Coldiretti Marche: “Il cibo di qualità vale 132 milioni”
Continua a crescere il valore delle produzioni di qualità marchigiane ma olio extravergine di oliva di pregio come il Marche Igp o il Cartoceto dop, salumi come il Prosciutto di Carpegna o la Casciotta di Urbino sono messi ingiustamente dietro la lavagna dall’etichetta a colori Nutriscore che rischia di affermarsi in Europa. Lo denuncia Coldiretti Marche alla lettura del Rapporto Ismea-Qualivita 2022 che vede le Marche raggiungere quota 132 milioni di euro per l’agroalimentare certificato. La nostra Dop Economy annovera 35 denominazioni tra food e wine. Ed è proprio quest’ultima a tirare di più con ben 106 milioni, in crescita di quasi il 6% rispetto all’anno precedente (2021 su 2020) mentre il cibo vale 26 milioni (+11%). “Il settore della qualità – spiega Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – vede quasi 3mila operatori al lavoro per garantire ai consumatori che sulle proprie tavole continueranno ad arrivare i cibi della Dieta Mediterranea, patrimonio dell’umanità, da secoli presenti nella nostra alimentazione. Di contro le etichettature a colori danno risultati distorti: considerano zuccheri, grassi e sali senza tenere conto delle proporzioni quando invece l’equilibrio nutrizionale andrebbe ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera. Le etichette a semaforo danno messaggi allarmistici ei fuorvianti bocciando ad esempio un elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva e dando luce verde, ad esempio, a bevande light o “zero zuccheri” ma di cui si ignora la ricetta. La demonizzazione di questi prodotti coincide in maniera evidente con la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale. Non lo possiamo accettare”. Tra le province Ancona è quella che produce il maggior valore con Ancona 57 milioni, seguita da Ascoli e Fermo a 24 milioni, Macerata a 22 milioni e Pesaro a 21 milioni. Il vino “pesa” per l’80% mentre nella classifica delle regioni le Marche sono sul podio, a pari merito con l’Umbria e dietro solo alla Sardegna e alla Toscana, per le carni fresche. Il cibo di qualità, tra l’altro, rappresenta anche un’ottima leva turistica visto che Secondo Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio oltre un viaggiatore su cinque sceglie le Marche per i suoi paesaggi naturali, il 16% per i prodotti tipici locali (4 punti in più rispetto alla media italiana) e c’è anche un 4% che cerca la ristorazione di eccellenza.