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INSIEME CONTRO LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE

25 novembre: Giornata internazionale contro la violenza contro le donne. Non è una
celebrazione né una ricorrenza, soprattutto in questi momenti difficili in cui sono da evitare più che
mai formule retoriche mentre occorrono parole forti di concretezza per confermare la necessità di
un impegno comune per la difesa della libertà, dei diritti, della parità, combattendo ogni rischio di
arretramento culturale.
Un appuntamento importante, considerando le proporzioni in aumento del fenomeno alla luce degli
ultimi dati nazionali: nel 2021 sono state 103 le donne vittime di femminicidio, 87 delle quali sono
state assassinate in ambito familiare-affettivo, 60 di loro per mano del partner o ex partner con un
aumento del 2% rispetto allo scorso anno. Ad esse vanno aggiunte le tante vittime di violenza
sessuale e delle altre forme di violenza: dallo stalking, alle molestie verbali a quelle fisiche, fino alla
denigrazione continua e il ricatto affettivo ed economico che genera dipendenze ed esclusioni.
Secondo Daniela Barbaresi, Cristiana Ilari e Claudia Mazzucchelli, Segretarie regionali di
CGIL, CISL, UIL, “sono tante le azioni e i provvedimenti anche normativi, come il reddito di libertà,
che vanno nella giusta direzione di contrastare la violenza contro le donne ma i numeri, nella loro
drammaticità, ci dicono che bisogna fare di più. Peraltro, l’emergenza sanitaria ed economica, ha
aggravato le diseguaglianze e le discriminazioni di genere, mentre l’isolamento sociale ha
esacerbato o innescato situazioni di violenza”.
Nel 2020 sono state 483 le donne che si sono rivolte a uno del Centri Antiviolenza attivi nelle
Marche e nei primi 6 mesi del 2021 hanno richiesto aiuto contattando il numero di telefono 1522
contro la violenza di genere 318 donne (577 nel 2020).
Occorre riflettere anche sulle reali condizioni di lavoro di tante donne, che, nella nostra regione
come nel resto del Paese, si misurano con disoccupazione, precarietà, riduzione dei diritti e con
condizioni economiche difficili che rendono le donne, le lavoratrici più indifese di fronte a ricatti,
soprusi e molestie anche nei luoghi di lavoro.
Il contesto del lavoro nelle Marche vede da anni le donne fortemente penalizzate, in termini di
occupazione, di qualità del lavoro, di valorizzazione delle competenze. Molte donne hanno perso il
lavoro o si misurano con lavori poveri e la mancanza di sicurezza economica e di una rete di
relazioni le espone ancora di più al rischio della violenza.
“Per questo – aggiungono Barbaresi, Ilari e Mazzucchelli – è necessario riconoscere il ruolo delle
donne nella società così come nel lavoro, superando ogni forma di discriminazione e
diseguaglianza, ma è altrettanto importante che il lavoro sia di qualità e possa avere adeguate
tutele per tutte e tutti”.
“In questi giorni sono tante le iniziative nei vari territori per affermare la necessità di porre fine alla
violenza e alle molestie di genere e il Sindacato ribadisce il proprio impegno affinché l’ambiente di
lavoro sia un luogo sicuro e rispettoso della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori. Rivendichiamo
con forza il diritto delle donne alla libertà e al rispetto, nella vita privata, nella società e nel lavoro, e
il diritto a una vita senza violenza”.
Ancona, 23 novembre 2021

Le Segreterie regionali di CGIL CISL UIL Marche