CNA Terr.le Fermo: riconversione in tempi record, parlano le aziende CNA
Studio Immagine, Andrea Marini e Ulderico Pignorati, tutti di Porto Sant’Elpidio, Alex srl di
Offida, Maglificio L&M di Falerone, Lusio snc e Trio srl, di Sant’Elpidio a Mare, Lamorella
Group di Magliano di Tenna, Cinture Simonelli e Blu Maison di Montegranaro. Sono le aziende
associate alla CNA di Fermo che hanno risposto “presente” all’appello lanciato da Federmoda: c’era
bisogno di dispositivi di protezione individuale, in Italia come nelle Marche, e questi imprenditori si
sono messi all’opera per riconvertire le aziende, molte delle quali si sarebbero del tutto fermate alla
mezzanotte del 25 marzo. Ma la produzione di mascherine è, in realtà, solo l’ultimo step di un
percorso piuttosto complesso che la CNA di Fermo si è impegnata da subito a sbrogliare, grazie al
lavoro delle competenze della task force attivata e collegata direttamente con gli uffici del Mise.
La burocrazia ha pesato molto, troppo, in ore concitate in cui il tempismo era tutto: “Molti si sono
fermati alla produzione di mascherine filtranti di utilizzo comune per la cittadinanza – spiega il
Presidente Paolo Silenzi – per quelle utili ai lavoratori e operatori sanitari occorre, nonostante la
deroga, autocertificare all’Istituto Superiore di Sanità, con unilaterale responsabilità di rispettare
normative Uni e ISO, oltre a trovare un laboratorio che testi materiali e prodotto. Il lavoro di
contatto e informazione svolto da CNA Fermo è stato strategico per le aziende, che hanno saputo
mettere in campo le loro qualità migliori, per un servizio fondamentale oggi per la comunità”. “Le
aziende continuano a chiamarci – aggiunge Alessandro Migliore, direttore CNA Fermo e
responsabile Federmoda per Macerata e Fermo – modalità di riconversione,reperimento
materiali, requisti tecnici, contatti, le informazioni più richieste. Gli incentivi previsti dal decreto il
tasto dolente: i 50 milioni di euro, per le spese sostenute dopo il 17 marzo, sono riservati a
investimenti dai 200 mila agli 800 mila euro. Questo è grave, taglia fuori gli artigiani del nostro
distretto che per solidarietà e necessità economica, ma soprattutto con coraggio, hanno deciso di
adoperarsi per questa emergenza nazionale”.
Il sistema Cna delle Marche si è attivato per garantire alle imprese i test di laboratorio richiesti
dall’Istituto Superiore della Sanità. Questo è stato possibile grazie all’interessamento del Mise,
attraverso la Sottosegretaria marchigiana al ministero dell’Economia Alessia Morani e del Presidente
della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini. Fondamentale il contributo del rettore
dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori, che sta predisponendo un laboratorio
per la realizzazione di questi test.
LE VOCI:
PAOLO MATTIOZZI, Studio Immagine, Porto Sant’Elpidio: “Questa avventura, su un terreno del
tutto sconosciuto, è nata insieme a CNA. Noi ci occupiamo di accessori per l’alta moda, oggi
l’azienda invece produce mascherine chirurgiche, da lunedì a pieno regime. Possiamo realizzarne
1000 al giorno, in prospettiva 1500. Abbiamo creato una filiera con altre aziende, produttori di
materiale, laboratori e trancerie esterne. Spero di tornare presto a fare il mio prodotto, vorrà dire
che l’emergenza sarà finalmente passata”. [segue]
DEVIS ALESI, Alex srl di Offida: “Facciamo tomaie contoterzi, per Tods. Ci siamo riconvertiti alla
produzione di mascherine chirurgiche con TNT da 30 grammi. Ipotizzando turni di 8 ore e 3 gruppi
al lavoro, possiamo arrivare a 2500 pezzi al giorno. Burocrazia, adeguamento degli impianti, dei
locali, acquisizione dei requisiti per un prodotto a norma e di qualità: essere operativi in 15 giorni è
molto difficile e gli incentivi sono disponibili solo per investimenti consistenti. Ci vuole un taglio di
minimo più basso”.
MANILA TALAMONTI, Blu Maison di Montegranaro: “Con la mia socia Cinzia Pizzichini
realizziamo abiti da sposa e cerimonia. Oggi, attraverso CNA, siamo entrate a far parte della filiera
nazionale di aziende organizzata da CNA Federmoda, occupandoci del confezionamento delle
mascherine. Sono stati giorni molto complicati, la burocrazia purtroppo ha allungato i tempi, ma ora
ci siamo: abbiamo 4 persone in laboratorio, le distanze saranno garantite, inizieremo con 500 pezzi
al giorno, per poi aumentare”.
Fermo, 28 marzo 2020 L’Ufficio Stampa