FOMC in fase di atterraggio: allacciate le cinture!
La riunione del FOMC del 3-4 maggio dovrebbe imprimere alla politica monetaria una
netta accelerazione, dopo la svolta tiepida di marzo. Il Comitato dovrebbe alzare i
tassi di 50pb e annunciare un programma di rapida riduzione del bilancio, con
l’obiettivo esplicito di portare “speditamente” i fed funds verso la neutralità. La Fed
dovrebbe segnalare l’impegno a controllare l’inflazione frenando la domanda, a
qualunque costo. L’esperienza del passato insegna che, con le condizioni attuali, un
atterraggio morbido non è lo scenario più probabile.
La riunione del FOMC di maggio dovrebbe dare una sterzata aggressiva alla svolta della politica
monetaria, con un rialzo dei tassi di 50pb, l’impegno ad agire “speditamente” per riportare sotto
controllo l’inflazione e l’annuncio del nuovo programma di riduzione del bilancio. Il Comitato ha
già preparato il terreno per le misure che verranno annunciate il 4 maggio, con un coro unanime
a favore di un rialzo di 50pb.
Per quanto riguarda il bilancio, i verbali di marzo avevano indicato che a regime i limiti ai
riacquisti di titoli dovrebbero essere pari a un totale di 95 mld di dollari (60 mld di Treasury e 35
mld di MBS). L’inizio del programma dovrebbe avvenire con limiti inizialmente modesti, in rialzo
relativamente rapido (circa tre mesi) verso il livello obiettivo. È possibile che già per le settimane
successive alla riunione di maggio venga annunciata una sequenza di limiti, inizialmente pari a
circa 20 mld per i Treasury e 10 mld per MBS a maggio, in aumento verso 60 mld e 35 mld nei mesi
successivi. La riduzione del bilancio nel 2022 dovrebbe essere pari a circa 650 mld di dollari,
prevalentemente accompagnata, dal lato del passivo, da una correzione delle riserve.
La conferenza stampa di Powell sarà dedicata a suggellare la svolta verso un modello di Fed “à-
la-Volcker”, che implica una determinazione assoluta a perseguire il controllo dell’inflazione a
qualsiasi costo. Il sentiero dei tassi a nostro avviso porterà i fed funds in area neutrale, al 2,5%
entro l’autunno, con la possibilità di entrata in territorio restrittivo già a fine 2022 e un punto di
arrivo intorno al 3,5% nel 2023. I rischi sono verso l’alto sia per il 2022, sia per il 2023.
26 aprile 2022
Direzione Studi e Ricerche
Macroeconomic Research
Giovanna Mossetti
Economista – USA e Giappone
Fig. 1 – I cicli del passato segnalano che la Fed ha molta strada
da fare…
Fig. 2 – …e che l’atterraggio potrebbe essere brusco
Fonte: BEA, Federal Reserve Board Fonte: BLS, Federal Reserve Board
Fonte: Refinitiv Datastream
1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020
0
2
4
6
8
10
12
0
5
10
15
20
1Y % PRICE INDEX FOR PCE ex-food&energy, rhs
US FED FUNDS EFF RATE
Recession Source: Refinitiv Datastream
60 70 80 90 00 10 20
2
4
6
8
10
12
14
0
5
10
15
20
UNEMPLOYMENT RATE (RH Scale)
US FED FUNDS EFF RATE
Recession
Focus Stati Uniti 26 aprile 2022
Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 2
Un atterraggio morbido non è lo scenario centrale
La riunione del FOMC dovrebbe concludersi con un voto unanime a favore di un rialzo dei tassi
di 50pb e di un programma di rapida riduzione del bilancio. La parola chiave nel comunicato e
nella conferenza stampa sarà l’avverbio “speditamente”, con cui la Fed qualificherà il ritorno
previsto dei tassi verso la neutralità. Il sentiero dei tassi dovrebbe essere più rapido nella prima
fase di rimozione dello stimolo e potrebbe diventare più moderato nella fase più propriamente
restrittiva.
Il comunicato dovrebbe mantenere una valutazione positiva dell’economia, caratterizzata da
una crescita solida dell’attività e dell’occupazione, nonostante i freni persistenti dal lato
dell’offerta. L’inflazione dovrebbe, come a marzo, essere definita “elevata” per via di squilibri fra
domanda e offerta, “prezzi energetici in aumento e pressioni più diffuse sui prezzi”. Il testo
dovrebbe ribadire l’aspettativa di “aumenti continui” dell’intervallo obiettivo dei fed funds per
riportare l’inflazione verso il 2%. Inoltre, dovrebbe essere annunciato il sentiero dei limiti ai riacquisti
di titoli, da attuare forse già a inizio giugno, in linea con le indicazioni emerse dai verbali di marzo.
