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Presentata la sesta edizione dell’Inchiesta congiunturale Club degli Orafi Italia – Intesa Sanpaolo

Il Club degli Orafi Italia e Intesa Sanpaolo hanno realizzato la sesta edizione dell’inchiesta
congiunturale presso le più importanti aziende dell’industria orafa italiana, che completa e integra
i risultati quantitativi sul settore e offre una view aggiornata sul sentiment degli operatori.
• Questa rilevazione è stata integrata anche con un questionario aggiuntivo dedicato al tema della
sostenibilità per approfondire le misure attuate dalle aziende per promuovere le azioni ESG,
garantire la tracciabilità delle materie prime e migliorare l’impatto ambientale e sociale delle loro
attività.
• Complessivamente gli operatori hanno confermato le attese sul 2024: un terzo dei rispondenti
prevede un aumento del fatturato (era il 28% nella rilevazione di dicembre). Queste evidenze
risultano coerenti con la variazione dell’indice ISTAT di fatturato che nel primo semestre ha
mostrato un incremento del 4%, in controtendenza rispetto al sistema moda che sconta una
riduzione del -8%.
• Restano positive anche le prospettive per investire con il 29% del campione che dichiara
investimenti in crescita rispetto al 2023. Si riducono i timori legati al costo del debito e al costo
dell’energia, per effetto dell’introduzione di politiche monetarie più accomodanti e del progressivo
rientro dei costi energetici.
• Gli investimenti risultano necessari per affrontare il contesto competitivo (indicato come fattore di
spinta dal 42% del campione) e per cogliere l’evoluzione della domanda.
• Le imprese mostrano una buona attenzione verso i temi legati alla sostenibilità con un mix articolato
di misure adottate che cresce con le dimensioni aziendali. La pratica più diffusa risulta la raccolta
differenziata che interessa la quasi totalità del campione (77% per le imprese produttive, 95% delle
imprese del commercio). Tra le imprese produttive è buona l’attenzione verso la riduzione degli
imballaggi (59%) e di materiali pericolosi (55%) e alta la presenza di certificazioni specifiche (55%)
tra le quali la più diffusa è la certificazione RJC. Tra le imprese del commercio più della metà del
campione dichiara la presenza di misure per la riduzione del consumo di carta (57%) e per l’utilizzo
di packaging sostenibile (52%).
• Più della metà del campione (57%) dichiara che i propri clienti hanno mostrato una crescita
dell’interesse verso i temi della sostenibilità dopo il 2019. La sensibilità verso questi temi risulta
particolarmente alta tra i giovani (76%).
• Sostenibilità non è solo ESG, ma anche uno strumento per innalzare la competitività delle imprese.
Non è un caso che le imprese con certificazioni RJC siano più dinamiche e redditizie.
Vicenza, 6 Settembre 2024 – È stata presentata oggi, in un incontro ospitato da VicenzaOro, la sesta edizione
dell’inchiesta congiunturale realizzata dal Club degli Orafi Italia, in collaborazione con il Research Department
di Intesa Sanpaolo. I risultati dell’inchiesta offrono una visione aggiornata e originale degli operatori e
permettono di integrare e completare le statistiche ufficiali del settore. Inoltre, questa edizione è stata integrata
anche con un questionario aggiuntivo dedicato al tema della sostenibilità per approfondire le misure attuate
dalle aziende per promuovere le azioni ESG, garantire la tracciabilità delle materie prime e migliorare l’impatto
ambientale e sociale delle loro attività.
L’indagine congiunturale è stata realizzata tra maggio e giugno con l’obiettivo di raccogliere le attese sul 2024
in termini di fatturato, investimenti e di approfondire le sfide competitive che il comparto sta affrontando. Le

