Alessandro fa parte della comunità di Ener2Crowd, è un GreenVestor. Nella vita professionale è un imprenditore cinquantenne che ha scelto una via molto particolare di dotarsi di fondi da poter investire nella costruzione di un futuro sostenibile, con un occhio alla salvaguardia dell’ambiente e l’altro all’elevata redditività che i progetti «green» garantiscono a condizioni di maggiore serenità del mercato azionario. A scoprire questo fenomeno è Ener2Crowd.com, la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico.
(AJ-Com.Net) – ROMA, 12 MAG 2021 – Ecco i nuovi Robin Hood della finanza. A portare alla luce il fenomeno è stata Ener2Crowd.com, la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding ambientale ed energetico, che è venuta a conoscenza di alcuni suoi investitori che per investire nei progetti energetici della piattaforma utilizzano capitali presi in prestiti.
Alessandro fa parte della comunità di Ener2Crowd, è un GreenVestor. Nella vita professionale è un imprenditore cinquantenne che ha scelto una via molto particolare di dotarsi di fondi da poter investire nella costruzione di un futuro sostenibile, con un occhio alla salvaguardia dell’ambiente e l’altro all’elevata redditività che i progetti «green» garantiscono a condizioni di maggiore serenità del mercato azionario.
Per scendere in profondità sulle scelte che riguardano non solo Alessandro ma anche molti altri nostri concittadini, a lui abbiamo posto alcune domande per capire quale fosse la sua storia e ci ha decisamente sorpreso.
La sua vita è quella di un «artigiano» in un settore eletto nella storia del popolo Italiano: la nautica. O almeno a lui così piace definirsi.
Dopo le prime parole è chiaro che si tratta di una persona conscia del significato del «fare oggi per raccogliere domani» con la cura, la dedizione, il metodo e la fatica che solo chi crea cose conosce.
Alessandro ci ha raccontato che il suo «sguardo al futuro» è anche una qualità dei suoi prodotti: quale delle due sia conseguenza dell’altra non sapremmo dirlo. Fatto sta che per i suoi clienti personalizzi imbarcazioni con materiali e tecnologie che costano di più, ma che garantiscono poi un maggiore risparmio nella gestione dell’imbarcazione: il filo conduttore di chi vuole essere innovativo per puntare all’efficienza nel medio e lungo termine, ovvero all’acquisire un vantaggio competitivo nel domani incerto e caotico.
Gli abbiamo chiesto come mai si fosse avvicinato alla transizione energetica e la sua risposta è stata: «nel 2011 per rendere il mio cantiere più sostenibile ho deciso di installare un impianto fotovoltaico per autoconsumo. L’ho fatto creando una società “ad hoc”, con miei fondi, ed ho visto che in effetti era davvero conveniente. A quel punto mi sono mosso per capire se potevo ampliare questa piccola esperienza verso un modello di business che prevedesse la costruzione e la gestione di asset rinnovabili».
Il suo lavoro lo assorbiva talmente tanto da permettergli di disporre di un buon monte di risparmi che la banca, italiana, ha subito proposto di investire in fondi gestiti: «ed ero contento del loro risultato —dice Alessandro— alla fine dell’anno venivano sempre pagati interessi del 3%, ma il problema era la fluttuazione del valore del capitale. Solo nel 2020, e sono stato fortunato, hanno perso il 14% del loro valore».
«Nel frattempo —prosegue— vista la mia esperienza con la generazione da rinnovabili ho conosciuto Ener2Crowd e mi è stato immediatamente chiaro che avrei potuto non più intervenire direttamente con la mia società nel realizzare impianti, quanto piuttosto finanziarli visti gli interessanti rendimenti proposti».
Alessandro ha dunque deciso di parlarne con la banca, la quale si è trovata di fronte a due strade: un cliente perso, pronto a ritirare i propri fondi per investirli direttamente nella «green economy» o un cliente soddisfatto, finanziato per investire in progetti che mirano a creare benefici ambientali nel cuore produttivo più pulsante del Paese.
