievi (ancorché non più negativo) per i pagamenti.
L’EASO, che assiste gli Stati membri (al momento soprattutto Italia e Grecia) nel contesto della crisi migratoria, ha compiuto passi concreti e proficui verso un miglioramento della propria governance. La Corte ha però nuovamente constatato irregolarità in un appalto importante nel 2018, segno che le azioni correttive non hanno ancora esplicato tutti i loro effetti. Desta inoltre particolare preoccupazione la situazione dell’organico dell’EASO, non da ultimo per i posti vacanti a livello dirigenziale nell’amministrazione. Inoltre, in mancanza di un numero sufficiente di esperti inviati dagli Stati membri, l’EASO ha delegato compiti principali a operatori economici, al punto da determinare un livello critico di dipendenza da questi. Ciò ha creato un rischio permanente per la continuità operativa in un settore sensibile che è fondamentale per la gestione efficace dei flussi migratori verso l’Europa.
La Corte segnala la possibilità di una diminuzione delle entrate per l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e l’Autorità bancaria europea (ABE), che in passato avevano entrambe sede a Londra, nonché per le agenzie operanti nel settore della vigilanza su assicurazioni e pensioni (EIOPA) e sui mercati dei titoli finanziari (ESMA), a seguito della decisione del Regno Unito di recedere dall’UE. Sottolinea inoltre che le verifiche eseguite dall’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) sugli accordi di finanziamento con i paesi cooperanti non sono ancora pienamente efficaci. Inoltre, in riferimento all’ESMA e all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), attira l’attenzione sull’importanza di basare il calcolo delle tariffe su informazioni esatte.
Gli appalti pubblici continuano a costituire uno degli ambiti più soggetti a errore nella gestione finanziaria delle agenzie. La Corte ha individuato varie debolezze, fra cui l’uso di criteri di aggiudicazione non appropriati, l’accettazione di offerte anormalmente basse e il ricorso alla procedura negoziata anziché a procedure più competitive.
La Corte invita le agenzie ad avvalersi di appalti congiunti per realizzare incrementi di efficienza ed economie di scala. Al contempo, consiglia alle agenzie di ricorrere a contratti-quadro che siano sufficientemente specifici da permettere una concorrenza leale. Mette anche in guardia da un’eccessiva dipendenza da contraenti, consulenti e lavoratori interinali, a cui alcune agenzie possono ricorrere per compensare la mancanza di proprio personale statutario. Segnala inoltre che le agenzie dovrebbero prestare attenzione all’efficienza economica e agli obblighi giuridici nell’avvalersi di tali lavoratori.
Note agli editori
Nel corso degli anni il numero delle agenzie che ricadono nel mandato di audit della Corte è aumentato, collocandosi nel 2019 a 43, comprese due la cui creazione è attualmente in corso e che esulano dalla relazione: la Procura europea e l’Autorità europea del lavoro.
La maggior parte delle agenzie non attua ingenti programmi di spesa, ma svolge compiti di natura tecnica o di regolazione. Ad eccezione dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), dell’Ufficio comunitario delle varietà vegetali (UCVV) e del Comitato di risoluzione unico (SRB), che si autofinanziano e riferiscono ai propri organi direttivi interni, le agenzie sono perlopiù finanziate quasi interamente dal bilancio UE e ogni anno sottopongono i propri conti all’approvazione del Parlamento europeo.
Il documento di riepilogo, intitolato “Sintesi dell’audit sulle agenzie dell’UE” per il 2018, e la versione integrale della relazione annuale sulle agenzie dell’UE per il 2018, recante informazioni dettagliate su ogni agenzia, sono disponibili in 23 lingue dell’UE sul sito Internet della Corte (eca.europa.eu). La Corte pubblicherà la relazione annuale sulle imprese comuni di ricerca in novembre.
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