Open Arms: identiche condotte di Salvini e Conte, destini diversi: senti la Buongiorno
Di Paola Pieroni –
“Quale sarebbe stato l’esito del voto di oggi, se la domanda di autorizzazione a procedere avesse incluso, oltre Salvini, anche Conte e gli altri ministri
competenti?” questa la domanda che la senatrice Giulia Buongiorno, ex ministra e salviniana di ferro, fa all’aula del Senato per difendere Salvini con un no
“secco” sul via libera al processo. La senatrice cita diverse intercettazioni telefoniche, uscite alla ribalta dei media, dopo la vicenda dei reati a carico di
Palamara, come pure numerose date da mettere a confronto e come le stesse condotte di Salvini siano state messe in campo anche dall’allora governo Conte
2, senza nessuna conseguenza. Un resoconto memorabile, che fa riflettere su come sia veicolata la giustizia dei magistrati. “Mi dispiace ma non vedo dove
Salvini stia sbagliando. Illegittimamente si cerca di venire in Italia e il Ministro dell’Interno interviene perché questo non avvenga, diceva Paolo Aurienna e
Palamara rispondeva: “No, hai ragione, ma ora dobbiamo attaccarlo”. Ergo, dobbiamo attaccarlo anche se sta dalla parte della ragione. Dunque questa era
una guerra dichiarata tra i magistrati a Salvini e studiata a tavolino, non erano solo chiacchiere private, visto che tutti sapevano quale fosse l’obiettivo di
Palamara. E quell’invito di quella chat riporta la data di agosto 2018, la stessa a partire dalla quale sono iniziate le autorizzazioni a procedere nei confronti di
Salvini, con il sequestro della nave Diciotti, poi della Gregoretti e infine la Open Arms: qualsiasi tipo di diniego e ritardo allo sbarco si sarebbe dunque tradotto
in sequestro. Le stesse identiche condotte, e cioè il diniego e il ritardo a procedere, si sono verificate anche successivamente, senza nessuna conseguenza
penale, durante il governo Conte2, caratterizzato “con porti spalancati ma non sempre”. Come avvenne per la nave Ocean Viking, nell’Ottobre 2019, quando
si era in attesa del voto per le regionali in Umbria e la nave venne bloccata in mare per ben 11 giorni. Il tempo considerato penalmente rilevante per Salvini,
va dal 14 Agosto al 20 Agosto, mentre per il Governo Conte 2, sono 11 giorni. In più si può notare che a bordo della Ocean Viking ci fossero 403 migranti, di
cui 149 bambini e che la nave attese 4 giorni per avere l’ok a procedere. A questo punto la domanda da parte della senatrice è legittima: “Esiste per caso, una
discriminate nel codice penale che se il sequestro è per fini elettorali è lecito?” Due pesi e due misure, quello di Salvini per salvare la patria, mentre l’altro per
un obiettivo elettorale. Ma la questione non finisce qui e c’è dell’altro. Il comandante Creus, lo stesso che guidò la Open Arms, venne nel marzo del 2018,
imputato per violenza privata e favoreggiamento alla migrazione, lo stesso in agosto dopo i 4 diniegi futili a sbarcare nei porti autorizzati da Malta, Spagna e
Gibilterra, si dirige a sbarcare in Italia, dove questa volta non ha imputazioni e il re mida del reato va a Matteo Salvini, con aggiunta il rifiuto di atti d’ufficio e
conclude la senatrice con parole forti e vere: ”Il parlamento sta facendo passi indietro, col voto di oggi state attaccando Salvini, come faceva Palamara. Siete
parlamentari, non inginocchiatevi a Palamara”.