Amato al Colle?
E’ iniziata da qualche settimana l’olimpiade politico istituzionale che precede l’elezione del nuovo Presidente della repubblica. Premesso, come abbiamo più volte affermato sulle pagine di questo giornale che la soluzione “ottimale” nell’attuale situazione politico-economica sarebbe rappresentata dalla rielezione di Sergio Mattarella, pur nella manifesta contrarietà del diretto interessato. Invece è iniziato l’usuale gara dei nani, presunti grandi elettori o king maker, con cordate vere o presunte, candidature improbabili, saltatori in lungo che ipotizzano così di saltare tutti gli ostacoli delle votazioni a Camere riunite, o tripli salti carpiati per candidare qualcuno a patto di bruciare la candidatura strada facendo. E’ ovvio che sono manovre diversive, cortine fumogene dove si appalesano i nomi alcuni probabili altri assolutamente di bandiera. Escluso per ovvi motivi Silvio Berlusconi al quale alcuni bontemponi vogliono far credere di poter salire al Colle, negli ultimi giorni si è appalesato un nome pesante quanto inviso agli italiani. Dal Pd, deciso ad acquisire le ultime residue forze politiche di centro sinistra, è venuto un endorsement per Giuliano “AMATO” NOMEN OMEN. Tra i tanti nomi in circolazione tutti meritevoli di attenzione e rispetto il nome di Amato evoca l’esproprio notturno sui conti correnti degli italiani. Oggi Amato è vice presidente della Corte Costituzionale e si appresta ad ascendere alla presidenza in gennaio, è necessario premiarlo oltre? Per una volta è possibile per il Parlamento riunito in seduta plenaria mettersi in sintonia con gli italiani ed eleggere, se Mattarella dovesse insistere con il diniego alla rielezione, una figura fuori dal giro dei grandi poteri, delle manovre e delle convenienze dei partiti? Noi siamo convinti che alla fine il “buon senso” potrebbe prevalere e far convergere i voti su una figura, come si dice in gergo di alto profilo, ma non necessariamente proveniente dal solito giro, senza dover scomodare per l’ennesima volta il mostruoso ammontare della pensione del Dott. Amato, che in tempi di grave crisi economica grida vendetta se si aggiungesse allo stipendio del capo dello Stato.
ARES