«La discussione con il direttore è andata avanti per un po’ di tempo, ma alla fine complice anche la loro situazione di ridotta liquidità legata agli anticipi dei “ristori”, proprio nel 2020 abbiamo trovato un accordo che prevedeva una garanzia sui capitali da me allocati nei fondi, al loro valore corrente, per ricevere un finanziamento a un tasso di interesse dell’1%, quota parte del totale garantito. Per loro, ma anche per me, è stata una doppia vittoria: loro guadagnano dalla gestione dei miei fondi e dal prestito ed io guadagno dai rendimenti dei fondi e dai finanziamenti green».
«Devo stare attento a come gestire le tempistiche perché in 6 anni devo restituire il prestito, ma l’ammortamento francese della maggior parte dei progetti su Ener2Crowd mi permette di gestire le rate da versare alla banca e, nel frattempo, arrivo ad ottenere circa il 9% di rendimento annuo. Senza dover compiere operazioni spericolate o speculative» conclude Alessandro.
Non si tratta di un’iniziativa alla portata di tutti, ma certo è immediatamente replicabile da almeno 1,5 milioni di Italiani «benestanti» che hanno spesso prodotti di risparmio gestito attivi presso il proprio istituto di credito con cui «fare leva» e questo esempio può rappresentare una fonte di ispirazione sulla direzione in cui il sistema potrebbe evolvere senza scossoni o separazioni drammatiche, collaborando in modo “creativo” per il progresso della società.
Certo si deve avere voglia di fare qualcosa, ci vuole una certa vocazione di fondo e magari una maggiore sensibilità, sia per farsi un impianto fotovoltaico, sia per guardare a questi fenomeni come la finanza alternativa green e vederli come un’opportunità.
Quando abbiamo chiesto ad Alessandro quale sia stato l’aspetto più significativo della sua esperienza, ci ha risposto «certamente il sapere di fare del bene guadagnando e di farlo raddoppiando la forza dei propri capitali. È una bella sensazione, in particolare quando guardo le mie figlie, per cui vivo, ed il mare, di cui vivo. Ma da imprenditore mi è stato subito chiaro che potevo continuare la mia avventura etica senza dover affrontare il rischio di impresa che ne consegue. Ammiro queste società, la capacità e la puntualità con riescono a rendere tutto programmato e programmabile. Come in tutte le creazioni, è un piccolo miracolo, che posso misurare giorno per giorno».
Persone come Alessandro hanno capacità reddituali tali da poter accedere al credito bancario a tassi di interesse anche dell’1% e sfruttano questa possibilità, animati come lo era Robin Hood dal senso di giustizia, per ricollocare questi capitali presi in prestito in progetti che favoriscono la sostenibilità ambientale, la transizione ecologica e le riforme benefiche per l’ambiente, a vantaggio di tutti.
Così riescono a concretizzare il tutto senza tirar fuori un centesimo di tasca propria ed oltretutto, pur dovendo pagare gli interessi bancari sul denaro preso in perdita, rimane loro un margine di guadagno che può arrivare fino ad un 4% annuo. E sì, perché su Ener2Crowd.com i rendimenti medi si attestano intorno al 5,5%, ma possono in molti casi arrivare anche all’8%
Cosa spinge i neo Robin Hood? «Le loro storie sono tutte diverse, ma vi è un unico comune denominatore che non è certamente il rendimento. Piuttosto sono spinti dalla ferrea volontà di fermare il cambiamento climatico e di salvaguardare il pianeta» risponde Niccolò Sovico, ceo, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com, scelto da Forbes come uno dei 30 talenti globali under-30 del 2020.
«I nuovi Robin Hood sentono di poter fare la differenza nelle scelte che possono influenzare pesantemente il destino del pianeta e preferiscono la via della concretezza. Di fatto —attraverso il lending crowdfunding— la nostra piattaforma sostiene esclusivamente progetti ecosostenibili ed è sempre in prima linea con progetti solidi e consistenti» aggiunge Giorgio Mottironi, cso e co-fondatore di Ener2Crowd.com nonché chief analyst del GreenVestingForum.it, il forum della finanza alternativa verde. AJ/LL 12 MAG 2021 10:00 NNNN (AJ-Com.Net). |