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SUPERBONUS 110%, L’ANALISI DI CONFARTIGIANATO

Confartigianato Ancona – Pesaro e Urbino plaude alla proroga del Superbonus fino al 2023, invocata per molto tempo.
“Ottima la proroga dell’incentivo fino al 2023 che la nostra Associazione chiedeva con forza – sono state le parole di
Marco Pierpaoli, Segretario Confartigianato Ancona – Pesaro e Urbino – perché i ritardi accumulati che hanno
rallentato l’attività dei cantieri, soprattutto nei condomini, devono essere recuperati con un maggior tempo a
disposizione per iniziare e completare i lavori”. Giudizio positivo dai rappresentanti di Confartigianato era stato
espresso anche sulla norma che semplificava l’accesso al Superbonus, prevedendo la più agevole CILA.
Scopo del prolungamento di questa misura è non solo quello di rendere più snelle le procedure e tutta la parte di
burocrazia relativa alla legittimità degli edifici, ma anche quella di allargare il beneficio della detrazione massima a
nuove tipologie di immobili. Ancora da stabilire cosa ne sarà però degli altri bonus che prevedono in ambito edilizio
delle agevolazioni per i proprietari di un immobile, su cui per Confartigianato è necessario fare chiarezza al più presto:
tra cui l’ecobonus del 50 o del 65%, le detrazioni per le ristrutturazioni, l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, il
bonus facciate che prevede un credito di imposta sul 90% dell’importo lavori. Per questi il governo dovrà decidere in
che misura prevedere il prolungamento, dopo il 31 dicembre, quando terminerà anche l’opportunità di optare per lo
sconto in fattura e la cessione del credito.
Il superbonus che garantisce un credito di imposta al 110% costituisce anche uno dei numerosi capisaldi del PNRR. “Il
DL Semplificazioni ha avviato le condizioni indispensabili per attuare il PNRR sui fronti della governance del Piano,
del rafforzamento delle strutture amministrative e della semplificazione delle procedure – ha proseguito Luca
Bocchino, Responsabile Sindacale e Responsabile Edilizia e Impianti di Confartigianato Ancona – Pesaro e Urbino – e
ci auguriamo che vi sia un costante coinvolgimento e confronto con le parti sociali, per sciogliere i nodi che da tempo
soffocano l’Italia e per non perdere le risorse del Next Generation Eu. Altrettanto fondamentale – ha aggiunto – l’avvio
delle riforme, dal fisco alla burocrazia alla giustizia civile, per liberare tutte le energie del sistema produttivo. Ora è il
tempo di mettersi tutti a lavorare per la migliore riuscita del PNRR, perché l’Italia non può più permettersi di figurare
agli ultimi posti nelle classifiche mondiali”. Confartigianato, con l'Area Credito, in collaborazione con il Confidi UNI.CO,
suo partner storico, è in grado di accompagnare le imprese in tutti gli aspetti relativi all'Ecobonus 110% sia nel caso di
semplice cessione del credito e di sconto in fattura, sia nel caso in cui le stesse attività abbiano necessità di finanziarsi
per far fronte a tutti quei lavori che permettono di sfruttare tali incentivi.
Edilizia e superbonus 110% driver della ripresa: l’analisi
Come emerso proprio da un recente studio Confartigianato, la ripresa degli investimenti è in corso – sostenuta dagli
incentivi fiscali – e sta determinando un più che completo recupero dei settori delle costruzioni e della digital
economy. Nel primo semestre del 2021 il valore aggiunto del totale economia è inferiore del 4,8% livello pre-crisi del
primo semestre del 2019, mentre si registra un rilancio per le costruzioni, il cui valore aggiunto sale del 10,1% rispetto
ai livelli pre-Covid e per i servizi di informazione e comunicazione che segnano un progresso del 7,9%. Nel confronto
internazionale, la performance dell’edilizia italiana è di gran lunga superiore a quella della Germania (+0,8%) ed è in
controtendenza rispetto al ritardo di Francia (-5,8%) e Spagna (-17,8%). Ad agosto 2021 i giudizi delle imprese
sull’attività delle costruzioni sono ai massimi dal maggio 2003. Il Superbonus del 110%, anche grazie alle
semplificazioni introdotte

