Se Mattarella dice NO!
Occorre prendere atto dell’ulteriore diniego del Presidente Mattarella avverso la disponibilità ad un secondo mandato. Rispettabile e non privo di significati l’ulteriore reiterazione del Presidente, laddove richiama a mo’ di prospettazione alle forze politiche quanto ebbero a dire a proposito del secondo mandato sia il Presidente Segni quanto il giurista e Presidente Leone. Ebbene, oggi di nuovo Mattarella ha fatto capire senza ombra di equivoco la sua totale indisponibilità personale e giuridica ad un secondo settennato, per cui da questo momento in avanti la “battaglia” per il Quirinale, al netto della volontà delle forze politiche e dei 1107 grandi elettori, sarà diretta alla ricerca del candidato meno divisivo per il Paese, cosa facile a dirsi, meno facile da trovare. Siccome non ci ha mai appassionato il gossip o le previsioni molto spesso errate, preferiamo tendere l’attenzione agli aspetti politici dell’elezione del nuovo capo dello Stato. In primo luogo occorre registrare la volontà di talune forze politiche di smobilitare Mario Draghi facendolo transitare al Colle al fine di arrivare alle elezioni politiche nel più breve tempo possibile, ipotesi molto interessante per alcuni forse meno per il Paese, avviato seppure lentamente sulla strada della ripresa, pur con un aumento dell’indebitamento che non pare interessi i più. In secondo luogo occorre tenere presente i rapporti di forze all’interno del Parlamento e gli schieramenti in corso e quelli in fieri per poter arrivare ad una maggioranza in grado di eleggere autonomamente il Capo dello Stato. Sulla carta parte in vantaggio il centro destra per via dei numeri, ma al momento come è capitato per le recenti elezioni amministrative pecca per l’assenza di candidati con lo standing adeguato. Molti sono gli sforzi nel centro sinistra dove Letta si danna per portare dalla sua parte il 5 stelle o almeno una larga fetta di loro così da contrastare e bilanciare la maggioranza di centro destra puntellata dai grandi elettori provenienti dalle Regioni. I giochi sono in corso e non è detta l’ultima parla, con il rimpianto per dover rinunciare all’attività magistrale di un Presidente che nelle ultime quattro prolusioni, da Ventotene in avanti ha impresso un segnale indelebile alla propria presidenza e lasciato una traccia molto profonda nel Paese.
ARES