Coronovirus tra politici e visibilità mediatica
Il rapporto tra politici e media è improntato da sempre fra odio e amore, il primo caso quando ai giornalisti
si addebita la colpa di fare il loro lavoro, porre domande scomode, ma di grande amore quando il veicolo
mediatico diventa una luccicante vetrina. Esegeti dell’esposizione sono diventati largamente il governatore
Fontana con il suo braccio destro e autocandidato a futuro sindaco assessore Gallera, a seguire highlander
Zaia.
L’ultima trovata del serafico Fontana, già balzato all’onore delle cronache per la sceneggiata televisiva con
la mascherina in un contesto in cui era totalmente inutile, è stata l’introduzione dell’obbligo della
mascherina, o copertura simile, per l’ultima settimana (al momento) di lockdown. Decisione presa quando
la curva del virus è in chiara discesa e subito sbugiardata sia da Borelli che da Locatelli, ma cosa ha risposto
l’uomo che pare uscito da un film di Romero al Commissario della Protezione Civile e al Direttore
dell’Istituto Superiore di Sanità?
“Tutto serve”, poche imbarazzate parole per non ammettere che non conosce la materia di cui parla.
Perché i pareri dei tecnici sono utili e intoccabili quando confortano le scelte politiche, scomodi e fumosi
qualora siano un ostacolo a scelte politiche dettate solo dal desiderio di visibilità. Ovviamente ha
tralasciato di commentare il fatto che il famoso mega-ospedale allestito in Fiera, richiamando persino
Bertolaso dal dorato esilio africano, conterrà appena 24, dicasi 24, posti letto, molti meno di quelli
silenziosamente messi assieme dagli alpini nella loro struttura. Sempre il fedelissimo di Salvini ha fatto
passare senza commenti il fatto che il 2 marzo l’ISS aveva chiesto di chiudere Alzano e Nembro, ma
probabilmente più attento alle sensibilità economiche, il governatore per caso Fontana ha atteso fino all’8
marzo per decidere la zona rossa aspettando che fosse il governo a intervenire, i risultati del virus in Val
Seriana sono noti.
Ma la ricerca del consenso e della visibilità è un virus molto più infettivo del Covid19, a seguire Fontana si è
accodato il governatore Rossi in Toscana, quando verranno distribuite le 3 mascherine a famiglia (se si è in
4 una si condivide?), saranno obbligatorie sempre, contando i giorni parliamo di quanto? 2 o 3 per arrivare
al 13? Lega o PD un titolo grosso fa sempre comodo, ma i colori di appartenenza non sono molto
importanti, il male è comune.
L’Agenzia per il Farmaco ha nominato un team per coordinare la lotta al virus, 76 membri, la prima
domanda da farsi è chi coordinerà un numero così esorbitante di coordinatori, a quanto pare è stata
individuata la figura giusta. Per € 7.000 è stata nominata la dott.ssa Anna Maria Forenza, esperta in
chirurgia estetica, avete capito benissimo, la task force sanitaria per la lotta al Coronavirus non è guidata
da un virologo o simile, ma da una esperta di estetica ex-candidata a un municipio di Roma, peraltro
esponente del partito di maggioranza al governo, il M5S, sicuramente un caso. Come è sicuramente una
coincidenza che il decreto di nomina sia stato firmato dalla ministra Paola Pisano, anche lei pentastellata e
già presente come assessore nella giunta Appendino a Torino.
Potremmo poi parlare in chiusura dell’INPS, una debacle storica, pur potendosi preparare con quasi due
settimane di anticipo, non è stato correttamente comunicato come fosse inutile correre a registrarsi in
quanto i benefici non sarebbero stato assegnati in ordine di collegamento. Ma a parte questo è forse
normale che la struttura tecnologica dell’INPS, cui è stata tolta la guida dello scomodo Tito Boeri,
economista di fama mondiale, per affidarla al fedelissimo Tridico, sia franata in questa maniera?
MAURIZIO DONINI