Regno Unito e approvvigionamento alimentare: “affidarsi ad altri paesi non è una strategia sostenibile”
Londra, marzo 2020. Per 170 anni, la politica alimentare della Gran Bretagna si è fondata sulle sue ex colonie e i suoi partner commerciali. Nel suo ultimo libro, uscito il 26 marzo, Feeding Britain, Our Food Problems and How to Fix Them (Nutrire la Gran Bretagna, i nostri problemi alimentari e come risolverli, edito da Penguin Books), il Prof. Tim Lang, docente di politica alimentare alla City University of London, suggerisce che questo punto di vista “imperialista” sarebbe pericolosamente riemerso, ignorando le lezioni apprese in due guerre mondiali.
In un’epoca in cui il cambiamento climatico, l’obesità di massa, la volatilità del mercato globale e l’insicurezza informatica sono diventati “normali”, Tim Lang suggerisce che affidarsi ad altri paesi per l‘approvvigionamento alimentare della Gran Bretagna non sia una strategia sostenibile.
Questa analisi approfondita dell’alimentare britannico – con le sue fonti, le sue industrie, i suoi modelli di consumo e l’impatto sulla salute, l’ambiente e l’economia – suggerisce che il sistema di approvvigionamento alimentare della Gran Bretagna sia più fragile di quanto non venga ufficialmente riconosciuto. Con una produzione interna in lento declino, troppe persone a rischio di povertà alimentare, diete malsane che comportano enormi costi sociali nascosti, anche per l’NHS (il servizio sanitario nazionale del Regno Unito) e conseguenze negative sull’ecosistema.
Si stima che nel 2018 la Gran Bretagna abbia speso ben 225,7 miliardi di sterline in cibo e bevande. Tuttavia, i coltivatori hanno fatto fatica a guadagnarsi da vivere. Il Prof. Lang suggerisce quindi che esista una concentrazione economica, un mercato del lavoro distorto e un’ingenua fiducia che la scienza possa “aggiustare” le cose o che le imprese possano riuscire a metterle a posto. “Lasciate fare a Tesco non è una politica alimentare”, afferma Lang.
Secondo l’esperto britannico, le difese alimentari del Regno Unito sono deboli: la protezione navale si è logorata, la logistica di approvvigionamento basata su navi e camion può essere messa a repentaglio da minacce informatiche. Analizzando i piani di emergenza alimentare, Lang ne conclude che l’industria alimentare conosca i rischi, ma che il governo sia “pericolosamente compiacente”.
L‘uscita della Gran Bretagna dall’UE potrebbe essere un’opportunità per correre ai ripari. “Il cibo è una parte cruciale della nostra infrastruttura nazionale, non una semplice merce di scambio”, commenta.
In Feeding Britain, Tim Lang allerta l’industria e i responsabili politici intimandogli di prendere sul serio la questione dell’approvvigionamento alimentare. Ritiene che sia opportuno rivedere le infrastrutture alimentari nazionali e inaugurare un cambiamento trasversale del comportamento alimentare dei consumatori grazie a diete sostenibili. “Abbiamo fatto molta strada da quando il cibo britannico era noto come “brown and bland”, ma la sicurezza futura dipende da noi per ricostruire una governance alimentare che sia adatta allo scopo. Attualmente non lo è“, conclude l’esperto.
A proposito dell‘autore
Il Professor Tim Lang è docente di politica alimentare presso il Centre for Food Policy (da lui fondato nel 1994) della City University of London. Ha svolto ricerche, scritto e tenuto conferenze sul ruolo della politica nazionale, locale e internazionale del sistema alimentare, in particolare in relazione alla salute, all’ambiente, alla giustizia sociale, all’economia politica e alla cultura del consumo. In precedenza ha trascorso sette anni come agricoltore, un’esperienza che ha notevolmente influenzato la sua ricerca.
Feeding Britain, Our Food Problems and How to Fix Them può essere acquistato online presso l’editore. È disponibile anche in formato digitale.