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VENT’ANNI DI SUCCESSI PER LA NEUROCHIRURGIA DI PESARO

Nuove tecniche e tecnologie all’avanguardia sempre a misura di paziente. L’incontro, che ha
visto la partecipazione di luminari da tutta Italia, si è tenuto oggi, nella città di Rossini, al Charlie
Urban Hotel all’Hotel
Pesaro, 18 maggio 2024 – C’è un impegno rigoroso e appassionato dietro il lavoro dell’Unità
Operativa di Neurochirurgia dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Pesaro Urbino, che dalla sua
fondazione, nel 2004, ha fatto grandi passi avanti nel trattamento delle patologie cerebrali.
Complici le più innovative tecniche e tecnologie di diagnosi e cura impiegate prestando la massima
attenzione al singolo paziente, il centro, diretto dal dottor Letterio Morabito, festeggia i suoi primi
20 anni confermandosi un’eccellenza a livello nazionale ed internazionale. A testimoniarne il
prestigio la rivista statunitense Newsweek che, nella sua classifica dei migliori reparti 2024, lo
posiziona al quarto posto in Italia e nella top 50 nel mondo.
L’occasione per celebrare lo storico traguardo arriva con il convegno “Vent’anni di Neurochirurgia
tra scienza e tecnologia”, che si è tenuto oggi al Charlie Urban Hotel di Pesaro: un momento di
confronto sulle nuove frontiere della neurochirurgia, ma anche una giornata per ripercorrere i
progressi che hanno cambiato il volto di queta disciplina e che la struttura pesarese ha
abbracciato, combinando sapientemente innovazione e cura della persona, sempre al centro della
sua galassia.
“Siamo un reparto relativamente giovane, che supera i mille interventi l’anno. Questi risultati –
afferma Morabito – sono frutto della competenza e dell’entusiasmo di tutta l’equipe che annovera
otto collaboratori sotto la mia guida e un team infermieristico esperto, ma anche del sostegno
dell’intero ospedale di Pesaro. Sin dall’inizio tutti gli specialisti di altre branche della medicina si
sono spesi con estrema disponibilità per adeguare gli esami diagnostici, le tecniche di anestesia, le
problematiche rianimatorie e le diagnosi istologiche ai diversi tipi di intervento neurochirurgico,
aiutandoci a gestire le più svariate esigenze terapeutiche e di riabilitazione. Queste collaborazioni,
fondamentali in ambito medico e chirurgico, ci hanno portato a condividere difficoltà e sfide per
offrire ai pazienti il miglior trattamento possibile, innalzando gli standard delle prestazioni ad
altissimi livelli. Grazie al supporto del mondo imprenditoriale, inoltre, siamo riusciti a dotare
l’Unità Operativa delle tecnologie più evolute. Tutto ciò ci ha permesso di trasformare il reparto in
una struttura complessa e di eseguire procedure impegnative con metodi innovativi. Penso ad
esempio, all’“awake surgery”, ovvero le operazioni a paziente sveglio, indicate per intervenire su
tumori cerebrali che interessano le aree del linguaggio, alle endoscopie per le neoplasie cerebrali e
del basicranio eseguite in collaborazione con i colleghi otorini e alla chirurgia spinale mininvasiva”.
il convegno, suddiviso in quattro sessioni, ciascuna dedicata alle principali patologie
neurochirurghe – i gliomi, i tumori del basicranio, le lesioni vascolari cerebrali e del rachide – ha
messo in luce i più recenti approcci sviluppati per garantire il miglior risultato possibile, sia in
termini di efficacia della cura che di qualità di vita del paziente.
In questo panorama, l’evento si è rivelato un momento fondamentale per comprendere lo stato
dell’arte e confrontarsi sui nuovi orizzonti della neurochirurgia. Un’ opportunità di riflessione e
dialogo che ha richiamato alcuni tra i più autorevoli esperti italiani. Tra questi, il professor Luigino
Tosatto, alla guida della Neurochirurgia dell’ospedale Bufalini di Cesena, Roberto Donati, già

primario del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale di Faenza, Riccardo Antonio Ricciuti, direttore
dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia del San Camillo Forlanini di Roma, ed Edoardo
Boccardi dell'Ospedale Niguarda di Milano.
In particolare si è dibattuto sulla rilevanza dei monitoraggi intraoperatori, della chirurgia guidata
dalla fluorescenza e sul ruolo centrale della multidisciplinarità: tutte sfide raccolte da tempo
dall’Unità Operativa diretta dal dottor Morabito. Tra gli argomenti affrontati, infine, l’impiego
delle applicazioni di intelligenza artificiale in corsia: un tema caldo e di stretta attualità, sviscerato
dall’avvocato Alessandro Lucchetti.
“Grazie allo sviluppo di metodologie diagnostiche sempre più sofisticate, di tecniche
microchirurgiche avanzate – prosegue Morabito – e di tecnologie innovative oggi riusciamo ad
affrontare con successo casi che fino a pochi anni fa erano difficili da trattare. Il nostro reparto ha
raggiunto un livello tecnologico e organizzativo all’avanguardia, senza dimenticare l’empatia e il
rispetto per il paziente e la sua storia clinica e personale. Ogni paziente è a sé e proprio per questo
al momento sono scettico sull’utilizzo dei software di IA in reparto. Ritengo che le applicazioni
esistenti non possano sostituire scelte delicatissime che spettano solo al medico. Inoltre, non
esistono attualmente garanzie sull’accuratezza dei dati utilizzati e sulla trasparenza
nell’aggiornamento degli algoritmi”.
Ufficio Stampa
Convegno
Venti anni di Neurochirurgia
tra scienza e tecnologia