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Coldiretti Marche, report Bankitalia: “Agricoltura al centro dell’economia per il rilancio regionale”

Nel corso del 2020 l’agroalimentare marchigiano ha visto erogare oltre 1,5 milioni di ore di cassa integrazione a causa del Covid ma proprio questo settore può rappresentare un punto di ripartenza dell’economia regionale. I dati sono della Banca d’Italia, pubblicati nel Report sulle economie regionali dedicato alle Marche. Le riflessioni sono della Coldiretti “anche alla luce di quanto espresso da Cassa Deposti e Prestiti che vede soprattutto nell’agricoltura uno dei pilastri della rinascita marchigiana dopo la crisi innescata dalla pandemia” evidenzia Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche. Un settore che è andato avanti nonostante le difficoltà e che ora, a inizio 2021, ha iniziato a vedere qualche timido segnale di ripresa. Come nell’export, ad esempio. Dopo un 2020 profondamente negativo, con la produzione agricola che segna -6,5%, dove particolarmente colpiti sono stati il settore delle carni (-2,4% di pil) e il pollame (-1,1%) per non parlare degli agriturismi (-20%), la bilancia delle esportazioni è tornata positiva nel primo trimestre 2021. Un +1% che fa ben sperare in un cammino fatto di sostegni alle attività economiche, alle famiglie e il progressivo allentamento delle misure anti Covid in parallelo al prosieguo della campagna vaccinale e dei dati sui contagi. “Nel corso dell’emergenza – sottolinea la presidente Gardoni – attraverso la sua azione politico sindacale Coldiretti è riuscita a ottenere, tra misure straordinarie regionali e Psr, circa 10 milioni di euro a sostegno di tutte le filiere dell’agroalimentare. Il settore primario ha significato in questo anno garanzia dell’approvvigionamento alimentare per le famiglie e anche occasione di lavoro per chi era rimasto senza”. Secondo l’Osservatorio regionale del lavoro l’occupazione in agricoltura è aumentata del 19,3% rispetto al 2019 superando le 21mila unità al lavoro nei campi. Anche per quanto riguarda l’occupazione femminile il settore primario ha rappresentato un’attrattiva: + 27% rispetto al 2019 contro dato generale che vede arretrare il numero di occupate del 15,5%.