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MONASTERO DI FONTE AVELLANA, NASCE UN CENTRO PER RACCONTARE AL TURISTA UN PATRIMONIO MILLENARIO

Il Centro è stato realizzato da Svem, società di sviluppo della Regione Marche, nell’ambito del
progetto europeo “Take it slow”
Un nuovo spazio “a misura di turista” per valorizzare una delle testimonianze più importanti del
monachesimo nelle Marche. Si tratta del “Centro di interpretazione del patrimonio culturale
immateriale dei Monaci Camaldolesi di Fonte Avellana”, allestito nell’area del Monastero di Fonte
Avellana (località Serra Sant’Abbondio – PU) e realizzato da Svem, la società di sviluppo della
Regione Marche, grazie a risorse del progetto europeo strategico “Take it slow”. Il Centro è stato
presentato nei giorni scorsi ad Ancona, nel corso dell’evento “Smart Tourism Conference”, che ha
visto i partner di progetto italiani e croati condividere esperienze e buone pratiche nel comune
obiettivo di promuove ed incentivare l’offerta turistica sostenibile.
“Vogliamo considerarlo un progetto pilota replicabile in altre aree e realtà. Sempre con finalità
turistiche e di attenzione al patrimonio culturale. Il turismo religioso rappresenta una fetta importante
del Pil regionale, quindi valorizzare realtà come Fonte Avellana, il Santuario della Madonna
dell’Ambro o il Cammino Francescano, per citarne alcune, è un obiettivo che la Svem, insieme con la
Regione Marche, perseguirà”, commenta il presidente Svem, Andrea Santori.
Frutto di un anno di lavoro condotto da Svem con il prezioso supporto della Congregazione dei
Monaci Camaldolesi di Fonte Avellana, il Centro offre al visitatore, attraverso pannelli descrittivi e
supporti multimediali, una narrazione emozionale ed immersiva, accompagnandolo alla scoperta
della millenaria storia di questi luoghi. L’interpretazione riguarda le testimonianze culturali e naturali,
immateriali, sviluppatesi attorno al Monastero, nell’obiettivo di facilitare la presentazione e la
valorizzazione del patrimonio e di offrire chiavi di lettura diverse per una fruizione attiva.
La prima sala introduce il visitatore al Monastero e al suo patrimonio architettonico, culturale e
naturale, citato da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Un approfondimento è dedicato alla
dimensione etica dell’Appennino, fonte inesauribile di riflessioni per organizzare una comunità attenta
ed operosa per la cura e la salvaguardia della natura.
Il percorso prosegue con un focus sulla storia degli Ordini Monastici Avellanita e Camaldolese, eredi
di una tradizione che dal X secolo si è posta in rapporto creativo con l’ambiente agricolo e forestale
del territorio. A testimonianza dell’importante ruolo svolto dai monaci amanuensi nella conservazione
del patrimonio culturale, un approfondimento è dedicato a “Scriptorium, Codici e Pergamene a Fonte
Avellana”.
Il viaggio si conclude con una trattazione del Codice Forestale Camaldolese, che racchiude oltre 850
anni di conoscenze e consuetudini sulla gestione agricola e forestale sostenibile operata dai Monaci
Camaldolesi e Avellaniti. Il Codice, tramandato nei secoli, testimonia la dimensione etica del rapporto
Uomo-Ambiente in una piena sintonia di identificazione dei monaci con gli alberi. Un messaggio di