La parte principale della comunicazione sarà la conferenza stampa di Powell, che dovrebbe
ribadire l’impegno a riportare l’inflazione sotto controllo a ogni costo.
In assenza di revisioni delle proiezioni macroeconomiche, a maggio non ci saranno novità
esplicite sul sentiero e sul punto di arrivo atteso dei tassi. Powell dovrebbe ribadire che l’obiettivo
ora è raggiungere “speditamente” la neutralità con interventi “metodici” e costanti, e valutare
successivamente se e quanto occorrerà spingersi in territorio restrittivo. Tutti i partecipanti al
FOMC hanno espresso fiducia che, con l’economia forte e la domanda solida, la rimozione dello
stimolo monetario possa essere attuata senza far deragliare la ripresa, con un “atterraggio
morbido”. Powell ha però affermato più volte che la Fed farà quanto necessario per riportare
sotto controllo l’inflazione, anche con il rischio di generare una recessione, come avvenuto dopo
il 70% dei cicli di rialzo dei tassi del passato. Powell ha citato recentemente l’esempio di Volcker,
che negli anni ’80 ha attaccato il “drago inflazionistico” e smantellato la convinzione diffusa che
“un’inflazione elevata fosse uno sfortunato, ma immutabile, fatto della vita”.
I fattori che influenzeranno l’evoluzione dello scenario, nella fase di atterraggio dalla crescita
eccessiva attuale, saranno a nostro avviso la persistenza dell’inflazione elevata e il
surriscaldamento del mercato del lavoro. Questi fattori determineranno il sentiero della politica
monetaria e, essendo elementi che reagiscono con ritardo al rallentamento della domanda,
potrebbero generare una risposta di policy eccessiva e una frenata della crescita significativa
fra fine 2023 e il 2024. Nei paragrafi che seguono analizziamo brevemente il quadro
dell’inflazione e del mercato del lavoro, concludendo che la Fed dovrà probabilmente portare
i tassi in territorio restrittivo. Infine, ripercorriamo l’esperienza dei cicli passati per valutare la
probabilità di fine della ripresa nel 2024. La storia insegna che, con le condizioni attuali, sarà
difficile evitare una recessione, anche se lieve e relativamente breve. Ovviamente, come ha
detto Yellen, un atterraggio morbido è possibile, ma richiederebbe “abilità e anche buona
fortuna”.
Inflazione da eccesso di domanda radicata e diffusa. L’inflazione ha probabilmente toccato il
massimo ciclico a marzo 2022, e da aprile le variazioni tendenziali dovrebbero essere in calo per
via dell’effetto confronto con il 2021. Tuttavia, ciò che conta per la politica monetaria è la
dimensione delle variazioni mensili degli indici core e la loro diffusione. Le informazioni di tutte le
misure di inflazione sottostante sono coerenti nel mostrare un quadro di rialzi ampi e diffusi, anche
su base mensile (figg. 3 e 4), incompatibili con la definizione di stabilità dei prezzi della Fed. Il
punto cruciale per i prossimi trimestri è il peso relativo delle variazioni dei prezzi persistenti rispetto
a quelle transitorie. Diverse scomposizioni della dinamica dei prezzi mostrano che i rialzi dei prezzi
sono prevalentemente attribuibili a componenti persistenti (figg. 5 e 6). Indicatori anticipatori dei
prezzi di beni e servizi core puntano a ulteriore accelerazione generata da aumenti dei costi del
Il rialzo dei tassi verso la
neutralità sarà attuato
“speditamente”
Powell è disposto a
diventare Volcker
L’inflazione continuerà a
essere spinta dall’eccesso di
domanda di beni e servizi e
dalla capacità delle imprese
di trasferire gli aumenti di
costo sui prezzi finali
Focus Stati Uniti 26 aprile 2022
Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 3
lavoro e delle materie prime. CPI e CPI core dovrebbero aumentare del 6,8% e del 5,4%,
rispettivamente, nel 2022.
