Attualità a cura di Maurizio Donini

Decarbonizzazione e contrattazione collettiva

È sempre più diffusa la consapevolezza che, ad oggi, affrontare contestualmente la complessa interazione tra giustizia sociale, sostenibilità economica e questioni ambientali sia l’unica via per una giusta transizione. Su questo si appunta l’analisi di Sara Prosdocimi, Ricercatrice ADAPT: “Secondo quanto emerso da uno studio condotto sulla contrattazione collettiva nei settori energetico-petrolifero e metalmeccanico, in cui il processo di decarbonizzazione risulta particolarmente arduo (settori hard-to-abate), i partner sociali hanno promosso la transizione verde, ma non hanno ancora internalizzato nelle disposizioni contrattuali e collettive nelle aree di intervento e strumenti a supporto della transizione socio-ecologica, che richiede di affrontare congiuntamente gli impatti sociali, oltre che economici e ambientali, dei processi di trasformazione e riconversione. I partner sociali, al momento, circoscrivono gli strumenti evidenziati o i temi trattati unicamente alle questioni ambientali, trascurando i fattori sociali inevitabilmente influenzati dai processi di transizione. Una riflessione attenta sui dati emersi porta però a concludere che l’ampio margine di miglioramento rispetto alla proattività delle parti sociali, sia la conferma di un loro potenziale ruolo chiave nei processi di trasformazione e riconversione.”.

 

Nell’analisi si sottolinea come i partner sociali, al momento, circoscrivono gli strumenti evidenziati o i temi trattati unicamente alle questioni ambientali, trascurando i fattori sociali inevitabilmente influenzati dai processi di transizione. Si evidenziano, inoltre, disparità significative tra i due settori analizzati, che pongono quello energetico petrolifero a uno step di consapevolezza successivo rispetto a quello metalmeccanico, almeno sul fronte della contrattazione collettiva. Il settore energetico-petrolifero prevede, infatti, specifici osservatori e comitati congiunti a supporto della transizione ambientale o corsi di formazione su temi ecologici; al contrario, il settore metalmeccanico non presenta disposizioni su tali questioni. Il settore energetico-petrolifero affronta, inoltre, seppur non riconoscendo esplicitamente il loro impatto in ambito sociale, tematiche come il ricambio generazionale e l’uguaglianza di genere, questioni centrali per una transizione giusta secondo numerosi studi; diversamente la contrattazione collettiva nel settore metalmeccanico rimane ancorata alla definizione di misure, strumenti e processi tradizionalmente regolati dagli accordi collettivi, trascurando queste aree di intervento nelle quali agire in una più ampia prospettiva di transizione socio-ecologica.

 

Tutto questo nonostante, infatti, l’analisi della contrattazione collettiva finora non riveli particolare consapevolezza e dinamismo tra sindacati o associazioni datoriali nel promuovere aspetti come la democrazia, la giustizia e l’inclusione sociale nei necessari processi di transizione ecologica, esiste un indubbio potenziale di miglioramento, legato in particolare ad una gestione propositiva del cambiamento e non soltanto reattiva da parte dei partner sociali.

 

MAURIZIO DONINI