“Non ci resta che piangere” e pagare dazio
Pensioni al ribasso e con possibili scenari ben più tristi per quanti dovranno abbandonare
definitivamente il posto di lavoro nei prossimi due anni e a seguire. Con il crollo del Pil del 10% e
con un effetto rimbalzo del 4%, gli assegni pensionasti sono destinati a ribassarsi dal 2 al 4 %, nel
breve periodo,mentre nel lungo periodo saranno tagliati del 7%.
Ma la riduzione degli assegni pensionistici per effetto negativo della contrazione, attesa dal Pil
2020, non comparirà subito. Dunque piccoli margini di riduzione nel brevissimo periodo, ma
consistenti nel lungo. A rivelarlo è Epheso, la società che ha elaborato uno studio con l’obiettivo di
stimare l’impatto che lo scenario macroeconomico del momento avrà sulle future pensioni.
Secondo i calcoli effettuati da Epheso, chi andrà in pensione tra due anni potrebbe subire una
sforbiciata molto più ampia: si parla del 6,7% sull’assegno mensile. Insomma chi ha una pensione
di 1000 euro, andrebbe a perdere circa 70 euro. I penalizzati restano comunque i pensionati minimi.
Quindi i coefficienti, utilizzati per il calcolo delle pensioni, saranno molto più bassi di quelli attesi.
Anche la rivalutazione annuale delle pensioni subirà delle ripercussioni a causa della crisi
economica , in questo caso più che di taglio si dovrà parlare di mancato aumento dell’importo, visto
che la variazione dell’inflazione potrebbe essere pari a zero per molto tempo.
In attesa di una riforma pensionistica, che riconosca specifici aumenti ai titolari di importi minimi e
maggiori tutele a chi è in difficoltà, a noi giovani “non ci resta che piangere” e pagare dazio come
Benigni e Troisi nella memorabile scena comica del fiorino, assicurandoci un bel piano
pensionistico individuale.
Paola Pieroni