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Soddisfatti o rimborsati o nessuna garanzia? Progettare il futuro di Fabriano!

Il 05 maggio 2022 la FIOM di Ancona e la FIOM nazionale, hanno dato vita ad una
giornata di approfondimento sul tema del lavoro con una iniziativa tenutasi a
Fabriano, alla quale hanno partecipato per una importante discussione, Il Goverrno, la
Regione, importantissime imprese del territorio chiamati dal sindacato dei
metalmeccanici ( e delle metalmeccaniche ) della CGIL, per provare ad aprire una
discussione su come, in un ragionamento più generale e di settore ( elettrodomestico )
si possa riuscire a capire come conciliare e mettere insieme le esigenze di tutti,
nell’interesse del Lavoro e del Territorio.
La FIOM di Ancona non si è limitata a questo ma ha anche avanzato una serie di
proposte che vorrebbero essere lo spunto per l’inizio di un confronto reale, sul
territorio di Fabriano ma in una logica di politiche industriali del sistema paese.
Soddisfatti o rimborsati è una formula di garanzia e garanzie sono quelle che oggi
chiedono ed necessitano le persone che rappresentiamo; per fare questo è
fondamentale capire come rendere il territorio attrattivo per le imprese, al fine di
invertire i processi di delocalizzazione di desertificazione industriale, quindi
progettare in prospettiva e andare oltre la gestione delle singole crisi, partendo
proprio dal completamento e dal potenziamento delle infrastrutture materiali e
digitale, che rischiano di tenere isolata e sganciata l’area montana della provincia di
Ancona.
Sicuramente la strada da seguire è quella della Innovazione, per valorizzare le
competenze che già esistono e per svilupparne di future e necessarie, puntando sulla
rete di fornitura, utilizzando gli strumenti normativi che già esistono ( area di crisi
industriale complessa ) e cogliere le opportunità previste nel decreto sud, al fine di
sburocratizzare e semplificare gli adempimenti per chi investe nel territorio,
individuando agevolazioni fiscali e facilitando accessi al credito.
Creare un equilibrio tra attività industriali e tutela dell’ambiente, anche nella logica di
sviluppo di un’economia circolare, puntando sullo smaltimento sostenibile di quanto
si è prodotto , anche con il fine di recupero delle materie prime, i cui prezzi oggi
sono aumentati in maniera esponenziale e che rischiano di non rendere più sostenibile
la produzione in Italia.

E’ necessaria una attenta analisi delle reali necessità professionali che contempli
anche la richiesta futura ( robotizzazione, industria 4.0 ), istituendo delle vere e
proprie scuole di formazione lavorativa che prevedano la partecipazione del
pubblico e del privato , bacini professionalizzanti finalizzati all’assunzione a tempo
indeterminato, anche per contrastare l’eccessiva precarietà che rischia di svilupparsi
in nome della richiesta di flessibilità del mercato.
Abbattere l’aumento dei costi energetici, tornando ad incentivare la produzione di
energia pulita ( fotovoltaico ) come sta già avvenendo e superincentivando le imprese
che mettessero a disposizione delle comunità circostanti il surplus di energia verde
prodotta durante i momenti di fermo produttivo, rivedendo ed allargando lo stesso
concetto di comunità energetica.

Ringiovanire le fabbriche attuando la staffetta generazionale significherebbe
puntare sul futuro, abbattere il costo fisso del lavoro, garantendo il turn over che
deriverebbe dall’applicazione di strumenti normativi come i contratti di espansione e
l’isopensione.
Ma se è vero, ed è vero, che i principali costi oggi sono quelli della logistica ed esiste
una grandissima difficoltà a reperire componentistiche, bisognerebbe davvero puntare
sulla ricomposizione della storica filiera di fornitori del territorio, anche
attraverso operazioni di reshoring di quelle componenti che sono state
delocalizzate in tutto il mondo: costituire reti d’impresa della fornitura serve a
creare occupazione stabile, sostenibilità e ricchezza da redistribuire a tutti, dentro una
logica di contattazione inclusiva, abbattendo i costi per le aziende e le disefficienze
che penalizzano i bilanci e peggiorano le condizioni di vita delle persone che
lavorano; su questo servirebbe davvero una forte volontà del Governo, con interventi
di politiche industriali vere.
Dopo gli apprezzamenti per l’iniziativa della FIOM, che ha lanciato una forte
richiesta di confronto che nasce dalla necessità di mettere in sicurezza il Lavoro
nel fabrianese, presentando una propria proposta e delle idee, è necessario che
le Istituzioni, Regione e Governo, convochino il tavolo di discussione tra tutte le
parte e tanto auspicato da tutti.
Non vogliamo più gestire solo emergenze ma parlare di progettualità, di sviluppo
del fabrianese e della tutela della qualità e della quantità dei posti di
lavoro, del futuro del territorio all’interno di una discussione di politiche
industriali e di settore ( Elettrodomestico ), per farci trovare preparati
quando arriveranno le prossime scelte che le aziende faranno.

Non più delocalizzazioni ma creare i presupposti per altre operazioni di
Reshoring: l’accordo ELICA ha dimostrato che si può fare!
Segreteria FIOM CGIL Ancona