Plauso al commissariamento
Qualche anno addietro, quando esistevano ancora i partiti tradizionali, con le loro classi dirigenti, con gli iscritti e i loro riti un commissariamento faceva seguito a gravi problemi politici e gestionali.
Post tangentopoli, scomparsi i partiti e imperante la deriva dirigistica e la leadership personale i “partiti” o quello ai quali assomigliano vengono gestiti a colpi di commissari in tutte le regioni e provincie del Paese. Sono commissariate tutte le sedi del carroccio, allo stesso modo procede con commissariamenti a cascata Forza Italia, l’ultimo è quello di Ascoli Piceno.
Il bello viene quando qualcuno invece di invocare congressi, assemblee, dibattiti assurge a lodare l’azione del commissario che commissaria la sezione di Ascoli Piceno e “i tesserati” sono contenti, gli elettori plaudono?
La deriva è totale, tra chi ritiene ineluttabile il voto on line di pochi per legittimare qualcuno e chi ritiene invece che un commissario a sua volta commissaria qualcuno e lo investe del compito di sviluppare la forza politica sul territorio. Mancano alcuni pezzi al puzzle, la formazione, la selezione della classe dirigente, la scelta questa importante della classe dirigente come avviene? Per sintonia con il capo, per assonanza per non dire di peggio, forse fedeltà, ma la qualità e il valore culturale della scelta quanto contano?
Oggi possiamo dire, meno di zero!
ARES