Malattie Neuromuscolari: inaugurati i primi quattro posti letto del Centro Clinico NeMO Bologna
Presentato il progetto integrale del nuovo reparto che si realizzerà all’Ospedale Bellaria sul modello di presa in carico
multidisciplinare dei Centri Clinici NeMO
Bologna, 3 aprile – Da oggi è realtà il primo nucleo di quattro posti letto che danno avvio al Centro Clinico
NeMO Bologna presso l’Ospedale Bellaria. Nell’aula magna del Palazzo Regionale, questa mattina è stato
celebrato il primo passo concreto verso la realizzazione di quello che diventerà, entro il prossimo biennio, un
intero reparto, dedicato esclusivamente alla cura e alla ricerca sulle malattie neuromuscolari, secondo il
consolidato modello multidisciplinare dei Centri Clinici NeMO, già presenti in sette sedi su tutto il territorio
nazionale.
Al Bellaria si avvia, dunque, la presa in carico multidisciplinare a cura dell’équipe che ha seguito la formazione
ricevuta in questi mesi dagli esperti dei Centri Clinici NeMO. L’aspetto più innovativo, infatti, sono proprio loro, il
team dei clinici e degli operatori specializzati e integrati in un unico reparto. I primi 4 posti letto sono situati, al
momento, nel reparto di pneumologia al terzo piano del Padiglione G dell’Ospedale e rappresentano il primo
passo concreto di una riorganizzazione nella presa in carico di queste patologie complesse. Un progetto che
evolverà nel primo luogo di cura a vocazione totalmente pubblica, nato sull’esperienza dei Centri NeMO che
hanno dimostrato la loro efficacia prendendosi cura dal 2008 di 20.000 famiglie in tutta Italia.
Sono circa 15 le figure del primo nucleo di professionisti (tra medici e operatori sanitari) che collaboreranno per
rispondere in modo integrato ai bisogni complessi di cura dei pazienti con Sla, Sma, Distrofie Muscolari o Sindromi
Atassiche, guidati dal Prof. Rocco Liguori, Direttore della UOC Clinica Neurologica e Professore Ordinario di
Neurologia dell’Università degli Studi di Bologna che dichiara: “La formazione che abbiamo iniziato nei mesi scorsi è
stata frutto di una collaborazione preziosa e proficua con gli esperti dei Centri NeMO. I nostri operatori hanno potuto
toccare con mano cosa significhi integrare la competenza con un nuovo modello di cura e continueremo nei prossimi
mesi a confrontarci ed apprendere in una formazione dinamica. Mettere il paziente al centro di ogni nostro operare è
questa per noi la parte sfidante, la nostra stella polare”.
“Il percorso di cura, altamente specialistico e multidisciplinare, che concentrerà presso l’Istituto pazienti affetti da
malattie neuromuscolari rare, in parte genetiche, rappresenta una sfida ed un’opportunità per i nostri ricercatori –
sottolinea il Prof. Raffaele Lodi, Direttore Scientifico dell’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna – La
realizzazione del centro favorirà lo studio dei meccanismi di malattia attraverso le più aggiornate conoscenze e le
ultime tecnologie disponibili, inoltre ci consentirà di implementare la valutazione dell’efficacia di trattamenti innovativi a
cui potranno essere sottoposti in sicurezza i singoli pazienti nelle fasi acute e croniche della malattia”.
Dal punto di vista strutturale, la localizzazione definitiva del NeMO Bologna si inserisce nel piano di
ristrutturazione che l’Ospedale Bellaria ha previsto con la valorizzazione dei fondi del PNRR, secondo la “Missione 6 –
Salute, per un ospedale più sostenibile e sicuro”. Le planimetrie del progetto presentate questa mattina – e già
condivise con le associazioni dei pazienti AssiSLA, Asamsi, Aism, Aisla, Aisa, Telethon, UILDM – prevedono che due
dei quattro piani del Padiglione C in ristrutturazione saranno dedicati interamente al NeMO. Oltre 1.000 mq per
un’area di degenza con 14 posti letto: spazi completamente attrezzati per la movimentazione del paziente e
l’accoglienza del suo caregiver; ambulatori, aree di attesa e accettazione, e una palestra di 60mq per la
riabilitazione motoria.
