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Castelli dà lezione di matematica applicata e di logica al professore Ceriscioli

Se la matematica non è un opinione, perché i conti non tornano? Il premio di 1000 euro che la regione Marche avrebbe destinato con 20 mila euro agli operatori del settore
sanitario (medici, infermieri, operatori socio sanitari), al netto delle tasse è poco più di 250 euro. Ma i conti non tornano solo per una questione di tassazione. I soldi non
sono premi stanziati dalla Regione Marche, ma corrispettivi legittimi nazionali delle prestazioni del personale sanitario (per 11mila euro), a cui si aggiungono le obbligatorie
indennità contemplate dal contratto, frutto di scelte statali e non di premi regionali. Per cui, la giunta Ceriscioli avrebbe messo di tasca propria solo 3 mila euro e avrebbe
fatto passare per premio quello che in realtà, premio non è. Strategia politica o semplice errore di forma? Eppure la manipolazione si gioca tutta partendo da questo. A
chiederselo sono in tanti, ma ad avere il coraggio ci pensa il responsabile nazionale enti locali di Fratelli d’Italia, Guido Castelli, ex sindaco di Ascoli Piceno, che dà per una
volta lezione di logica al professor di matematica e presidente Luca Ceriscioli. “Che fine hanno fatto i 20 mila euro di premialità sugli operatori sanitari che Luca Ceriscioli
aveva annunciato in pompa magna di voler riconoscere agli eroi della pandemia? Sono passate settimane, si parlava di premi consistenti (di almeno 1000 euro) in favore di
quanti, sul fronte ospedaliero, ci hanno protetti dal Covid-19. Ancora tutto tace ma nel frattempo scopriamo che quei 20 milioni, non sono frutto del buon cuore di
Ceriscioli, ma rappresentano in larga parte forme contrattuali dovute agli operatori sanitari. Ma entriamo nel dettaglio, rispetto al totale, ben 11 milioni sono il corrispettivo
delle prestazioni aggiuntive legittimanti maturate dal personale dipendente. Lo stesso dicasi per gli altri 6 milioni che provengono da uno stanziamento dello stato
finalizzato a remunerare obbligatoriamente indennità contemplate dal contratto. Insomma: nessun premio elargito per grazia regionale, ma diritti legittimi di medici e
paramedici. Può sembrare una questione di forma ma non lo è, e la politica la deve smettere (Conte docet) di condizionare la vita delle persone, pretendendo di qualificare
come premio ciò che in realtà premio non è, ma doveroso far corrispondere ai cittadini”. La lezione migliore resta comunque quella che si riesce a dare ai professori.
Paola Pieroni.