Emergenza turismo, Varotti (Confcommercio): “Subito ristori e aiuti per il lavoro”
La recrudescenza del Covid e le iniziative adottate dal Governo stanno di nuovo colpendo il turismo. Tutte le attività della filiera: dai tour operator e agenzie di viaggio agli alberghi, dai ristoranti alle guide turistiche, dalle strutture ricettive e i locali da ballo hanno registrato nel corso del 2021 dati disastrosi”. Parole di Amerigo Varotti, Direttore Generale di Confcommercio Pesaro e Urbino / Marche Nord che interviene sull’emergenza turismo.
“Rispetto al 2019 si sono perduti 60 milioni di arrivi e 120 milioni di presenze in Italia, oltre a 13 milioni di viaggi degli italiani all’estero. Il settore del turismo organizzato – come ricorda FTO, la Federazione di Confcommercio del turismo organizzato – è fermo da due anni perdendo l’80% del fatturato: tredicimila imprese rischiano concretamente di chiudere licenziando 86.000 lavoratori. Solo tra Natale e capodanno sono state cancellate oltre 5 milioni di partenze programmate, senza dimenticare l’impennata delle disdette negli alberghi e nella ristorazione e la drammatica situazione delle discoteche che continuano a pagare un prezzo altissimo con la chiusura per decreto. Un settore, sicuramente il più colpito dalla pandemia e dai provvedimenti governativi (che, con gli ultimi decreti di dicembre, è ulteriormente penalizzato con l’obbligatorietà del super green pass anche per gli alberghi oltre che per i ristoranti); UN SETTORE CHE DA SOLO PRODUCE IL 13% DEL PIL NAZIONALE e che è stato completamente ABBANDONATO DAL GOVERNO (al di là delle solite dichiarazioni di principio sull’importanza del settore). Non sono previsti ristori, sostegni per non chiudere le attività. Non è stata prorogata la Cassa integrazione scaduta il 31 dicembre (con i conseguenti inevitabili licenziamenti). Non è stata prorogata la moratoria sugli aiuti di Stato , le misure straordinarie anti COVID varate nel 2020 (cioè i finanziamenti garantiti e le garanzie pubbliche) pensate in una logica di progressivo rientro verso condizioni di normalità che ancora non sussistono. Cosa peraltro sollecitata al Governo dalla stessa ABI – Associazione bancaria italiana. Ma il Governo è assente. Un trattamento inaccettabile nei confronti di un settore tra i più importanti del Paese (anzi, il più importante per la sua trasversalità con il mondo della cultura, dei beni culturali, dell’enogastronomia e dell’ambiente) che costringe le imprese a chiudere i battenti ed a mettere sulla strada migliaia di lavoratori e professionisti. E ciò, dopo essersi dimenticati nel 2021 il credito di imposta per i canoni di locazione degli alberghi e il pagamento della seconda rata IMU. Una vergogna inaudita! E’ come se per decreto venissero chiuse le fabbriche del mobile e della meccanica insieme e il governo non intervenisse con sostegni!! Ve lo immaginate? Senza considerare che nel PNNR vengono destinati al turismo solo 3,1 miliardi di euro: l’ 1,58% dei 196 miliardi complessivi. Ed in cui, peraltro, non c’è nulla per il mondo dell’accoglienza e della ristorazione. Una incommentabile mancanza di strategia economica e di capacità politica”.
Chiare le richieste: “Ripristino della Cassa integrazione retroattiva dal 1° gennaio; interventi di sostegno, ristori sotto forma di contributi a fondo perduto per le sole imprese del turismo e della ristorazione (visto che gli altri comparti annunciano dati trionfalmente entusiastici); moratoria sul rientro dei finanziamenti garantiti (le imprese chiuse o fiaccate dalla riduzione drammatica dei ricavi e dall’ aumento dei costi della bolletta energetica non possono certo pagare mutui con soldi che non hanno!)”