Distretto Biologico: “Una grande potenzialità per far crescere le Marche”
Più di 2mila aziende, oltre 90mila ettari di superficie e la forza di un’immagine fatta di benessere, qualità, corretta alimentazione e cura dell’ambiente. È il Distretto Biologico Marche che questa mattina ha presentato a Montacuto, presso le Cantine Moroder, le sue linee strategiche, alla presenza del Presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Mirco Carloni, e dell’Assessore della Regione Marche, Andrea Maria Antonini. Il documento programmatico presentato fornisce un chiaro quadro dell’agricoltura biologica nelle Marche, ne analizza i punti di forza e i margini di miglioramento. Si tratta di un settore che vede la nostra regione pioniera, ieri, e area europea fra le più green, oggi. Presenti anche il presidente del Distretto, Giovanni Girolomoni, e i membri dell’esecutivo in rappresentanza delle organizzazioni agricole: Andrea Passacantando (Copagri), Federico Marchini (Cia) e Tommaso Di Sante (Coldiretti). Dal regionale al nazionale, Carloni ha anche illustrato nelle sue conclusioni il nuovo “Piano d’azione nazionale 2024-2026 per la produzione biologica e i prodotti bio”, dopo il via libera della Conferenza Stato-Regioni.
Lo studio presentato a Montacuto è stato realizzato da Elena Viganò e Fabio Musso, docenti dell’Università di Urbino, che hanno indicato la biodiversità come vocazione di un distretto “che apre grandi opportunità per la crescente attenzione verso l’agricoltura biologica e le produzioni sostenibili, che si combina con la grande popolarità del cibo italiano, apprezzato in tutto il mondo, e che rafforza la ricchezza del territorio regionale in termini di cultura, storia, arte, paesaggi e ambiente”. Il Distretto Biologico Marche, infatti, rappresenta un modello di eccellenza che integra produzione agricola biologica, benessere e salute, turismo sostenibile e sviluppo economico, coniugando tradizione e innovazione. Un esempio tangibile di come sia possibile perseguire la prosperità̀ economica, senza rinunciare alla cura dell’ambiente e alla valorizzazione del territorio.
Va perseguita, secondo i due docenti, la riconoscibilità del brand Marche in un quadro di forte concorrenza riguardante sia i prodotti agroalimentari che le destinazioni turistiche. Su questo la regione ha un grande potenziale ancora da esprimere, se si pensa che, relativamente ai prodotti tipici, le Marche sono riconosciute come regione attrattiva solo dallo 0,5% dei consumatori che non ci sono mai stati, mentre la percentuale sale al 9% fra coloro che le hanno visitate, ponendo la regione al terzo posto (dopo Emilia Romagna e Toscana) per attrattività di tali prodotti. Nelle Marche, secondo i dati del Sinab, l’agricoltura biologica ha superato i 121mila ettari, con un’incidenza del 26,6% rispetto al totale della superficie agricola, ponendo la regione già oggi oltre l’obiettivo del 25% chiesto dalla Commissione europea entro il 2030, di gran lunga sopra la media italiana (18,7%) ed europea (9,6%). Numeri destinati a crescere come quelli del Distretto Biologico Marche. Un manuale che sarà messo a disposizione delle aziende aderenti e che potrà essere inviato facendone richiesta all’indirizzo info@distrettobiologicomarche.