Le Marche di domani
Le proposte di CGIL CISL UIL Marche:
lavoro, sostenibilità sociale e ambientale, coesione e sviluppo
CGIL CISL UIL delle Marche intendono sottoporre all’attenzione dei candidati Presidenti e alle
rispettive forze politiche per le prossime elezioni, le priorità del Sindacato confederale per il
rilancio del sistema economico e sociale marchigiano. Nei prossimi giorni tale documento sarà
oggetto di confronto con i candidati alla Presidenza.
Secondo Daniela Barbaresi, Sauro Rossi e Claudia Mazzucchelli, Segretari Generali di CGIL
CISL UIL Marche, “di fronte alla profonda trasformazione nella struttura economica e sociale
in termini di quantità e qualità dell’occupazione, reddito e sicurezza sociale, occorrono risposte
nuove e inedite puntando su lavoro, sostenibilità sociale e ambientale, coesione e sviluppo
con investimenti pubblici e privati, innovazione, accompagnamento nei processi di riconversione
e transizione verso un’economica verde, digitale e interconnessa riconoscendo il valore del
lavoro. Un nuovo modello di sviluppo che coniughi lavoro e diritti delle persone, innovazione e
territorio, coesione e sostenibilità e che sia alla base per un Patto tra la Regione e le Parti sociali
ed economiche delle Marche”. Queste le priorità per il Sindacato:
- Sviluppo sostenibile, riconversione produttiva e rilancio del Made in Italy. La
Regione deve promuovere, sostenere e accompagnare i processi di transizione tecnologica e
digitale e quella ecologica attraverso politiche e interventi integrati: politiche industriali,
politiche di sviluppo, creazione, sostegno e tutela del lavoro, formazione.
Vanno sostenute le filiere produttive, qualificando i servizi a supporto a internazionalizzazione,
ricerca applicata e trasferimento tecnologico, con attenzione alle PMI. Con la nuova
programmazione dei fondi strutturali 2021-2027 vanno garantiti tempestività, selettività negli
interventi, priorità ai progetti di maggiori dimensioni e di sistema, partecipazione. - Politiche per il lavoro di qualità. La priorità per la nuova legislatura deve essere il
lavoro e la sua qualità, contrastando precarietà e lavoro discontinuo, con particolare attenzione ai
giovani e alle donne. Sono fondamentali politiche attive per il lavoro adeguate e un ruolo
centrale dei Servizi per l’Impiego pubblici, in sinergia e con il supporto dei servizi privati
accreditati, con adeguate risorse professionali ed economiche.
E’ necessario che la Regione Marche si doti di una nuova Legge Regionale sul lavoro per
rendere il mercato del lavoro più inclusivo, più equo e rispondente ai nuovi e mutati bisogni,
valorizzando la partecipazione e la concertazione con le Parti sociali. - Legalità, appalti e sicurezza sul lavoro. Legalità, trasparenza nel sistema degli
appalti, lotta al lavoro nero e sommerso, tutela della salute e sicurezza sul lavoro sono temi
prioritari su cui la Regione deve avere un ruolo decisivo.
La Regione deve dotarsi di una specifica Legge regionale su legalità, appalti e contrasto al
lavoro nero e irregolare che preveda anche l’adozione del DURC con indici di congruità, anche
in considerazione della ricostruzione post sisma.
Serve un forte impegno della regione sulla prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro,
incrementando risorse e organici dedicati alla prevenzione e alla vigilanza. - Istruzione, formazione, ricerca. Occorre investire e valorizzare il sistema della
conoscenza: istruzione, università, ricerca, formazione e diritto allo studio, fondamentali per
coniugare qualità del lavoro e innovazione. - Politiche di genere e parità. Vanno sviluppate azioni a garanzia della parità di genere e
di contrasto a ogni forma di discriminazione. Necessaria una Legge regionale sulla parità e le
pari opportunità. - Sviluppo sostenibile e infrastrutture. Lo sviluppo sostenibile richiede un’adeguata ed
efficiente rete infrastrutturale, materiali e immateriali, a partire dalle infrastrutture digitali
soprattutto nelle aree interne per connettere le persone, i territori e i sistemi produttivi.