Fig. 3 – Tutte le misure di inflazione sottostante sono in rialzo Fig. 4 – Le variazioni mensili sono ampie e diffuse
Fonte: BLS, BEA, Cleveland Fed, Atlanta Fed Fonte: Cleveland Fed
Fig. 5 – I rialzi dei prezzi sono particolarmente marcati per le
componenti “acicliche”…
Fig. 6 – …e “rigide”
Fonte: San Francisco Fed Fonte: Atlanta Fed, BLS
Fig. 7 – Ancora pressioni verso l’alto per i beni… Fig. 8 – …e per i servizi
Fonte: BLS Fonte: BLS, S&P
Mercato del lavoro pericolosamente sotto pressione. Tutti gli indicatori del mercato del lavoro
danno segnali di surriscaldamento, con una carenza di offerta tale da impedire di soddisfare
ordini e domanda delle imprese. Il tasso di disoccupazione è in costante calo (prev. ISP: 3,2% a
08 10 12 14 16 18 20 22
0
2
4
6
0
2
4
6
1Y % CPI CORE
Trimmed mean CPI Cleveland 12M
1Y % chg PCE Ex food & energy
1Y % median CPI
Fed medium term target
Trimmed mean PCE – 12 M
Recession
Fonte: Refinitiv Datastream
mar 21 giu 21 set 21 dic 21 mar 22
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
TRIMMED MEAN CPI, % MOM
MEDIAN CPI, %MOM
0.5
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
01/88
02/90
03/92
04/94
05/96
06/98
07/00
08/02
09/04
10/06
11/08
12/10
01/13
02/15
03/17
04/19
05/21
Ayclical core PCE contribution (y/y)
Cyclical core PCE contribution (y/y) Fonte: Refinitiv Datastream
2000 2005 2010 2015 2020
2
4
6
8
0
5
10
15
20
CORE FLEXIBLE CPI (FRB ATLANTA, %YOY)
CORE STICKY CPI (FRB ATLANTA, %YOY), rhs
1Y % CPI CORE (RH Scale)
Recession
Fonte: Refinitiv Datastream
2017 2018 2019 2020 2021
0
2
4
6
8
10
0
5
10
15
1Y % PPI – goods ex-food&energy, adv. 1 m, rhs
1Y % CPI – commodities ex-food & energy
Recession Fonte: Refinitiv Datastream
04 06 08 10 12 14 16 18 20 22
0
2
4
6
-10
0
10
20
1Y % S&P/Case-Shiller home price, adv. 1yr
1Y % PCE: SRVS – HOUSING (RHS)
1Y % CPI – SHELTER (RHS)
Recession
L’eccesso di domanda sul
mercato del lavoro sta
alimentando un boom della
dinamica salariale
Focus Stati Uniti 26 aprile 2022
Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 4
fine 2022), e il rapporto fra posizioni aperte e disoccupati è a livelli record (1,8 a febbraio, fig. 10).
Le posizioni aperte, a 11,3 mln erano quasi il doppio dei disoccupati, 6,5 mln, a gennaio 2022. Il
gap non potrebbe chiudersi neppure con un ritorno della forza lavoro sui livelli pre-pandemici.
Circa il 50% delle piccole imprese ha una o più posizioni vacanti per mancanza di candidati. Il
tasso di dimissioni volontarie (fig. 11) indica crescente fiducia degli individui nella possibilità di
trovare un’altra occupazione, con condizioni uguali o migliori rispetto a quella lasciata. Posizioni
vacanti e dimissioni volontarie, con ritardi di 1 o 2 anni, sono i più accurati previsori della dinamica
salariale e segnalano, in linea con le indagini delle imprese, ulteriori persistenti rialzi dei salari in
un intervallo compreso fra il 5% e il 7,5% a/a.
