Attualità a cura di Maurizio Donini

La polarizzazione nel mercato del lavoro

I dati ISTAT sul mercato del lavoro riferiti al mese di febbraio 2024, pubblicati oggi, riportano un aumento
di 41 mila unità in un mese sul totale degli occupati. Gli occupati in più sono +352mila in 12 mesi (da
febbraio 2023 a febbraio 2024). Il target dei 24 milioni di occupati è sempre più vicino, ad oggi siamo a
23,773 milioni, il numero più alto di sempre. Il dato più rilevante riguarda la crescita del numero degli
occupati a tempo indeterminato, con un aumento considerevole pari a 142mila unità in un mese e al
contempo un calo importante, -76 mila unità, degli occupati a termine. Il numero di occupati permanenti
sfiora oggi i 16 milioni (15,969), record storico, con una crescita di 603 mila unità in soli 12 mesi, trend che
prosegue ormai dal post-pandemia. Gli occupati a termine scendono a 2,8 milioni, ai livelli del 2017 (se si
esclude lo shock pandemico). Le performance migliori riguardano il segmento di popolazione fra i 25 e i 49
anni, con una crescita del tasso di occupazione dello 0,3% e una diminuzione del tasso di inattività, e la
popolazione maschile che cresce di 54mila unità. L’occupazione under 25 resta in difficoltà, con un calo del
tasso di occupazione dello 0,4% (tornando indietro di oltre 12 mesi) e una crescita sia degli inattivi che dei
disoccupati; anche l’occupazione femminile è leggermente in calo, -13mila unità in un mese, ma
osservando i dati in una prospettiva di genere su 12 mesi, l’occupazione femminile è cresciuta leggermente
di più, con +1,6%, rispetto a quella maschile, con +1,4%. Sostanzialmente stabile la fascia 50-64 anni. Se si
depurano però i dati della componente demografica, a crescere sono soltanto i lavoratori nella fascia over
35, con un marcato calo dei disoccupati e degli inattivi in quella 35-49 anni.
Come spiega Francesco Seghezzi, Presidente ADAPT: “Dati positivi che, dopo i dubbi sollevati dalla battuta
di arresto dei dati di gennaio, confermano un lento ma costante cambio di volto del mercato del lavoro
italiano verso una maggior presenza di occupazione permanente. Anche il tasso di occupazione sale,
toccando il 61,9%, vicino al record di dicembre 2023. Cresce ugualmente il tasso di disoccupazione (+0,2%),
con un aumento dei disoccupati di 46mila unità, anche a causa della diminuzione del tasso di inattività che
torna vicina al minimo storico (33%), con -65mila unità di inattivi, un dato positivo, perché significa che le
persone stanno cercando lavoro e molte lo trovano, ma che resta altissimo se letto in una prospettiva
comparata europea. Spiegare questo andamento del mercato del lavoro resta complesso, tuttavia, è
possibile evidenziare due elementi dirimenti: il primo riguarda gli effetti prodotti nell’ultimo decennio dalla
riforma Fornero che, aumentando l’età pensionabile, ha fatto sì che un numero maggiore di persone
rimanesse più a lungo nel mercato del lavoro, persone assunte in un momento storico in cui il contratto a
tempo indeterminato era la normalità. Il secondo fattore, più recente, è l’impatto del calo demografico, per
cui un numero inferiore di persone in età da lavoro spinge le imprese a utilizzare anche l’incentivo del
tempo indeterminato per attrarre lavoratori; allo stesso modo si spiega la tendenza, che emerge dai dati di
flusso, di una crescita delle trasformazioni di contratti a termine in contratti a tempo indeterminato. In
questo contesto, un fattore critico di cui tenere conto riguarda l’evidente rischio di ulteriore polarizzazione
del mercato del lavoro, evidenziato dalla presenza sempre rilevante di occupati a termine, poiché coloro
con competenze inferiori e minor appetibilità per le imprese rischiano di restare intrappolati in una spirale
di contratti di lavoro di bassa qualità che si reiterano di continuo. Per questo è quanto mai urgente oggi
rimettere al centro il tema della formazione e della riqualificazionedei lavoratori.”.
MAURIZIO DONINI