Economia

Intesa Sanpaolo: presentato insieme a Prometeia il Rapporto Analisi dei Settori Industriali* Maggio 2024

Il fatturato dell’industria manifatturiera italiana dovrebbe stabilizzarsi sui 1160 miliardi di euro nel 2024, a
prezzi correnti: +250 miliardi rispetto al 2019, a chiusura di un ciclo post-Covid da record. A prezzi costanti,
le attese sono di moderato rimbalzo in media d’anno (+0,6%), grazie a un secondo semestre più dinamico
che dovrebbe consentire di recuperare parte di quanto perso nel 2023 (-2,1%).
 Fondamentale sarà il contributo del canale estero: in un contesto di progressiva ripresa della domanda
mondiale, prevediamo esportazioni di beni manufatti in crescita del 2,6% nel 2024, a prezzi costanti.
 Anche il mercato interno darà un contributo positivo alla crescita 2024, ma in ridimensionamento rispetto
al periodo post-pandemia, in particolare per quanto riguarda gli investimenti, sia nelle costruzioni, in
fisiologica normalizzazione, sia nei beni strumentali, penalizzati dal lento passaggio al nuovo pacchetto
incentivante Transizione 5.0.
 In crescita i consumi che, favoriti dal recupero del reddito disponibile eroso dall’inflazione, potranno
superare i livelli 2019 anche a prezzi costanti. A fare da traino saranno i servizi, a fronte di consumi di beni
manufatti meno dinamici, con spunti di crescita per i beni durevoli per la mobilità e una tenuta della spesa
per beni alimentari, che continuerà a incidere in maniera rilevante sulla spesa complessiva togliendo spazi
di recupero al comparto abbigliamento.
 Nello scenario di medio termine, l’industria manifatturiera italiana potrà crescere a tassi più dinamici nel
biennio 2025-26 (+1,2% medio annuo) in cui verranno realizzati gli investimenti del PNRR. La dinamica
della crescita sarà più contenuta (sotto l’1% medio annuo) nell’orizzonte al 2028, dove il mercato interno
potrebbe perdere slancio in assenza di nuovi provvedimenti e il ruolo di traino tornerà a essere affidato
soprattutto alle esportazioni.
 Gli investimenti nella doppia transizione digitale e ambientale saranno fondamentali per sostenere la
competitività delle imprese italiane e saranno favoriti dall’attesa riduzione dei tassi di interesse a partire
dalla seconda metà del 2024. Un salto di produttività si prefigura come necessario, anche per garantire
continuità operativa in un contesto di progressivo calo demografico, che influirà negativamente sulla
forza lavoro oltre che sui consumi interni.
 Sul fronte consumi, che a fine 2023 erano ancora inferiori ai livelli del 2007 (-1,1% a prezzi costanti, a fronte
di un sorpasso già realizzato in Spagna +2,3%, Francia +12,6% e Germania +13,4%, nonostante la
debolezza dell’ultimo biennio), le prospettive sono di modesta crescita, frenata dalla debole dinamica
salariale, dai vincoli di reddito (che interessano un numero crescente di famiglie, in particolare con minori,
e i giovani), e da riduzione e invecchiamento della popolazione.
 In questo contesto, i settori che avranno le maggiori opportunità di crescita nel medio periodo sono quelli
legati alla twin transition e ai mercati esteri, a iniziare da Elettrotecnica (+2,6% medio annuo nel
quadriennio 2025-28, in termini di fatturato deflazionato), Meccanica (+2%) ed Elettronica (+1,4%), davanti
agli Autoveicoli e moto (+0,9%). Positive anche le prospettive per Largo consumo (+2,3%) e Farmaceutica
(+1,9%), che oltre a una migliore tenuta sui mercati internazionali beneficeranno di una dinamica dei
consumi interni più vivace rispetto ad altri comparti di spesa.
 Ci attendiamo una complessiva tenuta di margini e redditività del manifatturiero nell’orizzonte di
previsione (MOL medio al 9,2% e ROI medio al 7,8% nel 2025-28), che potranno stazionare su livelli elevati
garantendo alle imprese una buona sostenibilità dei debiti connessi agli investimenti.

