I progressi verso un mercato unico dei fondi d’investimento al vaglio della Corte dei conti europea
La Corte dei conti europea ha intrapreso un audit per valutare i progressi compiuti dall’UE nella creazione di un mercato unico dei fondi d’investimento. La Corte esaminerà se l’evoluzione dell’insieme delle norme sia adatto allo scopo, se l’UE abbia promosso pratiche di vigilanza comuni agli Stati membri e abbia mitigato in modo efficace i rischi per gli investitori, i mercati e la stabilità finanziaria. Nella rassegna preliminare all’audit pubblicata oggi, la Corte segnala anche le potenziali vulnerabilità del settore e i rischi per la stabilità finanziaria. Ad esempio, nel contesto della pandemia di COVID-19, a marzo 2020 i grandi deflussi nei fondi d’investimento hanno causato turbolenze sui mercati.
“Quando i tassi d’interesse sono molto bassi è particolarmente importante tutelare i consumatori che cercano rendimenti sui propri risparmi e garantire la stabilità finanziaria”, ha dichiarato Rimantas Šadžius, il Membro della Corte responsabile dell’audit. “L’audit della Corte verificherà se l’UE abbia creato un mercato unico efficace per tutti i tipi di fondi d’investimento a vantaggio di investitori e imprese”.
I fondi d’investimento aiutano a garantire un’assegnazione efficiente del capitale alle imprese e a fornire agli investitori rendimenti potenzialmente elevati, superiori ai tassi bancari. Sono il settore di intermediazione finanziaria non bancaria più importante in termini di valore patrimoniale e si suddividono in due categorie principali: fondi per investitori al dettaglio (ad esempio, le obbligazioni) e per professionisti (come i fondi speculativi). A settembre 2020, il valore patrimoniale netto di circa 64 000 fondi d’investimento domiciliati in Europa ammontava ad approssimativamente 17 600 miliardi di euro, con un aumento di più di 10 000 miliardi di euro dal 2009. Quasi due terzi del patrimonio netto dei fondi d’investimento in Europa appartengono alle famiglie, in modo diretto o tramite imprese di assicurazione e fondi pensioni, il che sottolinea perché la tutela dei consumatori sia così importante.
L’UE ha gradualmente rafforzato la normativa nel settore, in particolare dalla crisi finanziaria del 2008. Nonostante gli sforzi per sviluppare un mercato unico e il fatto che i fondi domiciliati nell’UE, sia per gli investitori al dettaglio che per professionisti, traggano beneficio dal “passaporto europeo” per la commercializzazione nell’UE, il settore dei fondi d’investimento resta concentrato in pochi Stati membri. Nel 2020, più dell’80 % di tutti i patrimoni netti in gestione era detenuto in Lussemburgo (4 700 miliardi di euro), Irlanda (3 100 miliardi di euro), Germania (2 400 miliardi di euro) e Francia (2 000 miliardi di euro), mentre più della metà dei patrimoni netti degli investitori al dettaglio (conosciuti come fondi OICVM) era domiciliata in Lussemburgo o in Irlanda. Inoltre, nel 2018 circa il 70 % di tutti i patrimoni in gestione nell’Unione era detenuto da fondi autorizzati o registrati per la distribuzione in un solo Stato membro. Dato che molte disposizioni sono stabilite a livello nazionale, potrebbero esistere differenze normative significative.
Informazioni sul contesto
I fondi d’investimento sono costituiti allo scopo di cumulare capitale e investirlo mediante un portafoglio di attività quali azioni, obbligazioni e proprietà immobiliari. Hanno un ruolo fondamentale nell’Unione dei mercati dei capitali, l’iniziativa faro dell’UE per favorire il flusso di investimenti e risparmi nell’Unione. La normativa dell’UE mira a creare un mercato unico competitivo per le società di gestione dei fondi per dare agli investitori una scelta più ampia di prodotti a cui affidarsi e ridurre le commissioni.
Per ulteriori dettagli, si rimanda alla rassegna preliminare all’audit “Un mercato unico per i fondi d’investimento: garantire la tutela degli investitori e la stabilità finanziaria” disponibile in lingua inglese sul sito eca.europa.eu. Le rassegne preliminari all’audit sono basate su lavori preparatori intrapresi prima dell’inizio dell’audit e non devono essere considerate osservazioni, conclusioni o raccomandazioni di audit. Questo è il primo lavoro che la Corte intraprende in materia di fondi d’investimento ed è l’ultimo di una serie di audit riguardanti la vigilanza del settore finanziario dell’UE e comprendenti relazioni in materia di vigilanza esercitata sulle agenzie di rating del credito, vigilanza bancaria, prove di stress, vigilanza nel settore assicurativo e mercati dei capitali. La relazione verrà pubblicata indicativamente fra un anno.