Pesaro è una città d’arte e una parte ancora consistente del suo patrimonio storico-architettonico attende di essere restituito, attraverso interventi di restauro e valorizzazione, all’aspetto estetico originario, in vista della sua trasmissione alle generazioni future. Le amministrazioni locali hanno il dovere di preservare il patrimonio culturale italiano, riconoscendo il valore storico, artistico e architettonico dei beni e operando con diligenza e competenza per tutelarli, conservarli e valorizzarli. Sotto l’aspetto giuridico, tale dovere è espresso con chiarezza dal Codice dei beni culturali e del paesaggio o Codice Urbani (decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42).
Uno dei complessi storici-architettonici del capoluogo di provincia che necessitano con maggiore urgenza di interventi di restauro e conservazione è quello formato dall’Oratorio della Misericordia e dal Conservatorio delle Figlie della Misericordia (dette anche “Pericolanti” o “Zoccolette”), che si trova in via della Vetreria. La piccola chiesa settecentesca, inserita nel Conservatorio, è sita al n° civico 19. L’autore della chiesa è Giannandrea Lazzarini (Pesaro, 19 novembre 1710 – 7 settembre 1801), protagonista assoluto della cultura pesarese del XVIII secolo. L’attribuzione proviene dalla fonte più attendibile: lo studioso Domenico Bonamini (1737-1804), contemporaneo del Lazzarini, autore di una Cronaca della città di Pesaro in quattro tomi conservata presso la Biblioteca Oliveriana (Bop ms 966). Nel tomo quarto, a pag. 139 Bonamini scrive che la chiesa è “di disegno del nostro Lazzarini”. La chiesa sorse come parte integrante del Conservatorio, un orfanotrofio che accoglieva le giovani donne della città di Pesaro rimaste senza il supporto genitoriale e dunque considerate “pericolanti”. Il Conservatorio, posto sotto la protezione del vescovo pro tempore e diretto da un collegio di nove rettori, offriva vitto, alloggio ed educazione alle giovani fino all’età di trent’anni, salvo che nel frattempo si fossero maritate o avessero preso i voti. Oltre al suo enorme pregio storico-architettonico e all’importanza dei suoi architetti, il complesso rappresenta anche la condizione di tante giovani donne in un periodo storico nel quale la vulnerabilità in cui versavano consentiva loro due sole vie d’uscita per integrarsi nel tessuto sociale: il matrimonio o i voti religiosi. Se l’Oratorio fu creato dal Lazzarini, anche il Conservatorio, voluto e finanziato dal conte e poeta Raimondo Santinelli (1697-1774), ebbe un autore illustre: l’architetto pesarese Tommaso Bicciaglia (1720-1804), allievo di Giannandrea Lazzarini e autore del progetto di Palazzo Giovannelli, della ristrutturazione di Palazzo Montani Antaldi, del progetto della Chiesa di Santa Maria delle Fabbrecce, a pochi chilometri da Pesaro. La sobrietà dell’intero complesso e le linee essenziali dell’Oratorio esprimono mirabilmente il classicismo di Giannandrea Lazzarini e della sua scuola, caratterizzato da sintesi delle linee e assoluto rigore formale. Per approfondire la conoscenza di questo splendido complesso architettonico si rimanda al bell’articolo di Stefania Francioni, L’Oratorio della Misericordia detto delle “zoccolette” (in Pesaro città e contà, 5, 1995). Questo mio breve intervento esprime in sintesi il prezioso valore storico e architettonico del complesso e la necessità di restaurarlo e valorizzarlo proprio per l’importanza che ha nel tessuto urbano storico della città di Pesaro. A tale fine è sorto il Comitato per la salvaguardia del Conservatorio e dell’Oratorio della Misericordia, che ha già iniziato ad appellarsi al Ministero della Cultura, alla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio di Ancona e di Pesaro Urbino, alla Regione Marche, alla Provincia di Pesaro e Urbino e al Comune di Pesaro affinché l’Oratorio della Misericordia e il Conservatorio delle Figlie della Misericordia di Pesaro siano restituiti all’antico valore storico-architettonico, con grande beneficio culturale per la città, la regione e il Paese.