Aumento delle Bollette luce e gas a rischio il 20% degli esercizi commerciali
Sono già più di 40 le società fallite da inizio anno a causa dell’energia e la situazione sembra peggiorare di giorno in giorno. A farne i conti sono principalmente le aziende energivore appartenenti al settore siderurgico, al settore della carta e alla lavorazione di gomme e plastiche. Secondo lo studio dell’associazione artigiani di Mestre sul territorio nazionale sono circa il 20% le imprese ad alto consumo di energia e sono a rischio più di 500 mila posti di lavoro a causa dei rincari di luce e gas. Anche gli altri settori faranno i conti con l’aumento dei prezzi dell’energia che si sommano alle perdite di quasi due anni di Covid che già hanno fortemente impattato i bilanci di diversi esercizi commerciali.
Il settore della ristorazione sempre più a rischio
Il settore della ristorazione, messo in ginocchio da due anni di chiusure e dalle zone gialle, arancioni e rosse rischia ad oggi di subire una nuova impennata dei costi. Gli aumenti di inizio anno porteranno ad un incremento dei costi per i ristoratori di circa 3 miliardi di euro nel 2022. Sembrano non bastare quindi le manovre del governo e il miliardo promesso dall’Esecutivo italiano agli esercizi colpiti dalla quarta ondata di Covid. Infatti, oltre a bar e ristoranti i fondi andranno anche ad esercizi ricettivi, palestre, discoteche, cinema e teatri che ancora una volta dovranno affrontare una stagione difficile.
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Il vento non soffia nel Nord Europa: rischio nuovi Blackout
Il vento continua a tenere con il fiato sospeso tutto il continente Europeo. I primi segnali negativi erano arrivati nell’inverno del 2020 dove, un inverno molto freddo, i lockdown generalizzati e la mancanza di vento appunto, avevano dato le prime avvisaglie della tempesta perfetta del mercato dell’energia. Tempesta che però è arrivata solo sui prezzi dell’energia, con il vento che nel nord Europa si è affievolito, proprio nel momento in cui i consumi erano in ascesa. La richiesta di beni energetici si è spostata sempre più verso il gas naturale con un aumento della dipendenza e dei prezzi del metano Russo che è arrivato ad essere più del 40% del gas consumato in Europa. Non sembrano far ben sperare le tensioni Ucraine degli ultimi giorni che potrebbero portare ad ulteriori interruzioni nell’approvvigionamento.
Inverno e rischio di nuovi blackout
Se non abbiamo visto “saltare la luce” per alcune ore in tutte le città europee questo è stato grazie all’inverno mite che non ha messo in crisi la distribuzione dell’energia. Ma le scorte di energia rimangono sotto la media degli ultimi anni. Secondo Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, un blackout non è da escludere nel caso la fine dell’inverno si prolunghi. Infatti, le riserve di gas che a fine dicembre erano di circa 630 terawattora potrebbero scendere a 200 TWh alla fine di febbraio e un inverno più rigido delle previsioni, potrebbe prosciugare le provviste.
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Energia green dagli scarti delle barbabietole
La diminuzione dei sostegni europei al settore dello zucchero a partire dal 2005 ha portato gli agricoltori a dover trovare nuove entrate per non chiudere i battenti e la produzione di energia può salvare imprese e posti di lavoro.
Così dagli scarti delle barbabietole si è iniziato a produrre biometano.
L’energia viene prodotta dalla polpa uno scarto nella produzione dello zucchero. Inizialmente utilizzata per l’alimentazione animale questa, propriamente lavorata e fermentata, riesce a produrre biogas ancora “sporco” che se depurato, è utilizzato per il rifornimento dei camion o inserito direttamente nella rete SNAM.
Qual è la situazione del settore alimentare e i possibili sviluppi futuri?
Si prevede, per questo tipo di lavorazione, una crescita a doppia cifra nei prossimi anni dato che il Pnrr ha inserito lo sviluppo del biometano tra i propri obiettivi. Altro punto a favore è che con gli stessi impianti sarà possibile lavorare anche i liquami prodotti nelle stalle, ad oggi molto inquinanti, e che potranno essere così lavorati e smaltiti riducendo un ulteriore problema.
All’inizio del 2022 sono 21 gli impianti sparsi in Romagna e per tutto il nord Italia che producono circa 160 mila gigawattora l’anno. I ricavi per gli agricoltori che si associano alla produzione di energia elettrica tramite polpa aumentano anche del 50-60% rispetto alla semplice vendita del prodotto agli allevamenti.
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