lo scorso 31 maggio con il Decreto Legge 77/202, sta sostenendo la domanda di manutenzione degli immobili. Nel
secondo trimestre del 2021 la quota di consumatori che indicano certa o probabile una ristrutturazione della propria
abitazione raggiunge il massimo storico del 22,9%. Secondo, inoltre, il report sul super ecobonus del 110% dell’Enea e
del Ministero della transizione ecologica, al 31 agosto 2021 le asseverazioni sono 37.128, il totale del investimenti
ammessi a detrazione ammonta a 5.685 milioni di euro, mentre quelli relativi a lavori conclusi ammessi a detrazione
sono pari a 3.910 milioni di euro. Sempre secondo questo stesso report, nelle Marche, l’investimento medio per i
condomini è stato di 493.777,72 euro, quello per gli edifici unifamiliari di 95.669,44 euro e quello per gli U.I.
funzionalmente indipendenti di 82.471,27 euro. Il totale degli investimenti ammessi a detrazione ammonta a oltre 161
milioni di euro. L’analisi dei dati su base territoriale evidenzia che gli investimenti su lavori conclusi ammessi a
detrazione sono pari al 5,7% del valore aggiunto delle costruzioni, con una maggiore accentuazione per il
Mezzogiorno, dove la quota sale al 7,6%, davanti al Centro con il 6,2%, al Nord Est con 5,4% e al Nord Ovest con il
4,2%. Si inverte una tendenza che, nell’arco del decennio 2011-2019, ha registrato nel Mezzogiorno un rapporto tra
detrazioni incentivi fiscali e valore aggiunto delle costruzioni dimezzato rispetto alla media nazionale. L’utilizzo degli
incentivi fiscali, inoltre, favorisce il contenimento del fenomeno del sommerso nell’edilizia: nelle regioni meridionali
la quota di lavoro irregolare nelle costruzioni è del 24,5%, pressoché doppia rispetto al 13% del Centro-Nord.
Effetti indotti dalla ripresa delle costruzioni – Si assiste anche un ritorno alla crescita delle start-up di impresa: nei
primi otto mesi del 2021 le nuove iscrizioni di imprese delle costruzioni sono del 6,5% superiore allo stesso periodo del
2019, in contro tendenza rispetto al -16,1% della manifattura e al -7,0% dei servizi. La domanda delle costruzioni
genera un significativo traino sulla produzione di manufatti per l’edilizia che, nei primi sette mesi del 2021, risulta
dell’8,4% superiore allo stesso periodo del 2019, a fronte di un ritardo del 2,2% registrato nella media della
manifattura. La ripresa in corso si riverbera anche sulla domanda di lavoro delle imprese dell’edilizia. Nei primi sei
mesi del 2021 si sono realizzate 719 mila assunzioni nette, il 12,2% in più rispetto allo stesso periodo del 2019, con
una marcata accentuazione nelle costruzioni, dove salgono del 57,6%. Le costruzioni sono il comparto che registra il
maggiore aumento di posti di lavoro creati, con 33 mila assunzioni nette in più rispetto al primo semestre del 2019
(+57,6%), a fronte dei 25 mila in più degli Altri servizi e dei 21 mila in più del Commercio.
Con la crescita della domanda, sale la difficoltà di reperimento del personale che ad agosto 2021 arriva al 44,5% delle
entrate di operai specializzati nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici, oltre nove punti superiore al 35,3% di un
anno prima e risultando ampiamente superiore al 39,7% della media degli operai specializzati. Prevale la domanda di
lavoro stabile e qualificata. Il 91,5% delle entrate nelle costruzioni si riferiscono a personale dipendente, superiore
all’86,8% dei servizi e al 79% della manifattura, mentre la quota di ingressi di personale generico si limita al 7%, una
quota dimezzata rispetto al 14,5% della media di tutti i settori. “L’escalation dei prezzi e la scarsità delle materie
prime – ha concluso Luca Bocchino – complicano il quadro: a giugno 2021 i costi delle commodities non energetiche
sono saliti del 39,1% su base annua, mentre le attese sui prezzi delle costruzioni ad agosto 2021 sono balzati ai
massimi da settembre del 2004, e le l’attività di quasi una su dieci (9%) è ostacolata dalla difficoltà di reperimento
delle materie prime. Una situazione molto complicata che rischia davvero di gettare un’ombra sulla ripresa
dell’edilizia”. Per far fronte ai pesanti rincari delle materie prime registrati negli ultimi mesi, Confartigianato chiede
sia ripristinato l’obbligo di inserire nei bandi di gara una clausola per procedere con la revisione dei prezzi, sia nel caso
di incremento dei costi delle materie prime che di aumenti del costo del lavoro dovuti anche all’applicazione delle

clausole sociali. Altrettanto indispensabile individuare un sistema straordinario per sostenere le imprese che hanno
subito incrementi eccezionali delle materie prime al fine di scongiurare il blocco degli appalti in corso.