Analisi dei Settori Industriali / Maggio 2024

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Sintesi per la stampa

Fatturato manifatturiero 2024 ancora su livelli record a prezzi correnti, in recupero a prezzi costanti
Il fatturato dell’industria italiana dovrebbe stabilizzarsi sui 1160 miliardi di euro a fine anno, a prezzi correnti:
+250 miliardi rispetto al 2019, a chiusura di un ciclo post-Covid da record. A prezzi costanti, le attese sono di
moderato rimbalzo (+0,6%), che consentirà di recuperare solo in parte quanto perso nel corso del 2023 (-
2,1%). Dopo una prima parte dell’anno ancora debole, infatti, in linea con quella che è stata la tendenza
prevalente nel 2023, ci attendiamo un secondo semestre di maggior dinamismo, grazie all’impatto positivo che
il rientro dell’inflazione avrà sulla domanda interna e internazionale, e al conseguente ribasso dei tassi
d’interesse.
L’indice Istat, che sintetizza il clima di fiducia delle imprese manifatturiere italiane, resta in territorio negativo
ma è in costante ripresa dai minimi di novembre 2023. I giudizi su ordini e domanda sono in miglioramento,
nonostante un saldo ancora negativo sia sul fronte interno che sui mercati esteri. Inoltre, si riscontra un minor
pessimismo degli operatori relativamente alle attese sulla produzione, che potrebbe presto concretizzarsi in
un’inversione ciclica, interrompendo la fase di caduta dei livelli di attività in atto dal secondo trimestre del 2023.
Sarà soprattutto il canale estero a fornire il contributo più rilevante alla performance 2024
Il commercio mondiale ritroverà progressivamente slancio dopo la battuta d’arresto del 2023, pur a fronte di
rischi geopolitici che potrebbero esercitare pressioni al ribasso. Buone opportunità di export emergeranno sia
sui mercati extra-europei, soprattutto gli Stati Uniti, che stanno registrando performance superiori alle attese,
sia all’interno dell’area UE, che nel 2023 aveva rallentato maggiormente in termini di scambi commerciali.
Ci aspettiamo che le imprese italiane siano in grado di cogliere le opportunità offerte dai mercati internazionali,
registrando una crescita dell’export del 2,6% a prezzi costanti che confermerebbe la buona competitività
dimostrata negli ultimi anni. Il processo di rafforzamento avviato post-crisi 2009, infatti, ha consentito a un
nucleo sempre più ampio di aziende di inserirsi come partner affidabili nelle catene globali del valore e/o di
conquistare quote nei mercati mondiali.
Meno trainante la domanda interna, con investimenti in fisiologica normalizzazione del ritmo di
crescita…
A rallentare il passo nel corso del 2024 saranno soprattutto gli investimenti in costruzioni, dopo il ciclo
eccezionale degli anni post-Covid. La contrazione dell’edilizia residenziale, indotta da un contributo meno
espansivo della riqualificazione (rimodulazione del Superbonus, stop definitivo alla cessione del credito e allo
sconto in fattura), potrà essere compensata solo parzialmente dagli investimenti del genio civile, sostenuti
dall’accelerazione attesa degli interventi legati al PNRR.
Gli investimenti in beni strumentali si confermeranno in crescita nell’anno in corso, ma a ritmi meno dinamici
di quelli degli anni post-pandemia, risentendo della fase di passaggio al nuovo piano incentivante Transizione
5.0.
…solo in parte controbilanciata dalla crescita dei consumi
Grazie al recupero del reddito disponibile eroso dall’inflazione, nel 2024 i consumi interni si manterranno in
crescita posizionandosi sopra i livelli di spesa pre-Covid anche a prezzi costanti, dopo il pareggio del 2023. A
trainare il recupero saranno i servizi (in particolare quelli legati alla socialità, come alberghi e ristoranti, cultura e
spettacolo) e i beni durevoli per la mobilità, che si confermeranno in crescita vivace, dopo il punto di minimo
toccato durante la pandemia. In sostanziale tenuta la spesa per beni alimentari, che a seguito dei recenti rincari
continuerà a incidere in maniera rilevante sulla spesa complessiva per consumi nel 2024, e sui redditi delle
famiglie, togliendo spazi di recupero ai consumi di abbigliamento e calzature, soprattutto per le famiglie meno
abbienti. I beni durevoli per la casa (mobili, elettrodomestici), invece, risentiranno dell’effetto di sgonfiamento
degli incentivi rivolti al comparto delle ristrutturazioni edilizie.