“Per tutti noi il Centro NeMO Bologna non è solo un cambio organizzativo, ma è prima di tutto un cambio culturale
importante. È un cambio di paradigma del prendersi cura e questi primi quattro posti letto sono preziosi per
permetterci di avviare un nuovo modello multidisciplinare, e così allenarci ad un metodo. – afferma Paolo Bordon,
Direttore generale dell’Azienda USL di Bologna. Questo primo passo è ancora più importante perché siamo stati
riconosciuti anche come Centro Regionale di riferimento per le malattie neuromuscolari. Questo traguardo ci deve
spingere a mettere in rete la diffusione della conoscenza tra professionisti per migliorare ulteriormente la cura e
l’assistenza per i pazienti” precisa il Direttore generale dell’Ausl.
“Per la regione Emilia-Romagna questa sperimentazione nell’ambito dei ricoveri riabilitativi per i casi di malattie
neuromuscolari rappresenta una sperimentazione e si integra alle attività già messe in campo – dichiara Raffaele
Donini, assessore regionale alle Politiche per la Salute – Il nostro obiettivo è quello di continuare ad assicurare le
migliori cure possibili a chi si affida alle nostre strutture e, anche per questo motivo, realizzeremo uno studio
prospettico osservazionale, in stretta connessione con il Programma Centro Clinico NeMO, per una costante verifica
dei risultati”.
“L’Ateneo supporta con convinzione tutte le iniziative, quali quelle meritorie del Centro Clinico NeMo, in grado di
fornire risposte concrete alla complessità dei bisogni assistenziali dei pazienti e alle necessità delle loro famiglie”,
afferma il Rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari. “Sotto questo profilo, l’Università, anche attraverso la
programmazione del proprio Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie, non farà mancare il proprio
sostegno mettendo a disposizione la propria capacità di far collaborare professionisti di altissimo livello in discipline
complementari, quali la neurologia, la fisiatria e la pneumologia, contribuendo in modo decisivo alle attività di ricerca e
di sviluppo di soluzioni innovative per le principali patologie neuromuscolari”.
Sviluppo del know-how scientifico, continuità tra cura e ricerca per garantire l’accesso alle terapie innovative
e investimento nei percorsi ospedale-domicilio sono gli aspetti che caratterizzano anche il NeMO Bologna, nel
suo essere luogo e spazio di incontro tra le istanze dei pazienti, l’esperienza clinica e la visione di cura di un
territorio che è da sempre culla di sperimentazione di nuovi modelli di ambito sanitario. A monitorare la
garanzia della qualità e dell’efficacia degli standard di cura è un Comitato Tecnico-Scientifico, che vede la presenza
degli esperti dei Centri NeMO.
“Questa giornata celebra l’inizio di un nuovo viaggio per la nostra comunità neuromuscolare – dichiara Alberto
Fontana, presidente dei Centri Clinici NeMO – Il progetto del NeMO Bologna diventerà presto il luogo fisico
interamente gestito dalla pubblica amministrazione in cui i professionisti potranno accogliere le nostre famiglie, dando
loro la sicurezza di sentirsi a casa. Questi primi quattro posti letto segnano l’avvio del cambiamento dell’esperienza di
cura e insieme li proteggeremo, perché sono il laboratorio prezioso dove imparare a costruire l’integrazione delle
competenze. Ringrazio le istituzioni di questa meravigliosa terra di innovazione per aver creduto ed investito nella
possibilità di realizzare questo viaggio”.
I Centri NeMO nascono sedici anni fa dalla volontà e dal sostegno delle associazioni dei pazienti con malattie
neuromuscolari, rappresentando un modello concreto di empowerment. Bologna si fa promotore di una nuova
esperienza, diventando esempio di salute partecipata, voluta per garantire la cura e il supporto ai cittadini più fragili,
attraverso il loro coinvolgimento. Alice Greco, coordinatrice della Consulta delle malattie neuromuscolari della
Regione ne ha sottolineato tutta l'importanza di questo modello, che potrebbe diventare un paradigma per la cura di
altre patologie complesse e croniche.
Presente all’appuntamento anche l’Assessore al Welfare e Salute Luca Rizzo Nervo, delegato del Sindaco di
Bologna, Matteo Lepore, che ha concluso: “Il Centro NeMo rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma perché
mette al centro la persona in un’ottica di multidisciplinarietà e integrazione delle competenze. Grazie a questo nuovo
progetto la città di Bologna diventa ancora più inclusiva”.