Prelievo di ghiaia dal fiume Esino per il ripascimento della spiaggia di Montemarciano: no di WWF e Legambiente
Il WWF Marche e Legambiente Marche esprimono un parere negativo riguardo al progetto di
ripascimento della spiaggia di Montemarciano e Falconara Nord.
“Il consolidamento degli arenili non può essere fatto a discapito dell’equilibrio ecosistemico
garantito dai fiumi”. Attraverso le parole del Delegato regionale WWF Tommaso Rossi e del
Presidente Legambiente Marche Marco Ciarulli filtra grossa preoccupazione per quello che
viene presentato come un “progetto pilota”, per futuri ulteriori prelievi di ghiaia dai fiumi per il
ripascimento delle spiagge.
Nell’ambito delle consultazioni pubbliche previste dal procedimento di Valutazione di Impatto
Ambientale del progetto definitivo- ricorda Tommaso Rossi- il WWF ha già espresso un parere
contrario alla realizzazione del progetto che prevede il prelievo di circa 400.000 metri cubi di
sedimenti dal fiume Esino, con riprofilatura dell’alveo, in quattro diversi tratti dell’asta fluviale da
Jesi a Chiaravalle per una lunghezza complessiva di circa 10 km. “L'impatto antropico è enorme:
parliamo di oltre 600 giornate lavorative per 80 camion al giorno, per un progetto funzionale al
ripascimento di due soli km di spiaggia a Marina di Montemarciano, di cui 1,5 km senza
protezione e 500 metri protetti da scogliere”.
“Nonostante durante il procedimento di VAS e Vinca, anche a seguito delle nostre osservazioni,
siano state apportate delle mitigazioni dell’impatto sulla biodiversità rispetto al progetto inziale”-
prosegue il delegato WWF Tommaso Rossi- “quello che preoccupa è l’approccio concettuale del
progetto: un così alto impiego di risorse economiche pubbliche, per produrre effetti temporanei sia
sulla mitigazione del rischio idrogeologico nel fiume (2-3 anni) e sul ripascimento della spiaggia.
E’ stata garantita una durata di 10 anni, ma potrebbero essere anche di meno in caso di forti e
ripetute mareggiate”.
Secondo il geologo Andrea Dignani, consulente dell’Oasi WWF Ripa Bianca e membro del
Comitato scientifico del WWF Marche, “il progetto non tiene contro che si produrrà un aumento
della pendenza dell’alveo con un significativo aumento della velocità di deflusso idrico senza
laminazione delle piene con trasferimento del picco di piena a valle nelle aree a rischio elevato
(R4), in un contesto geomorfologico nel quale non hanno di fatto dimostrato il sovralluvionamento
dell’alveo e in un quadro normativo dove non si è provveduto alla redazione del Programma di
gestione dei sedimenti secondo la Direttiva Comunitaria Quadro Acque ed Direttiva Alluvioni e DL
133/2014. Per l’assetto del lungomare di Montemarciano e Falconara non si dovrebbe utilizzare
materiale di ripascimento analogo a quello preesistente, ovvero lo stesso materiale erodibile, ma
andrebbe considerato di utilizzare metodologie alternative di difesa della costa oppure di avviare
una pianificazione di delocalizzazione delle strutture.”. Gli fa eco Marco Ciarulli, presidente di
Legambiente Marche: “l’approccio progettuale, invece di individuare una alternativa duratura e
sostenibile per l’assetto del lungomare di Montemarciano e Falconara, intende assecondare una
strategia di periodici interventi sull’asta fluviale e sulla spiaggia, con il ripetersi di ciclici impatti
ambientali e continui impieghi di risorse pubbliche per la risoluzione delle medesime
problematiche”.
Le aree dove prelevare i sedimenti devono essere individuati dal programma di gestione sedimenti a
scala di bacino e non individuate all’interno di un progetto con analisi circoscritte e limitate. Il
prelievo dovrebbe essere funzionale ad interventi integrati che mirino contemporaneamente alla
riduzione del rischio e alla tutela e al recupero degli ecosistemi e della biodiversità, mentre il
progetto effettua un prelievo di ghiaie creando un impatto ambientale per un obiettivo di
ripascimento temporaneo che potrebbe essere raggiunto con prelievo in altre aree (barre alle foci e
cave terrestri)
WWF e Legambiente chiedono, per questo progetto e per la risoluzione in futuro delle medesime
problematiche, una seria valutazione di soluzioni alternative e auspicano che le risorse pubbliche
impiegate per la realizzazione dei progetti siano impiegati per interventi integrati, che prendano in
considerazione contemporaneamente la mitigazione del rischio idrogeologico ed il miglioramento
dello stato ecologico dell’asta fluviale (con l’impiego di soluzioni basate sulla natura quali ad
esempio le aree di laminazione naturale) e con effetti durevoli nel tempo.