Fondamentali il completamento e realizzazione di opere quali Fano-Grosseto, “Quadrilatero”,
variante Falconara-Baraccola, linea ferroviaria Orte-Falconara, Salaria, Terza corsia dell’A14
a sud, riqualificazione del Porto di Ancona e raccordo con la grande viabilità, facilitando
integrazione e cooperazione con le aree territoriali vicine.
Vanno completate rapidamente le opere di edilizia ospedaliera e realizzati i nuovi ospedali
ricorrendo all’appalto e superando la scelta del project financing.
- Ricostruzione post sisma e messa in sicurezza del territorio. A quattro anni dal
terremoto, gli enormi ritardi vanno colmati, ricostruendo territori e comunità, e contrastando i rischi
di spopolamento. La Regione deve recuperare un forte ruolo di coordinamento e controllo nella
ricostruzione, garantendo massima attenzione alle condizioni dei cittadini e allo stesso tempo
vigilando sul rispetto della legalità e delle norme sul lavoro, per dare prospettive certe alle
comunità e rendere attrattivi i territori. - Rigenerare i territori. La sfida della rigenerazione del territori necessita della
partecipazione delle comunità locali e della centralità dei bisogni delle persone. Vanno integrati i
sistemi sanitario, sociale e del lavoro, portando a sintesi un percorso di omogeneizzazione dei
rispettivi sistemi locali: Distretti sanitari, Ambiti territoriali sociali e Centri per l’Impiego.
Questa è una condizione necessaria per integrare le rispettive attività e rispondere in modo
multidisciplinare a bisogni lavorativi, sociali, sanitari, abitativi, ecc. - Sanità e politiche sociali. l sistema sanitario regionale deve garantire la salute dei
cittadini, non solo con la riqualificazione della rete ospedaliera, ma soprattutto investendo nella
prevenzione e nei servizi territoriali. Va completata la realizzazione di una rete diffusa e
qualificata di Ospedali di comunità e Case della salute, le cui attività vanno integrate in modo
efficace con il sistema di Emergenza – Urgenza e delle Cure primarie. Vanno ridotti i tempi di
attesa e la mobilità extraregionale governando e contenendo l’offerta di servizi privati. Il
personale va valorizzato, vanno portate a termine le stabilizzazioni e garantite nuove assunzioni.
Prioritaria è riqualificare l’assistenza alle persone non autosufficienti a partire dagli anziani:
occorre una Legge regionale per la non autosufficienza e l’invecchiamento attivo con
adeguati finanziamenti.
Le politiche sociali devono essere una priorità e contando su adeguati finanziamenti, per
garantire coesione e superamento di diseguaglianze e condizioni di disagio. Va ripristinato il
Fondo regionale indistinto per le politiche sociali e garantita un’adeguata rete di servizi per
l’infanzia e l’adolescenza a partire dall’ampliamento della rete dagli asili nido. - Politiche tributarie e tariffarie. Nelle politiche tributarie e tariffarie va rafforzato il
carattere progressivo dell’addizionale IRPEF regionale e va rivista la struttura dell’IRAP superando
forme agevolative non giustificabili. L’indicatore dell’ISEE va assunto in modo generalizzato dalle
attività regolamentate dalla Regione. - La sfida del riordino istituzionale. La Regione deve promuovere e sostenere forme di
gestione associata e di fusione dei Comuni per garantire efficienza e adeguatezza nell’esercizio
delle funzioni locali. Per quanto concerne il regionalismo differenziato occorre ribadire che una
maggiore autonomia è possibile solo in un quadro solidaristico e unitario del Paese e garantendo i
livelli essenziali delle prestazioni a livello nazionale. - Relazioni sindacali. E’ indispensabile restituire pieno significato al concetto di
partecipazione democratica attraverso un fattivo e costante confronto tra Istituzioni e parti
sociali.
Ancona, 25 agosto 2020