Sentire e ascoltare
“Nella comunicazione la cosa più importante è ascoltare ciò che non viene detto.”
Peter Drucker
Vi è mai capitato di parlare con qualcuno, vederlo distratto e chiedergli “Ma mi stai ascoltando?”.
La risposta di solito è “Certo, hai detto questo, vuoi che telo ripeta”. Ma basta fare una domanda in
più per rendersi conto che il nostro interlocutore non ha assolutamente capito il succo del
discorso, bensì sta solo ripetendo a pappagallo le nostre ultime parole. Questo perché sentire non
è ascoltare come diceva il grande economista ed esperto di management del ‘900 Peter Drucker.
L’udito è il senso che ci permette di recepire suoni e rumori, questo è ‘sentire’, ma è la mente che
si occupa di elaborare e comprendere le parole che ci vengono dette, questo è ‘ascoltare’. Vi è mai
capitato di accorgervi che il vostro interlocutore non vi stava ‘ascoltando’? Che malgrado fosse di
fronte a voi e sentisse, e ‘fingesse’ di ascoltarvi, in realtà la sua mente e la sua attenzione erano
rivolte a tutt’altro? Anche senza arrivare al caso sempre più evidente di quello che gioca con il
telefono mentre gli parlate. Non prestare attenzione non solo è maleducato, ma non ascoltare e
quindi non recepire il messaggio nella sua intierezza porta inevitabilmente al pericolo di assumere
decisioni sbagliate basate su presupposti errati.
Prestare attenzione e ascoltare non è importante solo nei rapporti inter-personali, ma è una
capacità ritenuta tra le più importanti competenze professionali, soprattutto per chi effettua la
valutazione di candidati e per chi interagisce quotidianamente con colleghi capi e collaboratori.
Nella disciplina della skill soft si intende ‘mettersi in ascolto’, essere attivi in modo trasmettere
empatia e attenzione e fare sentire la nostra attenzione all’interlocutore. La comunicazione si basa
per il 50% sul ‘linguaggio del corpo’, il movimento degli occhi che devono essere sull’altra persona,
l’intonazione della voce, i gesti, tutto concorre a fare capire alla persona dall’altra parte del tavolo
che lo stiamo ascoltando. Porre domande su quanto ci viene detto, introdurre riflessioni
sull’argomento, sono i pensieri che trasmettono la nostra capacità di ascolto, lasciando terminare
il discorso che stiamo ricevendo senza interromperlo.
La preparazione dell’ambiente riveste grande importanza per sviluppare la necessaria attenzione
all’ascolto, immersi come siamo in una società mediatica piena di rumori e possibili distrazioni.
Dove sentimenti come stress, aggressività e frenesia la fanno da padrone, e tutto l’hardware che
abbiamo a disposizione, gli smartphone sempre più multitasking, i social sempre più invasivi, tutto
tende a creare distrazione e distogliere da un attento e ragionato ascolto. Ma se riuscirete a
passare dal semplice sentire all’ascolto, i vantaggi in termini di rapporti personali e sociali sarà un
indubbio valore aggiunto.
MAURIZIO DONINI