La spesa europea per la componentistica solare è passata dai 6 miliardi di euro del 2016 agli oltre 25 miliardi di euro del 2022 e si arriverà a 42 miliardi nel 2024, prevede EnergRed (www.energred.com), E.S.Co. impegnata nel sostenere la transizione energetica delle pmi italiane, basandosi sui dati del think tank Ember, dell’organizzazione della filiera solare europea SolarPower Europe e di Eurostat.
«Rispetto al 2022, l’incremento a fine 2024 sarà del 68%» puntualizzando gli analisti di EnergRed. Il maggiore aumento lo continueranno a registrare le componenti cinesi che, solo considerando il primo semestre del 2023, secondo i dati rilasciati dalla General Administration of Customs della Repubblica Popolare Cinese (GACC), hanno registrato un +34% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, passando da 85 GW a 114 GW.
Gran parte della domanda europea viene soddisfatta proprio dalla Cina, anche perché il costo di produzione di un modulo solare in Europa è più del doppio dell’attuale prezzo spot cinese. I moduli solari, che sono pannelli solari completamente assemblati, rappresentato il 90% del totale delle esportazioni solari cinesi.
«La Cina detiene così più dell’80% della quota di mercato globale nella capacità di produzione solare, rendendo le sue esportazioni anche un indicatore per monitorare la transizione mondiale verso l’energia pulita» sottolineano gli esperti di EnergRed.
Ma se da una parte la crescita delle esportazioni dalla Cina sta contribuendo a soddisfare la crescente domanda di energia pulita ed economica, trainata da mercati come l’Europa (60%), il problema è che il prezzo favorevole ha portato ad un eccesso di scorte: SolarPower Europe ha recentemente riferito alla Commissione Europea che nei nostri magazzini sono stoccati moduli solari in quantità tali da soddisfare il doppio della domanda annuale europea.
Insomma ci sarebbero scorte per due anni, acquistate ad un valore della metà del costo in Europa. Tanto è che la Germania sembra avere gettato la spugna.
«L’Italia può tuttavia ancora vincere la sfida tecnologica, puntando su una maggiore resa e su una maggiore sostenibilità e circolarità» sostiene l’ingegnere Moreno Scarchini, ceo di EnergRed, la prima E.S.Co. in Italia a fornire impianti fotovoltaici nella modalità “Care&Share” che, contrariamente alle proposte dei suoi competitor, non prevede alcuna esposizione finanziaria da parte del cliente per l’acquisto o la gestione dell’impianto (costo zero).
Senza dimenticare il programma per inviare sulla Terra l’energia prodotta da pannelli solari in orbita. Il progetto dell’European Space Agency (ESA) prevede un grande contributo italiano da parte di Enel che ha messo a disposizione sia il team di ricerca sul fotovoltaico di Catania che i centri che si occupano di batterie tra cui quello di Roma, e di Thales Alenia Space, joint venture tra la francese Thales Group e l’italianissima Leonardo.
«E proprio nella zona di Catania si sta sviluppando l’Etna Valley, la nuova Silicon Valley destinata a diventare il più grande sito produttivo europeo di pannelli fotovoltaici, puntando tutto su una maggiore qualità e su una maggiore resa, con una efficienza certificata del 27,1% in una cella di 9 centimetri quadrati» mettono in evidenza gli esperti di EnergRed.
«Combinando l’etero-giunzione, una giunzione tra materiali aventi gap energetici diversi, e la perovskite, un minerale accessorio di rocce ignee fortemente alcaline e povere in silice, sarà presto possibile ampliare ulteriormente la parte dello spettro solare che può essere convertita in elettricità, arrivando a raggiungere un’efficienza delle celle fotovoltaiche pari ad oltre il 30%» conclude l’ingegnere Moreno Scarchini.
Nel frattempo, già ad oggi, le aziende possono comunque usufruire della tecnologia d’avanguardia di EnergRed e dell’ineguagliabile metodologia “Care&Share” che prevede un contratto PPA (Power Purchase Agreement) della durata di 12 anni, durante i quali il cliente è libero di auto-consumare l’energia a chilometri zero, prodotta dall’impianto, pagandola ad un costo fisso molto inferiore rispetto a quello della rete. Alla fine del contratto, l’impianto fotovoltaico viene ceduto gratuitamente al committente, che potrà continuare la sua attività senza pensieri e senza aver investito nulla.
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