Fig. 9 – Con la crescita occupazionale di marzo, a giugno tasso di
disoccupazione al 3,2% e l’occupazione sui livelli pre-Covid
Fig. 10 – 1,8 posizioni aperte per ogni disoccupato
Fonte: BLS Fonte: Department of Labor, BLS
Fig. 11 – Le dimissioni volontarie sono su livelli record e puntano a
ulteriore accelerazione dei salari
Fig. 12 – La curva di Phillips non è più piatta, la vita della Fed è di
nuovo difficile
Nota: Il “quits rate” è calcolato dividendo il numero di dimissioni volontarie
per il numero di occupati e moltiplicando il quoziente per 100. Fonte: Atlanta
Fed, Department of Labor
Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati BLS
Il mercato del lavoro è caratterizzato da un boom di domanda, testimoniato dalle posizioni
aperte su livelli record, e da un’offerta frenata da fattori sia temporanei sia strutturali. Il tasso di
partecipazione è ancora 1pp al di sotto del livello pre-Covid. Barrero, Bloom e Davis1 stimano
che la partecipazione sia frenata per almeno 2pp dai cambiamenti comportamentali associati
alla pandemia che, sulla base dei risultati della loro indagine, appaiono essere duraturi. Anche
ipotizzando un completo recupero del tasso di partecipazione sui livelli pre-Covid, a fine 2022
una crescita occupazionale vicina a quella di marzo 2022 (431 mila) porterebbe il tasso di
1 J. M. Barrero, N. Bloom, S. J. Davis, Long social distancing, aprile 2022
Fonte: Refinitiv Datastream
2019 2020 2021 2022
0
5
10
15
130
135
140
145
150
155
160
ALL EMPS – NONFARM INDUSTRIES
UNEMPLOYMENT RATE (RHS)
Recession
x 1.000
pre-Covid level -1.6 mln jobs
Fonte: Refinitiv Datastream
2005 2010 2015 2020
2
4
6
8
10
12
0,5
1,0
1,5
2,0
JOB OPENINGS, private (RHS)
Job openings/Number unemployed
Recession
x 1.000
Fonte: Refinitiv Datastream
08 10 12 14 16 18 20 22
1,5
2,0
2,5
3,0
2
3
4
5
6
7
Atlanta Fed wage growth tracker, median, 3mma
Atlanta Fed wage growth tracker, weighted, 3mma
Quits rate adv. 9 M (RH Scale)
Recession Fonte: Refinitiv Datastream
2 4 6 8 10 12 unemployment rate
0
1
2
3
4
5
6
CPI ex-energy
0
1
2
3
4
5
6
2006 2020Q2
2017
La domanda di lavoro deve
essere frenata: ma di
quanto?
Focus Stati Uniti 26 aprile 2022
Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 5
disoccupazione al 3,2%, mentre una variazione media mensile di occupati pari a 345 mila
lascerebbe il tasso di disoccupazione sul livello di marzo, a 3,6%.
In questo ciclo si è verificato un cambiamento rilevante per la politica monetaria: la curva di
Phillips è tornata ad essere inclinata negativamente, dopo due decenni in cui la pendenza si è
mantenuta intorno a zero (fig. 12). La curva attuale, di nuovo in linea con l’evidenza empirica
pre-anni 2000, mostra che riduzioni del tasso di disoccupazione sono associate a rialzi consistenti
dell’inflazione, con un trade-off che si riduce man mano che il tasso di disoccupazione scende.
La Fed non può ignorare questo fenomeno, anche alla luce degli ampi errori compiuti
interpretando ottimisticamente il trade-off disoccupazione/inflazione negli anni ’70.
Di quanto dovrebbe salire il tasso di disoccupazione per riportare il mercato del lavoro vicino
all’equilibrio? Per rispondere a questa domanda, si può osservare la fig. 10 e ipotizzare che
l’equilibrio possa essere definito da posizioni aperte sui livelli previsti dal trend in atto fra il 2015 e
il 2019 e da un rapporto posizioni aperte/disoccupati al livello medio del 2018-2019 (1,2). In
questo ipotetico equilibrio, i disoccupati dovrebbero aumentare di circa 700 mila, portando il
tasso di disoccupazione intorno al 4%. Ovviamente questo è un esercizio grossolano, ma dà un
ordine di grandezza per determinare un possibile obiettivo per la Fed. Secondo il modello FRB/US,
un rialzo dei fed funds di 100pb genera un incremento del tasso di disoccupazione di 0,2pp. La
nostra previsione per il tasso di disoccupazione vede un trend ancora verso il basso, con un
minimo a 3,2% a fine 2022.
