Perché il Ministro Cingolani ha ragione a criticare l’agricoltura animale intensiva
Il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha recentemente fatto alcune dichiarazioni illuminanti sull’agricoltura intensiva e sull’impatto che pone sia sul nostro pianeta che sulla salute umana.
L’agricoltura animale sta infatti uccidendo la Terra. Ogni anno, gli esseri umani uccidono 60 miliardi di animali terrestri per il cibo, producendo enormi quantità di rifiuti e rilasciando dannosi gas serra nella nostra atmosfera. Il settore dell’allevamento di bestiame è la principale fonte di emissioni sia di metano che di protossido di azoto, gas serra che sono, rispettivamente, 25 e 300 volte più potenti dell’anidride carbonica. Questo è il motivo per cui le Nazioni Unite hanno affermato che un cambiamento globale verso un’alimentazione vegana è essenziale per combattere i peggiori effetti del cambiamento climatico.
Il consumo di carne è stato anche collegato a una serie di problemi di salute che sono tra le principali cause di morte, tra cui malattie cardiache, cancro, ictus, ipertensione, diabete e obesità. Sappiamo anche che le regioni con un’alta concentrazione di allevamenti intensivi, come la Lombardia, hanno registrato alcuni dei più alti tassi di mortalità da COVID-19. Nessuno ha bisogno di carne e la graduale eliminazione graduale degli allevamenti animali a favore dell’agricoltura biologica vegana andrebbe a vantaggio degli animali, dell’ambiente così come di tutti gli esseri umani.
Sascha Camilli
People for the Ethical Treatment of Animals (PETA)