Attualità a cura di Maurizio DoniniEuropa

Ursula von der Leyen ha tenuto il suo primo discorso su lo stato dell’Unione

Elegante, inappuntabile, la Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha tenuto il suo
primo discorso su Lo Stato dell’Unione al Parlamento Europeo. Al centro i piani UE sul
cambiamento climatico, il razzismo, la disoccupazione, le minacce sanitarie e l’immigrazione.Tra i
nuovi piani per far uscire l’economia europea dalla crisi del COVID-19 figurano delle misure per un
salario minimo europeo e un maggiore impegno per il Green Deal europeo. In particolare, la
Commissione proporrà di aumentare l’obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030 di almeno il
55% rispetto ai livelli del 1990, raccomandando inoltre un rafforzamento delle competenze UE in
materia di salute e la creazione di un’agenzia europea dedicata alla ricerca biomedica.
“Voglio dirlo forte e chiaro: l’Unione Europea è dalla parte del popolo bielorusso. Siamo stati tutti
commossi dall’immenso coraggio di coloro che si sono riuniti pacificamente in piazza
dell’Indipendenza o che hanno partecipato senza paura alla marcia delle donne, L’avvelenamento
di Alexei Navalny in Russia non è un caso isolato. Abbiamo visto il modello in Georgia e Ucraina, in
Siria e a Salisbury, e nell’ingerenza elettorale in tutto il mondo. Questo modello non sta cambiando,
e nessun gasdotto cambierà questo”. La Presidente von der Leyen si è inoltre espressa a favore
dell’istituzione di un “Atto Magnitsky europeo”, proseguendo poi sempre sul filone degli Affari
Esteri. Ha affermato che la Cina è un partner importante su questioni come il cambiamento
climatico, ma ciò non deve impedire all’UE di far sentire la propria voce sulle violazioni dei diritti
umani. Ha infine esortato gli Stati membri ad essere più coraggiosi nel reagire rapidamente alle
violazioni dei diritti umani in tutto il mondo, agendo più frequentemente con il voto a
maggioranza qualificata. La Presidente von der Leyen ha anche chiesto all’UE di fare di più per
affrontare l’immigrazione, poiché “l’immigrazione è una sfida europea e tutta l’Europa deve fare la
propria parte”. Annunciando un piano d’azione contro il razzismo e i discorsi d’odio, ha poi
richiamato l’attenzione sui diritti delle persone LGTBQI e sul riconoscimento delle loro relazioni
familiari in tutta l’UE.
La maggior parte dei deputati ha sostenuto molte delle nuove iniziative annunciate, ma alcuni
hanno anche voluto mettere in evidenza i settori su cui la Commissione europea dovrebbe
concentrarsi. Per Manfred Weber (PPE, DE) la creazione di posti di lavoro deve essere la priorità:
“Prendete ad esempio l’Italia, il 40% dei giovani sono disoccupati. Non possiamo accettare di
perdere un’altra generazione, i soldi del Fondo per la ripresa (Recovery fund) si possono spendere
solo una volta e la nostra priorità è il futuro delle giovani generazioni europee. Se vogliamo essere
credibili, facciamo vedere alla gente che manifesta per le strade di Minsk che l’Europa è dalla loro
parte!”.
Iratxe García Pérez (S&D, ES), capogruppo dei Socialisti e Democratici, ha parlato delle diverse
sfide che l’Europa si trova di fronte e ha sostenuto l’introduzione di una tassa sulle transazioni
finanziarie in quanto “è l’unico modo per poter investire nella transizione ecologica e nell’inclusione
sociale senza che nessuno rimanga indietro. Le persone sono parte di questa transizione: abbiamo
bisogno di una strategia per contrastare la povertà, inclusa la povertà infantile e che preveda il
salario minimo. E’ necessario un sostegno per il settore culturale europeo e la creazione di una
piattaforma culturale europea che “permetta ai giovani di collaborare e rafforzare così il tessuto
culturale europeo”.

Dacian Cioloş (Renew, RO), ha ricordato i progressi considerevoli fatti dall’Europa nei mesi scorsi:
“Non c’è dubbio che il piano per la ripresa è un passo in avanti storico e rappresenta il potere
dell’UE e la nostra capacità di superare le crisi insieme. Gli interessi finanziari dell’UE devono essere
protetti dalla corruzione e dal conflitto di interessi”, ha aggiunto, apprezzando la reazione della
Commissione alla richiesta del Parlamento europeo di una valutazione di impatto sulla legislazione
sul clima, e i piani per il digitale.
Nicolas Bay (ID, FR) ha criticato la mancanza di misure di protezione del mercato in Europa
durante la crisi sanitaria e le regole per l’ambiente a discapito della competitività delle aziende
europee, affermando che ciò “non contribuisce a rendere il nostro futuro europeo indipendente e
prospero, ma renderà l’Europa sempre più fragile sulla scena mondiale”.
Ska Keller (Verdi/ALE, DE) ha criticato le condizioni di accoglienza dei migranti alle frontiere
esterne dell’UE: “è una vergogna […] ed è una nostra responsabilità collettiva come europei.
Dobbiamo rendere le persone in difficoltà la più grande priorità e non lasciarci andare allo stato
disastroso in cui siamo. Accolgo positivamente l’obiettivo di riduzione delle emissioni di 55% entro
il 2030, il clima non negozia, quindi dobbiamo muoverci in fretta”.
Ryszard Antoni Legutko (ECR, PL) ha detto che gli ultimi dieci anni sono stati turbolenti per l’UE e
che l’Unione è in una forma peggiore rispetto ad allora: “Ogni anno dello scorso decennio abbiamo
ascoltato ogni Presidente della Commissione dirci che un futuro radioso ci aspettava e che i giorni
di gloria dell’UE erano giusto dietro l’angolo, atteso ovviamente che la Commissione europea e le
istituzioni europee avessero ricevuto più competenze: sempre meno persone prendono questo
messaggio seriamente”.
La co-presidente Manon Aubry (GUE/GNL, FR) ha criticato il discorso di von der Leyen per non
aver menzionato la crisi della solidarietà in Europa, rappresentata dai paradisi fiscali e dal mancato
rispetto dello Stato di diritto in Polonia e Ungheria. Ha poi criticato l’obiettivo del 55%
considerandolo insufficiente. “Per affrontare le sfide che ci troviamo davanti, dobbiamo cambiare
tutto. Dovremmo concentrarci solo sugli aspetti ambientali e sociali, è necessaria una maggiore
giustizia fiscale e la fine dei paradisi fiscali in Europa”.
In risposta ai deputati, Ursula von der Leyen ha chiesto “un approccio costruttivo per quanto
riguarda l’immigrazione. Ogni anno arrivano in Europa due milioni di persone e 140.000 rifugiati:
dovremmo essere in grado di gestire la situazione. La Commissione presenterà una proposta su
questo la settimana prossima. In quanto allo Stato di diritto, la Commissione sta prendendo
l’approccio più completo e sistematico della nostra storia”.
MAURIZIO DONINI