Se il gap di disoccupazione da chiudere è di 0,6-0,8pp, il rialzo dei fed funds richiesto potrebbe
variare fra 300 e 400pb. Questa indicazione è in linea con quanto emerge dalle prescrizioni di
varie regole di politica monetaria. Un’analisi della Cleveland Fed assembla i risultati delle stime
di 7 semplici regole valutate con tre insiemi di previsioni macro (CBO, Survey of Professional
Forecasters e Cleveland Fed) e mostra che la stima mediana dei fed funds è intorno a 4% a fine
2023 (tab. 1). Anche una simulazione con il modello Oxford Economic Forecasting porta a
conclusioni simili. Con tassi più elevati di 300-400pb, la crescita rallenterebbe di circa 1,5-2pp e
sarebbe fra 1% e 1,5% nel 2024. Pur riconoscendo l’eccessiva semplificazione dell’esercizio
appena descritto, riteniamo che possa essere utile come guida per controllare la coerenza dello
scenario per le variabili macro e i tassi.
Tab. 1 – Toto-fed funds: fino a dove si spingeranno i tassi? Fig. 13 – La Fed sta usando la forward guidance per comunicare
un sentiero dei tassi realistico, il dot-plot è ormai obsoleto
75th Percentile Median 25th Percentile
2022.2 5.9 3.5 1.8
2022.3 5.6 3.6 2.4
2022.4 4.7 3.8 2.9
2023.1 4.8 3.7 3.3
2023.2 5.4 4.2 3.5
2023.3 5.1 4.1 3.5
2023.4 4.9 4.1 3.4
2024.1 4.7 4.0 3.4
Nota: tassi sui fed funds stimati usando 7 diverse regole di politica monetaria
e previsioni per le variabili macro formulate da 3 diversi previsori (CBO,
Survey of Professional Forecasters e Cleveland Fed. Fonte: Cleveland Fed
Fonte: Federal Reserve Board, Refinitiv-Datastream
Quale atterraggio con i fed funds fra 3,5% e il 4%? I principali fatti stilizzati dei cicli di rialzi dei tassi
degli ultimi 70 anni possono servire per integrare le previsioni per il 2023-24. Prima di tutto, ogni
volta che i rialzi dei tassi hanno generato un aumento del tasso di disoccupazione di almeno 0,3-
0,4pp, l’economia è entrata in recessione. Su 10 cicli di restrizione monetaria dagli anni ’50 in poi,
7 si sono conclusi con una recessione. I 3 atterraggi morbidi si sono realizzati nel 1965-66, 1983-84
Refinitiv Datastream
Federal Open Market Committee Projections
2022 2023Projection Year End Projection Year End Projection Year End
2024 Longer run
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
3.5
4.0
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
3.5
4.0
Implied Fed Funds Target Rate
Mar 2022
Median
Fed Funds Futures 3/16/2022
Fed Funds Futures 4/25/2022
L’esperienza storica punta a
un probabile atterraggio
brusco
Focus Stati Uniti 26 aprile 2022
Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 6
e 1994-95 (v. figg. 1 e 2). In questi tre casi il trend dell’inflazione non collima con quello del ciclo
attuale. In tutti e tre i cicli di rialzo “benigno”, l’inflazione era già in calo prima dell’intervento
monetario. Per esempio, nel 1994-95 la svolta dei tassi era stata giustificata dalla scarsità di risorse
disponibili ed era preventiva, dato che l’inflazione era intorno al 2,5%. Oggi la Fed è in ritardo,
con pressioni inflazionistiche e salariali ancora in aumento e una straordinaria scarsità di risorse
disponibili sul mercato del lavoro. Inoltre, ogni volta che l’inflazione è calata di circa 4pp, come
dovrà avvenire in questo ciclo, è seguita una recessione.
La storia quindi indica che, con l’aggiustamento atteso per riportare in equilibrio il mercato del
lavoro e controllare l’inflazione, la probabilità di recessione è piuttosto elevata. È vero che, come
ha notato recentemente Bullard, la Fed di oggi ha due vantaggi sulla Fed del passato, avendo
un’elevata credibilità in termini di controllo dell’inflazione e potendo utilizzare la forward
guidance per rimuovere stimolo monetario anche prima di agire sui tassi. Tuttavia, il punto di
partenza in termini di stance della politica monetaria è sfavorevole. Un’analisi della St Louis Fed
che include tassi e bilancio, stima che nel 4° trimestre 2021 le condizioni monetarie erano le più
espansive dal 1972 ed equivalenti a un tasso dei fed funds pari a -5%. Pertanto, la strada è
particolarmente lunga.
