Attualità a cura di Maurizio Donini

Note di viaggio – La Camargue di Aigues Mortes

Superati i fasti della Costa Azzurra e la placida meraviglia dell’incontaminata Porquerolles,
abbandonato il blu profondo e i colori intensi della Provenza, si prosegue per uno dei posti che
sono parte dell’immaginario comune fin dalla scuola, la Camargue.
L’occasione è ghiotta, la festa annuale dei Tori, uno dei simboli della Camargue assieme ai cavalli, è
un evento unico che raccoglie gente da tutto il mondo. Le regole francesi sono rigidissime, i tori
sono usati per spettacoli di gioco e corse, nessuna violenza, no sangue, nell’arena entrano solo
ragazzi che cercano di non farsi incornare e calpestare, spesso il toro vince e spedisce i malcapitati
al pronto soccorso giustamente preparato all’uopo. Bellissime le corse dei tori scortati dai cavalli
per le strade di Aigues Mortes, puro spettacolo. Ma la cittadina di Aigues Mortes è uno spettacolo
medievale di straordinaria bellezza, circondata da mura su cui è possibile passeggiare, le vie
antiche e la piazza deliziosa, i ristoranti tipici, tutto porta a un’atmosfera incantata. Intorno a
questa città magica una natura incontaminata, stagni che si accendono di colori intensi, dal rosa al
cremisi quando cala il sole, ammirare il tramonto dalle mura di cinta è uno spettacolo incredibile.
La sera la città si anima, i ristoranti servono piatti tipici a base di toro, un protocollare stringente
prevede che solo una piccola parte del parco taurino possa essere usato a scopo alimentare, ma il
piatto tipico dei guardian, “le gardian de taureaux” ovvero lo stufato di toro, merita la curiosità,
anche a mio parere non vale il classico manzo. Ma la cucina e i ristoranti della città sono pronti a
soddisfare tutti i gusti, da “La Bodega” dove si può gustare la cucina catalana al tipico e raffinato
Le Gallion, qualità delle materie prime, presentazione, servizio, tutto è destinato a sanare la fame
e la sete (il vino della Camargue è davvero buono). I negozi del centro sono poi prodighi di
specialità locali, il riso di cui la regione camarguese è l’unica dove viene coltivato in tutta la
Francia, ma anche sali aromatizzati formaggi e salumi, fate scorta senza tema.
Una regione incontaminata e selvaggia che è possibile esplorare in barca o a cavallo, ma anche con
dei 4×4, le gite organizzate non mancano e valgono la pena. Andando verso la straordinaria Saintes
-Marie-de-la-Mer (ne parleremo più approfonditamente in futuro), è d’obbligo la visita
all’incredibile PARC ORNITHOLOGIQUE DE PONT DE GAU, migliaia di fenicotteri rosa, les flamants
roses, riempiono tutto il percorso che si sviluppa in modo perfetto attraversando questo piccolo
angolo di paradiso. Ho visto riserve dove dovevi cercare i volatili con il binocolo, qui è un trionfo di
popolazione colorata che riempie ogni angolo, stupefacente.
La visita di questa regione è un’esperienza che va vissuta intensamente per assaporarne il gusto,
un popolo accogliente che ama la vita e il sole, che porta dentro la durezza e gli stenti dei
guardiani di tori loro antenati. Una natura che hanno saputo conservare gelosamente, fattorie che
sono diventate centri di divulgazione turistica e officine di generi alimentari tipici. Campagne e
colori che si mescolano a profumi intensi, se poi vi spingerete fino alle spiagge potrete innamorarvi
di questo mare che poco ha da invidiare alle campagne retrostanti.
MAURIZIO DONINI