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“Beni pre-destinati, dalle mafie alle opportunità”

La sottoscrizione del Protocollo dell’11 settembre crea un precedente unico e importante
per le Marche: per la prima volta un bene confiscato alle mafie (un immobile in via San
Francesco a Grottammare) viene restituito ai cittadini sotto forma di edilizia popolare.
Grazie all’iniziativa di oggi della Fillea Cgil Marche e all’impegno delle amministrazioni
locali e regionali, tornerà alla collettività un bene che, per anni, era stato della criminalità
organizzata.
A livello nazionale, i beni confiscati costituiscono un patrimonio di circa 25 miliardi di euro
e di circa 150000 unità (aziende, beni mobili e circa 65000 immobili). Nelle Marche, nel
2018, erano 66 i beni sequestrati stando ai dati dell’ANBSC (Agenzia Nazionale per
amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità
organizzata), di cui il 60% circa in provincia di Pesaro. Tra i 66 beni delle Marche, si trovano
61 immobili (negozi-terreni-garage-appartamenti e ville) e 5 aziende (di cui 2 di
costruzioni). Proprio una ex villa nella zona di Grottammare sarà destinata a 4 unità di
alloggi popolari.
Nel Protocollo sottoscritto, spiega Daniele Boccetti, segretario generale Fillea Cgil Marche,
“c’è l’impegno di tutte le parti firmatarie (Erap-Regione Marche-Comune di Grottammare
in primis) alla ristrutturazione dell’immobile finalizzata alla costruzione delle case
popolari, l’impegno a utilizzare per la gara il criterio dell’offerta economicamente più
vantaggiosa, a fare un appalto modello e l’impegno, per l’azienda che farà i lavori, a
richiedere il DURC di Congruità”. Dunque, rilancia Boccetti, “qualità dei materiali, legalità,
buona occupazione, rispetto dei diritti dei lavoratori ed economia sana sono le migliori
risposte per un indebolimento progressivo delle mafie anche tramite la costruzione di un
sempre maggiore consenso sociale della lotta dello Stato nei loro confronti”. Inoltre, “la
sottrazione progressiva dei patrimoni e la loro restituzione alla collettività, sotto forma di
attività Istituzionali e/o socialmente utili, sono precondizioni per porre in essere un reale
sviluppo e l’emancipazione dei territori di volta in volta interessati”.
Il titolo dell’iniziativa è quindi anche un auspicio; in tante parti d’Italia, a partire dalla
Sicilia, si sta ragionando sull’opportunità di non ammalorare quel cospicuo patrimonio
immobiliare sequestrato. Chiarisce Boccetti: “Una delle ultime ipotesi, anche quella su
proposta della stessa Fillea, è di utilizzarli come edifici scolastici nelle realtà maggiormente
colpite dal Covid”.
L’iniziativa, dal forte valore simbolico, si prefigge di ampliare il ragionamento su beni
confiscati e le conseguenti opportunità e indica una via, vera, concreta, praticabile grazie
alla quale, si restituisce alle comunità ciò che alle comunità è stato tolto.

Grottammare, 11-09-2020