Arrivano le esim: sim incorporate sotto forma di chip
Una scheda sim senza scheda. La nuova sim nell’era del digitale non poteva che diventare virtuale. Si
chiama esim, acronimo di embedded sim che significa appunto sim incorporata. Anche perché all’interno
degli smartphone del futuro lo spazio sarà tutto. La ricerca di migliori e maggiori alloggiamenti per batterie,
schermi e sensori, farà per forza di cose, delle vittime. E presto anche la tradizionale sim, micro e nano
potrebbe essere rimpiazzata dalla esim. Con un leggero ritardo rispetto al resto dell’Europa, le esim sono
arrivate in Italia, l’estate scorsa, dopo il lancio a livello mondiale nel 2016. Ad oggi, solo alcuni modelli di
cellulari sono compatibili con le esim. Tecnicamente le esim sono delle sim integrate, sotto forma di chip,
montate all’interno dei dispositivi di cellulare, con la stessa interfaccia delle schede sim tradizionali. Di fatto
è un’apparecchiatura incorporata che, collegata alla scheda madre, permette di identificare il cliente sulla
rete. L‘utente la carica sullo smartphone inquadrando con la fotocamera il codice QR, “condicio sine qua
non” non si può verificare l’installazione successiva in modo guidato. Il codice QR, da conservare con cura,
sarà il “documento di identità” della sim. Tim, l’ex monopolista di stato, è il primo operatore che ha
introdotto le esim, a cui ha fatto seguito la Wind Tre, la società italiana tra i primi tre operatori di telefonia
mobile nel nostro paese, che ha lanciato la esim compatibile per smartphone e tablet. Vodafone per ora ha
detto no alle sim per smartphone. Per Iliad non si hanno ancora notizie in merito, il gestore francese non
sembra per ora intenzionato a utilizzarle. Stesso discorso per le esim di Fastweb. Oltre al vantaggio in
termini di ingombro, con le sim digitali le procedure di portabilità del numero da un operatore all’altro
saranno più facilitate. Attualmente il costo della esim è di 10 euro, mentre il costo di cambio in una sim
digitale costa 15 euro. Nel lungo periodo saranno abbattuti i costi logisti legati alle sim fisiche. Da una sim
magnetica, il consumatore passerà con i propri dati ad un profilo virtuale. Il grande punto interrogativo,
trattandosi di virtualizzazione dei profili degli utenti, resta ancora il rischio di cybersicurezza. La domanda
è: per gli hacker sarà più facile o più difficile violare la privacy degli utenti e accedere ai loro profili? Per
capirlo dovremo aspettare l’implementazione finale e verificare se i protocolli di sicurezza si riveleranno
efficaci. Dovremo, poi, vedere come gli operatori telefonici proteggeranno gli utenti da clonazioni sim e
profili virtuali, nonché dalla violazione degli account. Una cosa è certa, il futuro delle comunicazioni sarà
sempre più mobile e il mondo della cybersicurezza dovrà inventare soluzioni sempre più potenti e flessibili
per adattarsi alla grande varietà di dispositivi mobili e intelligenti che ci aspetterà nel prossimo futuro.
Paola Pieroni