Previsioni per il breve e il medio termine: tassi in rialzo “spedito” verso la neutralità e ritmi più
moderati nei trimestri successivi. Le previsioni per il brevissimo termine sono facili: almeno due
rialzi consecutivi di 50pb a maggio e giugno. Tutte le riunioni fino almeno a metà 2023
dovrebbero vedere un intervento, la cui dimensione però dipenderà da alcune variabili chiave:
la risposta del mercato alla nuova stance della Fed e all’attuazione del programma di
riduzione del bilancio che dovrebbe iniziare a giugno;
il sentiero di occupazione e inflazione in USA nella parte centrale del 2022, che potrebbe
determinare rialzi di 50pb anche a luglio e settembre;
l’evoluzione della risposta europea alla guerra in Ucraina e l’andamento dell’economia
globale, frenata dai lockdown in Cina e dall’inflazione in rialzo.
La nostra previsione è che i tassi salgano fra il 2,5% e il 3% entro fine anno e verso il 3,5% nel 2023,
con rischi verso l’alto. L’impegno della Fed a riportare l’inflazione al 2% richiede restrizione della
domanda, che risponde con ritardo alla politica monetaria. Perciò, quando si vedrà il
rallentamento della crescita e il rialzo del tasso di disoccupazione, la Fed potrebbe avere già
impresso un freno eccessivo all’economia. Ma, come ha detto Powell, Volcker ha insegnato che
per domare l’inflazione “occorre tenere la rotta”.
Tab. 2 – Scenario 2022-24: rischi elevati di tassi restrittivi già nel 2022
GDP
annual ave
CPI
annual ave
CPI core
annual ave
CPI core y/y
end of year
Unemployment
rate (end of year)
fed funds rate
target interval
(end of year)
2020 -3.4 1.2 1.7 1.6 6.7 0-0.25
2021 5.7 4.7 3.6 5.5 3.9 0-0.25
2022 3.4 6.8 5.4 4.3 3.2 2.25-2.50 risks: 3
2023 2.1 3.1 2.8 2.2 3.6 3.0-3.25 risks: 3.5-3.75
2024 1.6 risks: <1.5 2.6 2.2 2.2 3.9 Same as above
Nota: Dati in %. Fonte: BEA, BLS, Federal Reserve Board, prev. Intesa Sanpaolo per gli anni 2022-24
Quale sentiero per i fed
funds?
Focus Stati Uniti 26 aprile 2022
Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 7
Appendice
Certificazione degli analisti e comunicazioni importanti
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di minore entità in quanto:
– contiene analisi macroeconomiche (c.d. Macroeconomic Research) o è relativo a Fixed Income, Currencies and Commodities
(c.d. FICC Research) ed è reso liberamente disponibile al pubblico indistinto tramite pubblicazione sul sito web della Banca –
Q&A on Investor Protection topics – ESMA 35-43-349, Question 8 e 9.
Metodologia di distribuzione
Il presente documento è per esclusivo uso del soggetto che lo riceve da Intesa Sanpaolo e non potrà essere riprodotto, ridistribuito,
direttamente o indirettamente, a terzi o pubblicato, in tutto o in parte, per qualsiasi motivo, senza il preventivo consenso espresso da parte
di Intesa Sanpaolo. Il copyright ed ogni diritto di proprietà intellettuale sui dati, informazioni, opinioni e valutazioni di cui alla presente
scheda informativa è di esclusiva pertinenza del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, salvo diversamente indicato. Tali dati, informazioni,
opinioni e valutazioni non possono essere oggetto di ulteriore distribuzione ovvero riproduzione, in qualsiasi forma e secondo qualsiasi
tecnica ed anche parzialmente, se non con espresso consenso per iscritto da parte di Intesa Sanpaolo.
Chi riceve il presente documento è obbligato a uniformarsi alle indicazioni sopra riportate.
Focus Stati Uniti 26 aprile 2022
Intesa Sanpaolo – Direzione Studi e Ricerche 8
Metodologia di valutazione
I commenti sui dati macroeconomici vengono elaborati sulla base di notizie e dati macroeconomici e di mercato disponibili tramite
strumenti informativi quali Bloomberg e Refinitiv-Datastream. Le previsioni macroeconomiche, sui tassi di cambio e sui tassi d’interesse sono
realizzate dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, tramite modelli econometrici dedicati. Le previsioni sono ottenute mediante
l’analisi delle serie storico-statistiche rese disponibili dai maggiori data provider ed elaborate sulla base anche dei dati di consenso tenendo
conto delle opportune correlazioni fra le stesse.