attese degli operatori confermano una tenuta del settore dopo i brillanti risultati dell’ultimo biennio: un terzo
dei rispondenti prevede un incremento del fatturato (era il 28% nella rilevazione di fine 2023) con percentuali
sostanzialmente allineate per classi dimensionali. Queste valutazioni risultano compatibili con i dati di sistema
che nel primo semestre mostrano un andamento dell’indice di fatturato in crescita del +4,0% a prezzi correnti,
in controtendenza rispetto al calo del sistema moda (-8,4%) e del manifatturiero (-3,4%).
L’elemento trainante resta la competitività sui mercati internazionali con crescite delle esportazioni
particolarmente rilevanti: nel periodo gennaio-maggio il comparto ha raggiunto i 6,6 miliardi di euro di
esportazioni di gioielli in preziosi, in crescita del +63,3% in valore e del 15,6% in quantità. Il mercato che spiega
buona parte di questi incrementi è la Turchia (compresa bigiotteria e argenteria) dove l’export
complessivamente è stato pari a 2,6 miliardi di euro. Questo risultato, oltre a riflettere il rafforzamento del ruolo
di hub di questo mercato, può essere anche stato causato dal tentativo di contrastare gli effetti dell’elevata
inflazione del Paese attraverso l’acquisto di oro.
La necessità di rispondere all’evoluzione della domanda e al mutamento del contesto competitivo risulta il
traino alle scelte di investimento delle imprese: il 29% del campione ha indicato un valore degli investimenti in
crescita rispetto all’anno precedente con punte del 42% tra le imprese più grandi. Per le aziende produttive
rileva anche la necessità di introdurre nuova tecnologia (indicata dal 27% dei rispondenti), mentre le imprese
commerciali sono spinte a investire dalla volontà di rafforzare la propria immagine (56%). Le prospettive per
investire restano positive, grazie anche a condizioni monetarie che stanno divenendo maggiormente
accomodanti.
Le imprese mostrano una buona attenzione verso i temi legati alla sostenibilità con un mix articolato di misure
adottate che cresce con le dimensioni aziendali. La pratica più diffusa si conferma la raccolta differenziata che
interessa la quasi totalità del campione (77% per le imprese produttive, 95% delle imprese del commercio).
Per le imprese produttive è buona l’attenzione verso la riduzione degli imballaggi (59%) e di materiali pericolosi
(55%) ed è alta la presenza di certificazioni specifiche (55%) tra le quali la più diffusa è la certificazione RJC.
Nel commercio più della metà del campione dichiara la presenza di misure per la riduzione del consumo di
carta (57%) e per l’utilizzo di packaging sostenibile (52%). Più della metà delle imprese del campione (57%)
dichiara che i propri clienti hanno mostrato una crescita dell’interesse verso i temi della sostenibilità dopo il
2019. Tuttavia, la sensibilità verso questi temi, pur risultando particolarmente alta tra i giovani (76%), in
generale non è ancora abbastanza sviluppata nella clientela (lo dichiara il 62% delle imprese). La percezione
della sostenibilità varia poi da azienda ad azienda: una buona quota pensa che sia strategica per innalzare la
competitività (il 50% di quelle orafe di produzione), un’altra parte crede che sia un costo aggiuntivo (32%
sempre tra le imprese produttive). Da una nostra analisi dei dati di bilancio emergono in maniera chiara i ritorni
per chi possiede certificazioni RJC: le imprese certificate evidenziano una miglior dinamica di crescita del
fatturato (variazione mediana del fatturato tra 2022 e 2019 del 45% verso il 19% per il resto del campione),
una redditività maggiore (differenza di circa 4 punti percentuali in termini di Ebitda margin), ma anche una
produttività più elevata misurata in termini di valore aggiunto per addetto (68,8 migliaia di euro verso 43,7).
Inoltre, il differenziale di redditività e produttività si è ampliato tra il 2019 e il 2022.
Cristina Squarcialupi, Presidente del Club degli Orafi Italia “L’indagine del sentiment degli imprenditori svolta
tra giugno e luglio 2024 evidenza come il settore continui a reggere bene, con un terzo dei rispondenti che si
aspetta un’ulteriore crescita del fatturato rispetto all’anno precedente, nonostante la complessità dello scenario
globale. Ci aspettiamo, per la seconda metà dell’anno, un atteggiamento forse più cauto ma senza drastici
cambi di rotta. Il vero nodo resta il timore per un possibile calo della domanda, preoccupazione condivisa dai
due terzi degli imprenditori. Interessante notare come, nonostante il prezzo dell’oro sia elevato e in continua
crescita, questo non sembri spaventare particolarmente gli operatori. La propensione all’investimento rimane
solida, soprattutto tra le aziende di grandi dimensioni, ma anche le realtà più piccole dimostrano una certa
volontà di crescere in tal senso. La spinta è principalmente dettata dall’evoluzione della domanda, dalla
pressione competitiva e dalla necessità di rafforzare la propria immagine. Per questa edizione abbiamo voluto
mettere sotto i riflettori il tema della sostenibilità, chiedendo agli imprenditori la loro percezione sul tema. Non

sorprende che le aziende medio-grandi si sentano più coinvolte, con un numero medio di misure sostenibili
adottate superiore a quello delle micro-piccole. Tuttavia, è preoccupante come molte aziende considerino
ancora la sostenibilità un costo extra, e come la formazione su questo tema sia carente. Questo dimostra
quanto sia fondamentale continuare a lavorare sulla comunicazione per far comprendere a tutta la catena del
valore come la sostenibilità non sia solo una scelta etica, ma anche una strategia che porta a risultati positivi
concreti. Per diffondere più ampiamente le pratiche ESG è essenziale però affrontare a livello sistemico la
mancanza di standard, la mancanza di competenze e la complessità delle supply-chain. Solo così si potrà
coinvolgere l’intera filiera e arrivare in modo positivo al cliente finale, che dimostra una crescente attenzione
verso questi temi.