Salgono a 1500 ettari i contratti del girasole marchigiano per biocarburanti, Coldiretti Marche: “Contratti di filiera, come promesso, per garantire il giusto reddito agli agricoltori”
Dal girasole marchigiano alla produzione di bioenergia e biocarburanti. Una mano all’ambiente e soprattutto un’opportunità per le aziende agricole, grazie all’accordo tra Coldiretti Marche, Eni e Consorzi Agrari d’Italia. Il contratto di filiera da sottoscrivere prevede una quotazione di 41 euro al quintale e di 42 euro al quintale per la seconda coltivazione più iva. “Il 20% in più rispetto al prezzo di mercato per il girasole altoleico – evidenzia Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche – Per stipulare questi contratti basta rivolgersi agli uffici di zona di Coldiretti o direttamente agli operatori di Cai”. Con oltre 37mila ettari dedicati e circa 835mila quintali raccolti (Istat, 2023) la nostra è la prima regione d’Italia per produzione di girasole. Ancona e Macerata, rispettivamente con 315mila e 196mila quintali, rappresentano da sole oltre il 60% della produzione regionale. Seguono Pesaro (142mila), Fermo (133mila) e Ascoli (47mila). “Alla fine dello scorso anno – fa notare Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – abbiamo assistito ad un crollo del 73% del prezzo, mentre sugli scaffali l’olio di semi di girasole aveva subito un’impennata del 28% rispetto al periodo precedente alla guerra in Ucraina. È evidente che i numeri non tornano. Non è tollerabile che a pagare siano sempre agricoltori e consumatori”. Il tutto rientra nella strategia di Eni che sta varando una sua divisione Agro-Energie di sementi non destinati all’alimentazione e necessari alla produzione di biocarburanti. Proprio i contratti di filiera sono lo strumento individuato da Coldiretti per dare agli agricoltori la giusta remunerazione e difendere la categoria a oscillazioni dei prezzi spesso dovute alle speculazioni. Proprio come nel caso di contratti di filiera con Olitalia per la produzione di olio di semi 100% Made in Italy. Strumenti che possono unire alla giusta remunerazione del lavoro agricolo anche la possibilità di programmare e investire.