Comunicazione dei potenziali conflitti di interesse
Intesa Sanpaolo S.p.A. e le altre società del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo (di seguito anche solo “Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo”)
si sono dotate del “Modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231” (disponibile sul
sito internet di Intesa Sanpaolo, all’indirizzo: https://group.intesasanpaolo.com/it/governance/dlgs-231-2001) che, in conformità alle
normative italiane vigenti ed alle migliori pratiche internazionali, include, tra le altre, misure organizzative e procedurali per la gestione
delle informazioni privilegiate e dei conflitti di interesse, ivi compresi adeguati meccanismi di separatezza organizzativa, noti come Barriere
informative, atti a prevenire un utilizzo illecito di dette informazioni nonché a evitare che gli eventuali conflitti di interesse che possono
insorgere, vista la vasta gamma di attività svolte dal Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo, incidano negativamente sugli interessi della
clientela.
In particolare, l’esplicitazione degli interessi e le misure poste in essere per la gestione dei conflitti di interesse – facendo riferimento a quanto
prescritto dagli articoli 5 e 6 del Regolamento Delegato (UE) 2016/958 della Commissione, del 9 marzo 2016, che integra il Regolamento
(UE) n. 596/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le norme tecniche di regolamentazione sulle disposizioni
tecniche per la corretta presentazione delle raccomandazioni in materia di investimenti o altre informazioni che raccomandano o
consigliano una strategia di investimento e per la comunicazione di interessi particolari o la segnalazione di conflitti di interesse e successive
modifiche ed integrazioni, dal FINRA Rule 2241, così come dal FCA Conduct of Business Sourcebook regole COBS 12.4 – tra il Gruppo
Bancario Intesa Sanpaolo e gli Emittenti di strumenti finanziari, e le loro società del gruppo, nelle raccomandazioni prodotte dagli analisti
di Intesa Sanpaolo S.p.A. sono disponibili nelle “Regole per Studi e Ricerche” e nell’estratto del “Modello aziendale per la gestione delle
informazioni privilegiate e dei conflitti di interesse”, pubblicato sul sito internet di Intesa Sanpaolo S.p.A all’indirizzo
https://group.intesasanpaolo.com/it/research/RegulatoryDisclosures. Tale documentazione è disponibile per il destinatario dello studio
anche previa richiesta scritta al Servizio Conflitti di interesse, Informazioni privilegiate ed altri presidi di Intesa Sanpaolo S.p.A., Via Hoepli, 10
– 20121 Milano – Italia.
Inoltre, in conformità con i suddetti regolamenti, le disclosure sugli interessi e sui conflitti di interesse del Gruppo Bancario Intesa Sanpaolo
sono disponibili all’indirizzo https://group.intesasanpaolo.com/it/research/RegulatoryDisclosures/archivio-dei-conflitti-di-interesse ed
aggiornate almeno al giorno prima della data di pubblicazione del presente studio. Si evidenzia che le disclosure sono disponibili per il
destinatario dello studio anche previa richiesta scritta a Intesa Sanpaolo S.p.A. – Macroeconomic Analysis, Via Romagnosi, 5 – 20121 Milano
– Italia.
Intesa Sanpaolo Spa agisce come market maker nei mercati all’ingrosso per i titoli di Stato dei principali Paesi europei e ricopre il ruolo di
Specialista in Titoli di Stato, o similare, per i titoli emessi dalla Repubblica d’Italia, dalla Repubblica Federale di Germania, dalla Repubblica
Ellenica, dal Meccanismo Europeo di Stabilità e dal Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria.
Intesa Sanpaolo Direzione Studi e Ricerche – Responsabile Gregorio De Felice
Tel. 02 879+(6)
Macroeconomic Analysis
Luca Mezzomo (Responsabile) 62170 luca.mezzomo@intesasanpaolo.com
Alessio Tiberi 62985 alessio.tiberi@intesasanpaolo.com
Macroeconomic Research
Paolo Mameli (Responsabile) 62128 paolo.mameli@intesasanpaolo.com
Lorenzo Biagioli lorenzo.biagioli@intesasanpaolo.com
Aniello Dell’Anno 63071 aniello.dellanno@intesasanpaolo.com
Giovanna Mossetti 62110 giovanna.mossetti@intesasanpaolo.com
Andrea Volpi 62339 andrea.volpi@intesasanpaolo.com
International Research Network
Economista – Asia ex Giappone
Silvia Guizzo 62109 silvia.guizzo@intesasanpaolo.com