Gli imbarazzi d Conte e Speranza dall’OMS a MPS
I misteri intorno gli esperti della task force governativa, del CTS, la gestione della pandemia, sono mesi al
centro di indagini e polemiche, e le cose emergono anche contro tutti gli sforzi del palazzo per
mettere a tacere quello che risulta scomodo. Ricordiamo l’inchiesta della Procura di Bergamo che
ha portato gli agenti a sequestrare a Roma i devices di Brusaferro alla ricerca delle chat relative la
gestione della strage a Bergamo. Recentemente era già venuta alla luce un documento che era
apparso sul sito dell’OMS, che smentiva la narrazione made in Casalino di un governo ai vertici
mondiali ed esempio di bravura nell’affrontare la crisi coronavirus. In questo documento si
criticava pesantemente (basterebbero i numeri volendo…) la gestione italiana, ma dopo poche ore
era sparito, ma era rimasto online quel tanto necessario a farlo scaricare dalla rete e metterlo a
disposizione in altri siti.
Capita poi che Report decida di andare a fondo nella vicenda, e si scopre che il ricercatore OMS
che aveva firmato l’analisi era stato fermato dal gran visir della sanità governativa, Ranieri Guerra,
minacciato di licenziamento e obbligato a togliere la pubblicazione, o meglio renderla non visibile
al pubblico. Lo stesso Ranieri Guerra nella intercettazione pubblicata ricordava al malcapitato
come fosse impegnato con il ministro Speranza in un gioco politico e non potevano rischiare
problemi.
Su questo è intervenuta la Procura di Bergamo che ha chiesto di ascoltare gli interessati come
persone informate sui fatti, ma vedendosi incredibilmente opporre una fantomatica immunità
diplomatica, come se l’OMS fosse uno stato sovrano. Ora la questione dal punto di vista legale è
all’esame della diplomazia, ma viene naturale chiedersi perché l’OMS si rifiuti di rispondere se non
ha nulla da nascondere, o qualcosa si cela dietro questa querelle? Perché in sostanza pare che dal
2006 l’Italia non abbia mai adeguato il suo piano sanitario anti-pandemia, e Ranieri Guerra abbia
costretto gli estensori a modificare la data aggiungendovi 10 anni, dal 2006 al 2016 con un tratto
di penna.
E nel momento difficile causato da questa indagine, non è mancato un altro caso scuro che farà
ancora sicuramente parlare di sé, come il siluramento dellAD di Unicredit Mustier. La cui colpa
pare essere quella di essersi opposto ad acquisire il carrozzone carico di debiti di MPS, la banca
che il M5S strillava essere il male supremo del PD, ma dopo averglielo sfilato di mano e scoperto
cosa significa avere un istituto di credito, vorrebbe girare a Unicredit per sgravarsi dei debiti, ma
mantenendone nel contempo il controllo. Sono sempre i boatos che ricordano come la cacciata di
Mustier sia conseguenziale all’ingresso nel CdA di un uomo governativo come Padoan, come
sempre i piccoli azionisti restano a guardare le loro azioni che crollano e a porsi domande cui
nessuno risponde.
MAURIZIO DONINI